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Non appena lo guardai, il grosso pennuto spiccò il volo. Jack era spaventato a morte. 

"Cosa diavolo ci faceva li quel coso?"

L'unica risposta che mi uscì, fu una risata accompagnata da "Non lo so". Per la prima volta fui contenta che fosse apparso quell'uccello, confermando che non era frutto della mia immaginazione. Era reale. Non avrei potuto essere più felice: non c'è niente di meglio di una conferma della propria sanità mentale per risollevarti lo spirito.  Jack concluse con un: "Buonanotte" e se ne tornò borbottando alla macchina. 

Quando entrai in casa, trovai Vashi seduta sul divano a guardare la televisione. Cercò di ostentare interesse, ma sarebbe stato più credibile se avesse scelto un programma diverso o un film romantico. Mi sorprese che in televisione stava guardando una partita di calcio. Detestava tutti gli sport. 

Decisi così di reggerle il gioco. "Chi vince?" domandai, cercando di trattenere una risata. 

"Come? Ah il Real Madrid"

Avevo i miei dubbi considerato che sullo schermo  era in corso una partita di calcio americano.

"mmm strano.." feci per accomodarmi insieme a lei sul divano, e aggiunsi.. "beh chi sta vincendo? chi fa fatto goal?"

"okok, non stavo guardando questa stupida tivù"

"davvero? non lo avrei mai detto"

Aprii il frigorifero e mi trovai davanti un pò di pasta fredda, la misi nel microonde e aspettai un pò di minuti, il tempo sufficiente per riscaldarla.

"Sembrava simpatico.. era Jack?"

Mi aspettavo quella domanda, mi sedetti sul divano nuovamente.

"Si, era Jack"

"oooh... "

"Vashi siamo solo amici.. e poi perchè mi stavi spiando?"

"Non ti stavo spiando. Come sei drammatica, sono solo preoccupata per la mia sorellina. Volevo solo vedere chi era. E' alto e carino.."

"Vashi non è come credi, è un'amico per me, forse per lui non sono solo un'amica"

"E lui lo sa? gliene hai parlato?"

"No, ma ne avremo modo, fidati"

Continuò a chiacchierare fino all'arrivo di Lucas. A quel punto, mi ritirai nella mia stanza. Finalmente sola. In testa avevo così tante domande senza risposta che mi sentivo mentalmente esausta. Mi preparai ad andare a letto con la speranza di sognarlo nuovamente e aver più risposte. 

....La band suonava anche quella sera, e il club era vuoto. Jerry mi venne incontro con un vassoio in mano, seguito da Mike.

"C'è bisogno di te al piano di sopra. Subito" mi sollecitò consegnandomi il vassoio. Presi il vassoio e stavo per avviarmi al piano superiore quando il buttafuori mi disse: "Attenta a non dissanguarti", ovviamente l'uomo non aveva idea come potessi reagire a quei tipi di attacchi, quindi risposi.

"Pensi non mi sappia difendere?"

"Sei solo una ragazzina"

"Mettimi alla prova"

"Non posso signorina, ho delle regole da rispettare!"

"regole dettate dal tuo padrone?"

"Si signorina!"

"Allora la prossima volta, non aprire bocca!"

Detto questo. Giunsi alla porta che affacciava sulle scale, salì i gradini e la porta in cima alle scale, a differenza dell'ultima volta era aperta. Appena arrivai in sala, vidi gli stessi gruppi seduti agli stessi tavoli e feci gli stessi passi in direzione dell'unico volto amico che avrei trovato li dentro: Kevin.

Quando fui vicina al grande tavolo centrale cominciarono a tremarmi le mani e i paletti negli anfibi. Inspirai a fondo riempiendomi i polmoni di aria, per poi trattenere il fiato mentre ci passavo davanti. Non so perchè lo feci, ma ero quasi convinta che il semplice odore di quell'uomo mi avrebbe dato il capogiro, distraendomi. Non avrei guardato nella sua direzione, avrei giocato a modo mio. Lungo il tragitto andai a sbattere contro alcuni clienti.. molto differenti da quelli che avevo visto la sera precedente.. i loro volti erano mostruosi. Gridai nel'indifferenza più totale, il vassoio mi cadde dalle mani e le bottiglie andarono a fracassarsi sul pavimento. Non mi era mai capitato qualcosa del genere. Mi guardai intorno, la sera prima i volti delle altre persone sembravano normali, adesso sembravano tutt'altro che umani.. e confermavano i miei dubbi. Mentre i loro lineamenti,  continuavano a distorcersi io mi misi in posizione di attacco. Non riuscivo a controllarmi, si girarono tutti verso me, indicandomi con le dita.  Con la coda dell'occhio vidi figure avvicinarsi, uno si avvicinò in segno di morsa, i suoi canini erano troppo evidenti, la sua pelle era bianca seguita in viso da rughe che segnavano anni e anni di invecchiamento, gli occhi neri da far paura. Non avevo mai visto nulla di simile, cercai di difendermi, mi avvicinai il vampiro, salì sulle sue spalle con le gambe e feci una capriola in aria, tenendolo sospeso in aria, appena il suo corpo in un rumore assordante toccò il pavimento mi buttai su di lui e gli infilzai il paletto di legno. Ma con scarso risultato, il paletto di legno non fece nessun effetto. Il vampiro così reagì e mi strinse le sue mani viscide intorno al mio collo. Chiusi gli occhi, lasciandomi andare alla mia morte, forse il mio destino era questo, tutti gli anni passati a combattere contro di loro, tutti anni passati a credere che non esisteva altro al di fuori dei succhia sangue.. era tutto un'illusione, una fottuta illusione. A un certo punto tutto si fece confuso, come quando ero bambina e non riuscivo a distinguere cosa fosse reale e cosa invece fosse frutto della mia immaginazione. Un'altra figura adesso era più vicina a me e l'istinto mi suggeriva di scappare, ma ero bloccata da delle mani viscide. Chinai il capo, e mi abbandonai alla mia morte. 



Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora