People fall in love in mysterious ways || Fenji

Twenty

-"Fedeeee." Lo chiamò il moro che lo stava aspettando a letto, era chiuso in bagno a farsi la doccia da più di mezz'ora.
Dopo aver passato tutto il restante tempo della durata del film che, in teoria, stavano guardando a baciarsi, Federico aveva deciso di andarsi a fare una doccia, che aveva giurato non sarebbe durata più di quindici minuti, mentre Benjamin si era messo il pigiama e si era messo a letto aspettando che il ragazzo dal ciuffo biondo uscisse dal bagno.
-"Ho finito!" Urlò in risposta Fede dal bagno.
-"Me l'hai detto già tre volte!" Gli rispose Benjamin.
Dopo altri cinque minuti abbondanti Federico uscì dal bagno seguito da una densa nube di vapore.
-"Finalmente!" Esclamò il più grande che però non riuscì a trattenere un sorriso alla vista del biondo nel suo pigiamone azzurro troppo grande per lui e che nascondeva il suo corpo perfetto.
-"Dai non ci ho messo molto." Disse il più piccolo, anche se sapeva benissimo che ci aveva messo troppo, mentre sistemava i suoi vestiti sulla sedia.
Quel ragazzo aveva davvero una grande ossessione per l'ordine.
-"Si, certo." Gli fece il verso il moro che fece sorridere il biondo.
-"Ci vuole tempo per avere un ciuffo così perfetto." Disse indicando i suoi capelli.
Lentamente, troppo lentamente per i gusti di Benjamin, si avvicinò al letto, si mise sotto le coperte e si sdraiò accanto al corpo del moro che lo fissava continuamente.
-"Mh, vediamo un pò se è valsa la pena aspettare così tanto per vedere i tuoi capelli."
Il più grande iniziò a giocherellare e a scompigliare i capelli del più piccolo.
-"No, dai!" Disse Federico mentre si spostava leggermente e rideva. "Così me li scompigli tutti!" Continuò ridendo.
-"Si, dai, possono passare." Lo prese in giro Benjamin mentre rideva anche lui.
-"I miei capelli sono bellissimi, 'non passano' soltanto." Virgolettò il più piccolo mettendo il broncio e incrociando le braccia al petto.
Benjamin rise, lo trovava adorabile quando metteva il broncio come un bambino.
Nonostante avesse voglia di ridere con il moro Federico continuò a fare la parte di quello che si era offeso.
Benjamin vedendo che Federico continuava a tenere il broncio si avvicinò a lui e la risposta del biondo fu quella di girarsi dall'altro lato, il moro ci rimase un pò male, non si aspettava una reazione del genere, infondo, lui stava solo scherzando.
Passati vari istanti, Benjamin, vedendo che il ragazzo dal ciuffo biondo non aveva intenzione di girarsi dalla sua posizione, lo abbracciò da dietro.
Il biondo sorrise al gesto del più grande, non aspettava altro, lentamente si girò fino a trovarsi faccia a faccia con Benjamin che si stava mordendo il labbro.
Federico annullò la distanza tra di loro, gli cinse i fianchi con le gambe per portarlo più vicino lui, mise le mani sulle sue guance e lo baciò delicatamente, quasi con la paura di fargli male, fu Benjamin a mettere le mani nei folti capelli biondi di Federico e a rendere il bacio più passionale.
Dopo vari minuti passati a baciarsi e a stringersi si staccarono e il moro fece appoggiare la testa al ragazzo sul suo petto,
Federico iniziò ad accarezzargli lentamente il petto mentre Benjamin giocherellava con i suoi capelli.
-"Sto così bene con te." Disse Benjamin mentre guardava il ragazzo accoccolato sul suo petto.
-"Anche io Ben, sono felice quando sono con te." Rispose Federico mentre continuava ad accarezzargli il petto.

-"Fede?" Richiamò la sua attenzione il più grande.
-"Mh?" Mugugnò il più piccolo che si stava lentamente addormentando cullato dalle carezze del moro.
-"Ti vorrei presentare qualcuno."
-"Chi?" Disse sbadigliando.
-"Mio fratello."
Il sonno del biondo sparì all'istante, non riusciva a credere che davvero Benjamin gli volesse presentare suo fratello.
"Ma l'ha detto davvero o me lo sono immaginato? E poi come vuole presentarmi? Come suo amico o suo fidanzato? E se suo fratello già sapesse?" Mille domande riempivano la mente del più piccolo che non sapeva cosa rispondere.
-"Allora?" Continuò il moro.
-"Davvero vuoi presentarmi tuo fratello?"
-"Certo."
-"Ne sei proprio sicuro?" Continuava a chiedere Federico.
-"Ovvio, perché me lo chiedi?"
-"Non pensi sia un pò presto?"
-"No, lui è una persona importante per me, tu sei una persona importante per me e vorrei che vi conosceste, tutto qui ma se per te è troppo presto fa nulla, te lo presenterò in seguito." Disse Benjamin con una punta di delusione nella voce.
-"No, ho solo paura.."
-"Paura?"
-"Si, cosa penserà?"
-"Lui più o meno qualcosa già sa, è molto aperto mentalmente e ci accetterà senza problemi, anzi, ne sarà felice."
-"Sul serio?"
Benjamin annuì.
-"E se non gli piaccio?" Federico aveva davvero paura di non piacere al fratello di Benjamin, cosa sarebbe successo se ad Alex non fosse piaciuto Federico?
-"Ma no, sono certo che ti adorerà." Lo confortò il moro.
-"Lo dici sul serio?"
-"Assolutamente si, sei talmente perfetto che non potrebbe mai trovarti antipatico."
Federico sorrise.
-"Chi lo sa, magari diventerete grandi amici." Sorrise Benji mentre gli accarezzava la schiena.
-"Quando?"
-"Mh." Ci pensò un pò il più grande. "Domenica?"
-"Domenica?!" Il biondo balzò in piedi.
-"Si, perché?"
-"Oggi è venerdì, ho solo domani per prepararmi!" Federico era davvero nel panico.
-"Prepararti? A cosa?"
-"Un discorso, una presentazione, non possono andare impreparato!"
Benjamin rise vedendo il più piccolo che camminava avanti e indietro per la stanza seriamente preoccupato.
-"Calmati, non devi preparare nulla, devi essere naturale, gli piacerai di sicuro."
Federico prese un respiro profondo e provò a calmarsi.
-"Va bene." Disse cercando di rimanere calmo.
-"Dai, ora torna qui."
Federico senza esitare obbedì e si sdraiò di nuovo accanto al moro e appoggiò la testa sul suo petto, Benjamin riprese ad accarezzargli la schiena e il sonno di Federico lentamente tornò.
Dopo poco più di dieci minuti Fede stava dormendo profondamente e Benji lo guardava sorridendo, era così dolce, dopo non molti minuti anche Benjamin si addormentò e passarono tutta la notte a dormire stretti l'uno all'altro talmente forte che si confondevano, sembravano un'unica persona.