SPECIAL.

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Il cielo era ancora coperto dalle nuvole, non c'era stata traccia di sole per tutta la mattinata ma, nonostante questo, la gente continuava a camminare a grande ritmo per le strade della città per affrettarsi a raggiungere le loro mete, alcuni avevano deciso di portare con sè un ombrello altri, che avevano deciso di sembrare più temerari, avevano preferito lasciare a casa l'oggetto e andare in giro a mani vuote sperando che la pioggia non decidesse di bagnarli da capo a piede.
Il bar di Federico era pieno fino a scoppiare, sempre nuovi clienti entravano nel locale ed esigevano di essere serviti il prima possibile ignorando le altre persone arrivate prima, era una di quelle giornate che mandavano fuori di testa Federico, a lui piaceva fare le cose con calma, poter conversare con ognuno dei suoi clienti e poter instaurare un rapporto, anche se momentaneo, con loro, la confusione lo portava ad essere più freddo e distaccato dato che non aveva il tempo materiale per poter scambiare quattro chiacchiere con ognuno.
Ma quella giornata aveva qualcosa di diverso, la sua testa non era presente nel bar, era oltre la piazza, tra le braccia del suo Benjamin, quella mattina aveva fatto davvero tanta fatica ad alzarsi dal letto e a separarsi da lui ma, il maggiore, gli aveva promesso che sarebbe passato prima della chiusura a prenderlo e avrebbero passato la serata insieme.
Il minore attendeva con impazienza l'ora di pranzo per poter scappare dall'altro e passare insieme qualche ora, approfittava sempre di ogni momento che avevano a disposizione.

L'ora tanto attesa da Federico era finalmente arrivata, il ragazzo prese tutti i sacchetti contenenti il pranzo e uscì in strada il più fretta possibile.
Le strade erano gremite di persone che si accalcavano l'una contro l'altro ma la fretta del più piccolo lo portò ad infiltrarsi tra ognuno di loro e cercare ogni modo possibile per raggiungere il negozio del suo ragazzo.
Dopo circa cinque minuti e non poca fatica riuscì nel suo intento e arrivò al negozio di musica.

Vari clienti erano presenti nel negozio e i ragazzi si stavano occupando di loro ma la loro attenzione venne richiamata dalle campanelle che avevano iniziato a suonare.
-"Federico." Lo salutò Josh sorridente.
-"Josh, che bello vederti." Ricambiò il sorriso il più piccolo.
-"Stai cercando Benjamin?" Chiese il ragazzo mentre impacchettava un CD.
-"Si." Annuì lui. "Vi ho portato la colazione." Aggiunse e indicò i sacchetti bianchi tra le sue mani.
-"Sei un tesoro." Disse sorridendo Josh.
-"Lo so, lo so." Rise il minore.
-"Comunque il tuo fidanzato è nel magazzino, penso stia controllando dei CD negli scatoloni." Lo avvisò il ragazzo.
-"Va bene, grazie, ora vado." Rispose Federico, ripose sul bancone i sacchetti con il pranzo destinati ai ragazzi, strinse al petto quello che avrebbe condiviso con il moro e lo raggiunse nel magazzino.
La porta era chiusa, bussò più volte ma non ottenne risposta.
-"Ben?" Lo chiamò lui e aprì lentamente la grande porta.
La visione che si ritrovò davanti, una volta entrato nel magazzino, gli scaldò il cuore.
La testa di Benjamin era poggiata sulla scrivania, circondata dalle sue stesse braccia, e stava dormendo beatamente circondato da decine e decine di carte.
A passi lenti si avvicinò a lui e gli scostò i capelli dal viso.
-"Amore." Lo chiamò lui e gli diede un bacio sulla guancia.
-"Mh." Mugolò il maggiore e si portò un braccio davanti agli occhi.
-"Ti sembra il modo giusto per accogliere il tuo ragazzo, Benjamin?" Rise Federico e gli scosse un braccio.
-"E tu potresti anche svegliarmi con un bacio." Disse Benjamin con la voce impastata dal sonno e ancora gli occhi chiusi.
-"Rimediamo subito." Sussurrò il biondo e gli spostò il braccio per dargli più volte dei baci a stampi. "Buongiorno mio bel principe." Aggiunse sorridendo.
Il moro, con uno scatto repentino, gli prese un braccio e lo fece sedere sulle sue gambe.
-"Buongiorno bella principessa." Rise lui e fece unire le loro labbra.
Le mani del più piccolo vagavano tra i capelli e il collo di Benjamin mentre queste di quest'ultimo gli stringevano possessivamente i fianchi, le loro bocche si muovevano con sincronia l'una con l'altra mentre le loro lingue giocavano a cercarsi, ogni loro bacio era poesia pura, non c'era nulla di volgare in ciò che univa i due ragazzi, era amore, amore puro e genuino.

Dopo vari minuti i due si staccarono e si sorrisero.
-"Sei venuto qui per il pranzo?" Chiese Benjamin mentre gli accarezzava la guancia.
-"Si, il pranzo è lì." Rispose il più piccolo e indicò i sacchetti sulla scrivania.
-"Allora mangiamo." Sussurrò il moro e gli morse il labbro.
-"Mh, si, mangiamo." Sorrise Federico e fece riunire le loro labbra.
Benjamin prese di peso il corpo del minore e si alzò in piedi, Federico allacciò le gambe sul bacino dell'altro e iniziò a giocherellare con i suoi capelli.
Il moro camminò in direzione del divano e, quando il più piccolo gli morse il labbro, si lasciò cadere a peso morto su di esso.

-"Ti amo." Sussurrò Federico e baciò più volte le labbra rosse e gonfie del maggiore.
-"Ti amo più di quanto tu possa immaginare, sei entrato nella mia vita all'improvviso e l'hai resa tua." Rispose Benjamin.
-"Ricordi quando ci siamo visti proprio in questo negozio?" Chiese il più piccolo mentre gli accarezzava i capelli.
-"Come dimenticare quel ragazzino con lo zaino quasi più grande di lui? I tuoi occhi mi hanno colpito dal primo momento e ringrazio che nessuno ti stesse aiutando."
-"Il destino ci voleva insieme." Disse Federico.
-"E ora ci ha insieme e mai ci lasceremo, dove sarai tu, ci sarò io.
Sarò sempre pronto ad aiutarti e a sostenerti, mai ti lascerò solo mio piccolo Federico." Rispose Benjamin e gli diede un ultimo bacio a stampo.
Il biondo sorrise e poggiò la testa sulla sua spalla ma la sua attenzione venne richiamata da una vecchia polaroid situata sul divano accanto a loro.
-"E questa cos'è?" Chiese curioso lui e prese l'oggetto.
-"La mia vecchia polaroid, Alex l'ha trovata a casa sua ed è venuto a portarmela." Spiegò il più grande.
-"Ti va di fare una foto?" Chiese entusiasta Federico.
-"Certo piccolino." Rispose il moro e gli scompigliò i capelli.

Pochi istanti dopo la foto fuoriuscì dell'oggetto, la testa di Federico era poggiata nell'incavo del collo dell'altro e un sorriso compariva sul suo volto mentre Benjamin gli dava un tenero bacio sulla fronte.
-"È davvero bellissima." Sorrise Federico mentre guardava la foto appena scattata.
-"Come noi." Rispose Benjamin e fece ancora una volta sue le labbra dell'altro.

Erano passate poche ore dall'incontro tra Benjamin e Federico, i due tanto occupati a baciarsi e a coccolarsi si erano perfino dimenticati di pranzare ma non avevano bisogno di cibo, si saziavano del loro amore.
Federico era dietro al bancone e stava preparando il caffè per un cliente seduto davanti a lui quando sentì la sua suoneria diffondersi nel locale, in un primo momento fu tentato di rifiutare la telefonata ma quando lesse il nome del mittente della telefonata non potè fare altro che sorridere e afferrare l'oggetto suonante per rispondere.
-"Benjamin, amore mio!"
-"Salve, lei conosce il signor Benjamin Mascolo?"
-"S-si..chi parla?"
-"La chiamo dall'ospedale, il signor Mascolo ha avuto un incidente."
In quel momento le lacrime presero a scendere copiose sul volto di Federico mentre cercava di trattenere i singhiozzi.
-"Co-cosa? E adesso come sta?"
-"Mi dispiace ma..." Il signore all'altro capo del telefono esitò qualche istante. "Mi dispiace ma non ce l'ha fatta."
La vita di Federico finì in quel preciso instante, insieme a quella del suo ragazzo.

«I've tried to go on like I never knew you
I'm awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I'm going to be is incomplete»

People fall in love in mysterious ways || Fenji  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora