3. Missione "Vaticano".

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Sono le 10 e sto aspettando che Alessandro scendi di sotto in sala. Sono euforica e nervosissima. Come sarà? Difficile? Speriamo di no...

-Eccomi.- Alessandro scende di sotto in uniforme nera ed è veramente bello.

Mi alzo di scatto e lo prendo a braccetto per prepararci ad andare.

-Mamma, noi andiamo!- esclama lui.

Viene di corsa in sala per salutarci e augurarci buona fortuna.

-In bocca al lupo, tesori miei!- dice e ci abbraccia.

Dopodiché ci avviamo.

-

Sono le 10.20 e la riunione inizierà a momenti...

-Valentina eccoti.- Alessia entra tutta pronta e mi abbraccia. -Nervosa?- chiede sottovoce.

Anche lei è bellissima, tutta in tiro.

-Un po, sinceramente e tu?- replico.

-Si...- alza di scatto lo sguardo e si fa seria.

-Buongiorno agente 135 e 136. È un piacere vedervi pronte all'azione.- è Diego che parla quindi ci alziamo come segno di rispetto.

-Buongiorno agenti.- entra anche Marco.

Vorrei prendere il mio revolver e tirargli una pallottola dritta nel suo cervello maschile poco evoluto, e dopo prenderei il cadavere, lo taglierei a pezzetti molto piccoli e lo butterei nel Tevere. Sarebbe davvero bellissimo!

A bloccare i miei pensieri assassini è il capo della Centrale che entra nella sala riunioni.

-Buongiorno generali.- dice rivolgendosi a loro e poi si volta verso di noi. -Agenti è un piacere avervi qua.- dice e sorride.

È la prima volta che lo vedo sorridere. È un po cinico sinceramente, ma è un grande uomo!

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Usciamo dalla sala in preda alla felicità poco dopo.

-È una missione con le palle!- esclama Alessia.

-È davvero figa! E poi si chiama missione "Vaticano", è fighissimo!- esclamo a mia volta.

Andiamo verso gli spogliatoio per cambiarci. Abbiamo un allenamento tra poco, perché ci dovranno preparare alla perfezione.

-Odio questi pantaloncini.- sbuffa Alessia.

Sono dei semplicissimi pantaloncini neri da palestra, ma visto che non sono... ehm come dice sempre lei? Ah si... glamour, allora li odia.

Ridacchio e mi infilo la canottiera di decathlon nera. Metto al volo le mie trainers nere e rosa e infilo nella fibbia il distintivo.

-Adesso ci faranno morire e poi bruceranno i nostri cadaveri.- sussurra Alessia.

Ridacchio e entro nella palestra. Marco e Diego si stanno scannando di calci e pugni... davvero non li capisco.... si fanno una centinaia di ferite e poi non vince nessuno... non ha senso! Diego si blocca di colpo e prende un pugno dritto nelle costole. Impreca mentre Marco ride. Ridacchio sotto i baffi e mi avvicino.

-Buongiorno ragazze.- ecco cosa siamo noi.

Semplici amici! Poi ci vediamo fuori dalla palestra e diventiamo improvvisamente estranei. Non mi lamento sinceramente: già ci hanno sconvolto la vita da piccoli, se dobbiamo conviverci anche fuori dalla centrale sarebbe odioso e insopportabile!

-'giorno Marco.- dico io sorridendogli.

Alessia mi copia e poi andiamo a riscaldarci.

-Andiamo a correre schiappa!- esclamo sfidando Alessia con una occhiata eloquente.

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