33. A parte tutto.

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Valentina's pov.

Non credo ai miei occhi quando Diego esce dalla centrale con quella espressione sconvolta dicendomi che si sarebbe fatto sentire lui. Rimango così, ferma a fissare la porta per non so quanto tempo cercando di ricacciare dentro le lacrime che avevano raggiunto i mie occhi. Penso che rivede una persona a te cara dopo molto tempo sia uno shock, ma comunque si è comportato in modo strano e non mi ha dato modo di aiutarlo. Non mi ha fatto entrare nel problema, per poterlo aiutare. Prendo il borsone che avevo lasciato a terra e vado nello spogliatoio rapidamente cercando di mantenere sotto controllo la rabbia che si è aggiunta al mio status già brutto. Ma Cristo Santissimo, questa mattina stavamo benissimo, ci siamo detti "ti amo" diverse volte, ieri sera mi ha toccata come nessuno aveva mai fatto. Porca puttana! Non ci sto più vedendo dalla rabbia. Alessia entra nello spogliatoio e io scaccio un urlo dalla rabbia. Sistemo tutto dentro la mia borsa e la ficco in modo rude dentro l'armadietto. Mi infilo il distintivo e poi mi siedo cercando di riprendermi. Cazzo, ho bisogno di un attimo di pace. Si può?

-Valentina, che è successo?-

Alessia si siede vicino a me e mi circonda le spalle con un braccio.

-Questa mattina la sorella di Diego, Sara, stava qui in centrale. Non si vedevano da tre anni, mi sembra, quindi è stato un vero e proprio shock sia per lei che per lui. Volevo sapere come stava e stargli vicino, ma porca puttana si è chiuso. Non mi ha detto nulla. Ha solo borbottato un "mi faccio sentire io" e se ne è andato. Cristo, Alessia non ce la faccio piuù.- dico esasperata e disperata.

Mi tiene stretta a me mentre mi tranquillizzo e cerco anche io di capirci qualcosa.

-Questa sera c'è la festa di fine estate alla DiscoSuond, ci andiamo? Magari ti svaghi un po.- dice premurosa.

-Mi sembra perfetto.- rispondo sussurrando e mi alzo.

Mi abbraccia forte e io inizio a sentirmi più calma. Il cuore non batte più in modo impazzito e il respiro si è calmato. Sto meglio, ma dentro di me, nel profondo, qualcosa è andato in frantumi.

-

Torno a casa dopo l'allenamento camminando molto lentamente. Passo dopo passo, schivo le persone dal marciapiede e osservo le persone intorno a me. Tutte così felici... Mi sento un straccio. Mi sento vuota e triste, e vorrei risolvere con Diego, ma non sarà cosi facile visto che al primo confronto di "coppia" mi ha escluso. Non è questo quello che cerco. Io voglio stare bene con Diego, perché lo amo e perché sto bene con lui. Mi ha fatto male il suo comportamento. E in più sia Alessandro che Matteo si sono accorti che ero strana e scostante, che non mi concentravo. Ero distante dal mondo e chiusa. Hanno fatto battute e ho riso. Da una parte adoro questo loro lato: se c'è una amica che sta giù di morale trovano un modo per tirarla su. Arrivo a casa ed entro. Lascio il borsone in sala e mi tolgo gli occhiali da sole lasciandoli sul tavolinetto. Vado in cucina e saluto mia madre con un misero e triste "ciao".

-Che succede, Valentina?- chiede lasciandomi perdere la pasta che sta cucinando.

Scoppio a piangere disperatamente svuotandomi dalla tristezza che sento e mi accascio sullo sgabello. Si avvicina a me e mi abbraccia le spalle.

-Diego si è... spinto troppo oltre?- chiede misurando le parole.

Scuoto la testa, perché so che intende un fatto intimo.

-No, ma non mi ha dato modo di aiutarlo... Perché è tornata la sorella che vive in America... Sto male, mamma...-

Mi bacia la testa e poi sospira.

-É normale, figlia mia. Diego non mi sembra un ragazzo che sa tutto delle relazioni fisse, ma questo non lo scagiona. Niente e nessuno scagiona il colpevole che ha fatto piangere mia figlia.- dice dolcemente.

Ridacchio e mi tiro su per guardarla.

-Grazie, mamma.-

-Di nulla, tesoro. Devi solo dargli tempo. Avete bisogno di tempo entrambi perché sono successe un sacco di cose ultimamente quindi forse stavate andando di fretta.-

-Non lo so mamma... Io lo amo. Mi sono innamorata di lui. E poi lo conosco da una cifra di tempo.- dico sconsolata.

-Anche io conosco tuo padre da quando avevamo 5 anni, ma a volte litighiamo lo stesso, perché cambiando i rapporti, si trovano sfaccettature diverse di ogni carattere, tesoro. Forse per Diego è difficile aprirsi alle persone... Anche se l'ha già fatto.-

-Quindi cosa dovrei fare?- chiedo asciugandomi le lacrime.

-Che ti ha detto?- chiede corrugando la fronte.

-Che si sarebbe fatto sentire lui.-

-Okay, allora aspetta che si faccia sentire. Una volta tuo padre non si è fatto sentire per una settimana.-

-E non l'hai pestato a sangue?- chiedo divertita.

-No, ma gliel'ho fatta pagare comunque... In modo diverso.- dice facendomi intendere che hanno fatto un sacco di sesso riparatore.

Non sempre funziona, però.

-Adesso mangiamo e poi va a riposare. Capirai tutto meglio dopo.- dice e mi porge la pasta.

Sorrido perché mia madre è la migliore persona a capirmi. Non ho bisogno di parlare tanto per farmi capire e sa come farmi ragionare. Infatti io non mi farò sentire. Se Diego vorrà allora io sarò pronta ad ascoltarlo. In fondo è stato lui a dire che si sarebbe fatto sentire. Mangio la pasta e poi me ne vado di sopra. Mi metto il mio pigiama e mi tuffo sotto le coperte abbassando completamente la tapparella e accendendo solo la lampada sul comodino. Tiro la coperta fino al collo e sblocco il cellulare. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Niente di niente. Apro la chat di Diego e lo vedo on-line. La voglia di scrivergli e dirgli che ci sarò sempre per lui è quasi irrefrenabile, ma poi ripenso a tutto quello che mi ha detto mia madre. Devo dargli tempo, perché se non si da tempo al tempo le cose non funzionano. Esco da whatsapp e blocco il cellulare. Lo lascio sul comodino storcendo un po collo e la testa. Facendo cosè sento l'odore del cuscino. É di Diego: One milion e tabacco. Un miscuglio che mi da alla testa in una fretta incredibile. Il suono del cellulare di risveglia e lo afferro sperando sia Diego. Ma ogni sogno svanisce quando vedo la faccia buffa di Matteo comparire sullo schermo.

-Valentina, oggi eri un po distante... tutto okay?- chiede appena rispondo.

-Si, ero solo stanca. Tu come stai?- chiedo.

-Tutto a posto... Sto con una ragazza.-

-Ah si?- chiedo curiosa.

-Si, l'ho conosciuta quando stavi a Barcellona.-

Ugh.

-Ti piace?- chiedo.

Non avevo mai fatto un conversazione del genere con un ragazzo, a parte Mike, ma con Matteo mi sento abbastanza tranquilla.

-Bhe si, sinceramente.- dice imbarazzato.

Ridacchio e poi lo saluto. E pensare che un tempo sarei stata con Matteo. Se non fosse stato per la testardaggine e la sfacciataggine di quel ragazzo dai capelli scuri e gli occhi oceano, adesso tutta la mia vita sarebbe diversa e non so se sarei felice allo stesso modo di questo momento, a parte tutto.

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