39. Kiss me forever.

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Ritorno a casa verso ora di pranzo insieme a mia madre. Anche lei è sconvolta e la capisco. Alessia sta davvero messa male, ma sembra troppo sconvolta, come se qualcosa la turbasse. Ma cosa le succede?

-Mamma, tutto okay?- chiedo.

I suoi occhi grigi si riempiono di lacrime e piange. Trattengo il respiro, perché ho seriamente paura che sia successo qualcosa. Quando i genitori piangono è perché è successo qualcosa d eclatante.

-Ho avuto paura, piccola. Perché sulla notifica dicevano che una delle due ragazze era rimasta ferita e quindi ho pensato...- le parole le muoiono in gola.

-Mamma, sto bene. Magari stanca, ma bene. Alessia si riprenderà o almeno lo spero.-

Stringe la mia mano mentre si calma.

-Papà anche era molto sconvolto.- mi informa.

Arriviamo a casa ed entriamo rapidamente. Papà corre verso di noi e poi mi abbraccia forte.

-Sto bene, papà.-

Sospira.

-Piccolina mia, ho avuto tanta paura. Alessandro?- chiede.

-É voluto rimanere in ospedale. Come biasimarlo.- rispondo mentre mi allontano da lui.

Mi sorride e poi guarda il mio corpo.

-Ma cosa hai addosso?- chiede corrugando la fronte.

Ridacchio nervosa e guardo mia madre che mi sorride maliziosa.

-Sono i vestiti di Diego, perché i miei erano pieni di sangue di Alessia.- rispondo sincera.

-Okay.- dice pensativo.

Prendo la borsa della Centrale e vado nella mia stanza mentre i miei parlano di chissà cosa, però non mi importa. Sistemo tutte le cose nella mia borsa, lascio in un angolo del mio mondo, prendo il cellulare e mi accascio sul letto smorta. Ho davvero bisogno di una sana dormita e poi mi sveglio e mi faccio una doccia. Devo dormire solo una oretta e poi mi alzo. Solo una oretta.

-

Diego's Pov.

Sono le sette e mezzo e sto andando a prendere Valentina. Le ho mandato due messaggi e ho anche provato a chiamarla, ma non ha risposto. Vado diretto così non devo chiamare la madre. Parcheggio davanti al piccolo vialetto e scendo rapidamente. Davanti al portone suono e ad aprirmi è il padre.

-Ciao, Diego.- dice e poi stringe la mano che gli avevo avvicinato.

-Salve, signore, Valentina?- chiedo entrando.

-Sta nella sua stanza. Puoi andare.- risponde sorridendomi.

Mi farà sempre un po di effetto anche perché non ho mai avuto a che fare con il padre di lei. Salgo le scale e busso alla porta, ma nessuno risponde. La apro e trovo la luce spenta e una figura rannicchiata sul letto. Richiudo la porta dietro di me e poi accendo la lampada sul comodino. Dorme beatamente su un lato con i miei vestiti. Mi sdraio accanto a lei e la abbraccio forte. É cosi bella. Si scuote appena e poi si gira e mi abbraccia come fossi un cuscino. Appena sente che non sono poi così morbido apre gli occhi e alza la testa.

-Diego..- sussurra con voce roca dal sonno.

Si strofina addosso a me abbracciandomi e un calore ricopre il mio cuore. Poi si blocca di colpo e mi guarda sbarrando gli occhi.

-Cristo, Diego! Mi sono addormentata!- esclama scansandosi da me.

Le prendo i fianchi e la avvicino a me di nuovo.

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora