26. Dopo la tempesta c'è il ciel sereno.

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Centrale elettronica.

Diego's pov.

-Si?- chiede dolcemente dall'altra parte del telefono.

Non posso credere di averla trovata. Dopo due giorni di incazzature alla fine l'ho trovata. Sentire la sua voce mi rigenera completamente.

-Valentina, sono Diego.- dico serio.

-Come hai fatto a trovarmi? Avevo detto che non mi avreste dovuto cercare! Lasciatemi in pace!- sbraita.

Deve proprio stare male, per allontanare tutti così. Ed io non me ne sono reso conto. Mi sento così stupido...

-Calmati e dimmi perché sei partita cosi.- asserisco.

-No!- esclama.

-Valentina, fammi il favore di calmarti e dimmi cosa diamine succede.- ringhio.

Sto mantenendo la calma fuori, ma dentro sto esplodendo.

-Non ho nulla da dirti, Diego!- sbraita.

Ma che cazzo ha?

-Valentina, respira!- comando.

Sento che inspira e espira dall'altra parte del telefono. Almeno mi ha obbedito. Prima era più facile. Dentro di lei è scattato qualcosa che l'ha fatta esplodere.

-Cosa vuoi sapere?- chiede dura.

-Voglio sapere perché sei scappata cosi. Che è successo?- chiedo.

-Che ti importa?- chiede scettica.

-Come?- chiedo quasi in un urlo, infatti Simone mi guarda preoccupato.

-So che non ti importa di me.- dice amaramente.

Ma che cazzo sta dicendo? Non posso credere che abbia detto una cosa del genere!

-Non dire cazzate. Mi importi Valentina, e lo dovresti sapere.-

-Non so un cazzo, Diego! Ho paura di soffrire, ok? Non so quello che siamo. Alessandro ha preso a botte dei ragazzi, per Alessia. La missione mi ha sconvolto. Cos'altro vuoi sapere? Eh? Sto male. Io penso di provare... Io credo... Dio, neanche io lo so! Sono esaurita. Non volevo vedere più nessuno e me ne sono andata, contento di sapere queste cose? Eh?-

Avrei dovuto saperlo. Avrei dovuto esserci e capirla. Invece l'ho solo confusa di più.

-Scusa.- sussurro.

Ride amaramente e mi fa male il cuore.

-Non mi servono le tue scuse Diego. In realtà non hai fatto nulla di male. Sono io quella che pensa troppo. Sono io quella che prova qualcosa in più sempre. Sono io il problema.-

-Non sei tu il problema, Valentina! Sono stato io fin dall'inizio. Troppe cose, troppe cazzate. Sei esplosa. Però ti prego torna. Ho bisogno di te.-

-Tu hai bisogno di me?- chiede apparentemente sconvolta.

-Ne dubitavi? Non ti ho dato abbastanza, Valentina, lo so, me ne sono reso conto troppo tardi, però adesso torna e sta con me, ok? Ho bisogno che tu ci sia.- ammetto nel panico.

-Io non...-

-Non lo sapevi, perché sono stato stupido e non ti ho mai detto tutte queste cose e hai iniziato a dubitare. Tutto ciò è stata colpa mia.- asserisco serio.

-Diego io penso di provare qualcosa di più di quello che provi tu per me.- dice tanto veloce che pensavo di non capire, però il messaggio arriva forte e chiaro.

-Valentina...-

-Non devi dirmi nulla, già lo sapevo, Diego, adesso però devo andare. Comunque torno domani mattina alle 10 e mezzo e che nessuno si azzardi a venirmi a prendere all'aeroporto sennò prenderò il prossimo aereo per le Hawaii e a quel punto non torno più.- dice dura.

-Tu non andrai proprio da nessuna parte a costo di legarti al mio letto.- dico serio.

Non scherzo. La legherei davvero al mio letto e quello che le farei neanche se lo immagina e davanti questo pensiero, sorrido malizioso.

-Diego, ma che dici?- chiede ridendo.

Mi mancava la sua risata e risentirla adesso mi infonde coraggio e felicità.

-Vuoi che ti spiego per filo e per segno quello che farei con te nel mio letto legata?- chiedo cercando di non farmi sentire dagli altri presenti della sala.

Simone mi guarda sgranando gli occhi e ridacchia, poi torna a fare quello che stava facendo.

-Cristo santo! Stai zitto!- esclama divertita.

Sicuramente è rossa dalla vergogna e si noteranno di più i suoi occhioni azzurri. Vorrei tantissimo essere li con lei, per poter vedere questa scena. Adoro quando si imbarazza per qualcosa che dico.

-Che succederà quando tornerò?- chiede cupa.

-Prima di tutto dovrai spiegare alcune cose ai tuoi, perché ieri erano sconvolti e poi te la farò pagare per non avermene parlato prima. Ti devi fidare di me. Avresti dovuto dirmi tutto. Cazzo, ci conosciamo da 4 anni, Valentina. Ti costa ancora parlare di certe cose con me?- chiedo.

-Stavano davvero male? Dio, mi sento così in colpa!- impreca.

Anche io, piccola. Non puoi capire quanto.

-Non hai risposto alla mia domanda.- asserisco.

-Io mi fido di te Diego, ma avevo paura, ok? E poi io neanche sapevo di tua sorella! Mi è quasi sembrato di non conoscerti per niente!- esclama spazientita.

Nessuno sa di mia sorella, a parte i più importanti. Visto che lei è importante, forse più importante di tutto il resto ha il diritto di saperlo. Non è più la quattordicenne timida che conobbi 4 anni fa.

Adesso è una donna e voglio che sia mia per sempre.

-

Barcellona, ultima sera.

Valentina's pov.

Mi chiedo ancora come Diego abbia fatto a trovarmi. Il mio cellulare aveva anche segnale, cosa impossibile visto che sto in Spagna e ho la sim italiana. Quando ho sentito la sua voce ho realizzato quanto mi manca. Non mi sarei mai immaginata di parlare con Diego di quel problema che mi affligge da quasi una settimana. E poi per telefono con me in spagna. Surreale. Ha detto che devo fidarmi di lui, che devo esserci per lui. Adesso mi sento più forte, e piè tranquilla. Quando gli ho detto che provo molto di più che solo piacere per lui, un peso nel petto di è completamente sciolto dal mio petto. Puf! Sparito. E poi ha fatto il solito malizioso ed io quasi gli attacco il cellulare in faccia. Stavamo passeggiando per le strade di questa città e poi mi squilla il cellulare. Alessia e Mike mi hanno guardata sbalorditi, ma alla fine hanno riso più loro che io, probabilmente per la mia faccia rossa. La valigia è già pronta da un po e adesso sto ripensando a tutto quello che è successo in questa estate: Diego, la voce, la missione, nuove coppie, Marco che sparisce, i miei sentimenti, amicizie, compleanno, diciotto anni, Diego di nuovo e tutte le cose che mi ha ammesso, mio fratello, allenamenti, mia cugina, mio zio, il fatto che sono andata via così. E adesso posso solo dire che tornerò più tranquilla e senza pesi sul petto. Prima di parlare affronta i tuoi genitori. Cazzo... Sarà un disastro. Penso che mi urleranno contro per ore anzi, ne sono quasi certa. E in più mio fratello ne rimarrà molto deluso. Penserà che non mi sono fidata di lui anche se in realtà non avevo bisogno di fidarmi di qualcuno, ma solo di andarmene. Sei scappata. Ok, scappare, ma capita a tutti di voler lasciare i propri problemi alle spalle, anche se si sa che staranno sempre lì ad aspettarti al ritorno. Prenderò le mie responsabilità e risolverò tutto, ma adesso dormo sennò domani mattina neanche una banda mi sveglia, per prendere l'aereo. Dopo la tempesta c'è il ciel sereno, dopotutto.

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