48. Why?

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Valentina's Pov.

L'ennesimo schiaffo parte da Arlecchino e arriva dritto al mio viso. Oramai non sento più le mie guance, oramai non sento più niente. Sono completamente vuota.

-Ci siamo incontrati troppe volte, piccola, dimmi cosa cazzo avete scoperto!!!- esclama incazzato.

Lo guardo male e sputo il sangue che esce dal labbro. Odio il sapore del sangue più di ogni altra cosa.

-Non parli? Bene, vedremo cosa penserà il tuo bel fidanzatino quando ti troverà morta davanti il suo appartamento. Vorrei vedere la sua reazione.-

Questo mi porta al limite dopo cinque giorni passati ad essere colpita, frantumata, toccata, isolata. Piango triste e sola, mentre lui continua a colpirmi e inveire contro di me. Le lacrime scorrono sulle mie guance copiose mentre il mio petto si rinchiude in un morsa. Abbasso la testa e anche se sono legata sui polsi e le gambe mi lascio completamente andare ad un pianto liberatore, triste, mio.

Ad un certo punto la porta scatta e si spalanca. Alzo lentamente la testa.

-Alza quelle cazzo di mani, stronzo!- esclama Diego puntando la pistola alla testa di Arlecchino.

Le teste di cuoio ammanettano tutti i complici e li portano fuori rapidamente, Alessia e Sabrina corrono verso di me mettendo apposto la pistola. Mi slegano le mani e le gambe e lentamente mi fanno alzare. Mi gira la testa, piango e le gambe non mi reggono.

-Alessandro!- esclama Alessia guardando mio fratello riempire di pugni ad Arlecchino.

È un essere ripugnante.

Mio fratello si volta di scatto e viene verso di me. Mi prende in braccio e io rimango penzolante dalla spalla.

Marco blocca Arlecchino e anche Diego inizia a riempirlo di pungi.

-Sei un bastardo! Facile prendersela con una donna eh! Combatti con me!- esordisce incazzato come non l'ho mai visto.

Arlecchino incassa i colpi in silenzio e poi sorride malefico.

-Togli la maschera, Diego.- dice Sabrina.

Vorrei tanto oppormi, non volendo sapere chi è l'artefice del mio inferno.

Diego grugnisce e si avvicina lentamente a lui. Prende la maschera dal fondo e la toglie rapidamente svelando il volto di mio zio.

Poi parla.

-Piccolo tesoro.-

La voce. La sua voce mi riporta alla missione, mi riporta alla mia vita. È sempre stato lui, sin dall'inizio. Sempre e solo lui.

-Diego vieni qua.- asserisce cupo Alessandro.

Il mio ragazzo mi prende in braccio e mi osserva. Rimango a guardare la scena ancora completamente scioccata.

Alessandro gira intorno al mio presunto zio artefice del mio male e poi si blocca davanti a lui.

Si scaglia su di lui con un pungo che lo lascia completamente inerme mentre Marco lo lascia cadere. Lentamente andiamo tutti fuori e l'aria mi colpisce rinfrescandomi.

Mia madre e mio padre corrono verso di me e mi abbracciano forte facendomi scendere dal mio ragazzo. Non parlo, non piango, non rido.

Vuota.

-Figlia mia, parla!- tuona mio padre.

Incrocio i suoi occhi azzurri come i miei un'altra ondata di affetto mi colpisce troppo in pieno.

-Papà.- sussurro.

Mi abbraccio forte insieme a mia madre che piange le sette camicie e si dispera. Saliamo sul camioncino e partiamo.

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora