35. He came back.

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La mattina dopo mi sveglio già stanca, perché dopo quella conversazione con mia madre sono andata al letto, ma non ho chiuso occhio fino alle 3 del mattino. E mi sono svegliata alle 6. Bella merda. Mi infilo un paio di pantaloncini corti azzurri di jeans a vita bassa e una canottiera bianca. Non ho voluto esagerare quindi sotto mi sono messa un reggiseno bianco. Mi metto anche una felpa grigia, perché fa abbastanza freddo questa mattina e perché non di stare troppo nuda davanti a Diego. Prendo il cellulare, metto gli occhiali per coprire le occhiaie e porto in avanti i capelli rimasti dentro l'abito.

Scendo di sotto e saluto mia madre baciandola sulla guancia.

-Ciao mamma, ci vediamo quando finisco.- dico.

-In bocca al lupo, amore.- mi dice.

Sorrido e poi mi avvio alla porta di casa. Alessandro mi passa vicino e mi prende a braccetto. Anche lui ha l'aria stanca. Queste alzatacce d'estate non mi piacciono mica.

-Forza sorellina, andiamo.- dice con voce ancora assonnata.

Ridacchio e poi usciamo di casa. Camminiamo lentamente  per arrivare alla Centrale in un rigoroso silenzio.

-Valentina, ho visto quello che è successo ieri con Diego...- dice e i suoi occhi grigi come quelli della mamma mi guardano preoccupati.

Preferivo il silenzio.

-In realtà non è successa gran cosa, ma ora mi ignora.- dico sconsolata.

-Sapevo che saresti finita soffrendo.- ringhia e la sua espressione cambia.

-No, Ale, non ci provare. Non voglio altri drammi. Risolverò tutto io.- asserisco seria.

Ci manca solo una rissa per colpa mia poi me ne vado a Baghdad e ci rimango per sempre. Sbuffa e alza le spalle.

-Okay, ma se va oltre ogni limite, gli spacco la faccia.- dice duro.

Me lo immaginavo.

-Grazie, fratellone.- dico e mi accoccolo al suo fianco.

Mi circonda le spalle e apre la porta per farci entrare. Alessia sta seduta su una sedia a poltrire. Apre gli occhi e sorride al vederci.

-Carini i fratellini.- dice sarcastica e si alza.

Bacia la mia guancia e poi va a sbaciucchiare mio fratello. Alzo gli occhi al cielo e poi mi siedo sulla sedia dove stava Alessia. Sono davvero carini insieme. Magari Diego mi parlasse e mi baciasse, ma non lo fa e mi mi manca da morire. Vorrei tanto abbracciarlo, dirgli che ci starò sempre, che posso affrontare anche i suoi problemi, che andrà tutto bene. Invece mi ignora da due giorni anche se si sarebbe fatto sentire lui. Cioè potrebbe anche entrare adesso e baciarmi fino a farmi mancare il fiato, ma può anche non farlo, trafiggendomi. Mi alzo dalla sedia quando il capo entra nella Centrale. Fa un po senso stare davanti a lui così, perché questi pantaloncini sono davvero striminziti. Grazie felpa, infinitamente grazie.

-Buongiorno a tutti. Nella sala riunioni, per favore.- dice ed entra.

Dopo lo seguo e mi siedo affondando nella sedia e sospiro. Alessia si siede vicino a me.

-Diego si è fatto sentire?- chiede.

Scuoto la testa e poi sospiro. Lei sbuffa infastidita e poi incrocia le braccia al petto.

-Inizio seriamente ad odiarlo, anche se è un delle persone delle quali mi fido di più.- dice sconsolata.

La capisco perfettamente. Tutto il resto degli agenti e generali entrano nella sala e si accomodano. Matteo mi sorride e io noto un grande succhiotto sul suo collo. Si rende conto che lo visto e si imbarazza un po. Ridacchio ma poi faccio un gesto di noncuranza. Luca mi fa l'occhiolino e io alzo gli occhi al cielo. Già è bello, capire che è un Don Giovanni lo fa ancora più fastidioso. L'altro ragazzo borbotta un 'ciao' e si siede. Diego? Bhè neanche mi guarda. E mi fa male il cuore, perché lo amo e perché mi sta ignorando per non so quale strana ragione. Non si è fatto sentire come aveva detto e io non so più che pensare. Dovresti provare a farti avanti. C'avevo pensato, perché se andiamo avanti così, prenderemo la pensione senza rivolgerci la parola. Il capo parla e ci da le ultime news, per qualsiasi evenienza. Ci da le famose borse che sono grigie con delle armi e cose normali. Ci infilo il telefono e mi alzo. Sistemo la sedia e mi metto a tracolla la borsa.

-In bocca al lupo, agenti.- dice il capo e esce.

Usciamo anche noi e ci ritroviamo a sistemare le ultime cose. Sono un po in ansia e vorrei che Diego mi baciasse. Cristo! Sta diventando una ossessione!!!

-Usciamo tra un quarto di ora.- dice Sabrina.

Decido di andare in negli spogliatoi per stare il più lontano possibile da lui e tranquillizzarmi un po. Respiro profondamente e mi siedo sulla panca. Devo esserci al 100% per questa missione e non posso lasciarmi influenzare. Continuo a auto convincermi che devo lasciarlo perdere almeno per oggi finché la porta non si apre e si richiude con un giro di chiave. Non alzo nemmeno lo sguardo. Tanto so che è Alessia.

-Dobbiamo parlare.-

Non è Alessia e mi si mozza il fiato. Alzo lo sguardo e trovo gli occhi azzurri e tristi del ragazzo che amo. Per poco non scoppio in lacrime.

-Okay.- rispondo.

-Sono stato uno stronzo. E mi dispiace infinitamente, Valentina. Se non vorrai più parlarmi, sono d'accordo. Però ti giuro, ce la metterò tutta per riconquistarti.-

Mi alzo dalla panca e vado da lui. Cammino determinata a baciarlo fino allo sfinimento e di dirgli che mi era mancato.

-Non provare mai più a chiuderti in te stesso, perché giuro su Dio che ti prenderò a sberle fino al mal di mano e me ne andrò per sempre.- dico dura.

Lui sembra sorpreso e dopo annuisce.

-Penso che ti sequestrerò.- dice divertito.

Metto le mani sui pettorali e mi ritrovo sotto di lui. É così alto che mi era mancato. Posa le mani sui miei fianchi e mi avvicina a lui.

-Scusa, agente. Sono stato idiota, ma mi sentivo in trappola.-

Da cosa? Non chiedo nulla perché il mio cuore batte troppo forte e perché non mi sembra vero. Sto di nuovo tra le sue braccia.

-É tutto okay. Mi sei mancato.-

In risposta mi bacia con una foga incredibile. Mi alza da terra e circondo il suo bacino con le gambe. La sua lingua già accarezza la mia come se non fosse successo nulla, come se non mi avesse ignorato e come se Sara non fosse tornata. Mi morde il labbro e gemo sommessamente. Si siede sulla panca quindi mi ritrovo sopra di lui, in tutto e per tutto. Accarezzo i suoi pettorali, poi il collo fino a tirare i suoi capelli morbidi. Lui invece mi avvicina ancor di più a lui finché le nostre intimità si toccano. Boccheggio sentendo la sua erezione premere su di me. Mi allontano e trovo un sorrisetto malizioso sul suo volto.

-Fortunatamente porto la tuta, tesoro.- dice con voce roca facendomi arrossire. -Mi era mancato, sai?- continua

-Cosa?- chiedo non capendo.

-Il tuo rossore sulle guance.- risponde e poi sorride.

Abbassa lo sguardo al mio petto e poi corruga la fronte.

-Il fondotinta non copre nulla.- ammicca e con il pollice toglie ogni residuo dal succhiotto.

Annaspo sentendo il tocco leggero e sento che avvampo di nuovo. Mi sembra passata una eternità da quando mi ha toccata. Adesso la chiazza rossa si vede perfettamente e, anche se sono passati due giorni, è intatta.

-Mi piace molto di più.- dice e sorride.

Ridacchio e scuoto la testa. É sempre lo stesso e mi era mancato una cosa pazzesca. Poso la testa nell'incavo del suo collo e lui mi circonda con le braccia. Siamo perfetti insieme, ci incastriamo alla perfezione. Lo amo.

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora