13. The restaurant.

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Verso le 4 siamo tornati a Roma e adesso sto poltrendo sul divano. È stata una bella giornata sinceramente: abbiamo mangiato un panino al volo, ci siamo fatti il bagno tante volte e ho riso tanto. È bellissimo stare con gli amici e sentirsi così bene. Non so cosa farei senza di loro. Matteo mi ha sopportato tutto il tempo: non ho fatto altro che chiedergli di tuffarmi, ma non essendo una peso piuma, dopo un po si era stancato, ma aveva continuato a sorreggermi. Mike ha ricevuto un paio di chiamate, ma non ha risposto a nessuna. Spero solo che quando arrivi a casa suo padre non gliela faccia pagare. Essendo maggiorenne adesso dovrò iniziare ad essere più responsabile e devo stare più attenta alle mie azioni, ma sinceramente mi sento ancora una ragazzina piccola e sensibile agli attacchi esterni anche se ho un gran carattere. Diventare maggiorenne non ha nulla di speciale a parte per il fatto che adesso ho le porte aperte per il carcere.

-Tesoro stasera andremo a cena fuori per il tuo compleanno. Ci saranno tutti. Spero tu voglia darti una sistemata.-

Mia madre mi risveglia dal mio mondo e sbuffo pesantemente.

-Vado a prepararmi allora.-

-Tra una ora usciamo.- dice e se ne va nel suo studio.

Perfetto. Una ora e si mangia. Salgo le scale e vado in bagno. Mi infilo sotto la doccia e l'acqua tiepida mi rilassa. Ho sempre amato avere l'acqua nel mio corpo, assaporarla... bhè solitamente assaporo l'acqua salata del mare non quella della doccia, però è comunque bellissimo sentire come ti scorre nel corpo. Mi insapono bene corpo e capelli, mi risciacquo e esco. Vado nella mia stanza e mi asciugo molto lentamente. Dalla finestra semi aperta sento il vociare dei turisti e dei clienti del bar. Mi siedo sul bordo del letto e chiudo gli occhi un instante. È bellissimo rilassarsi cosi.

-Valentina, datti una mossa!-

Apro di colpo gli occhi sentendo mia madre gridare.

-Va bene!- sbuffo.

Apro lentamente le ante del mobile e fisso il contenuto. Sinceramente non so che mettermi, perché fa un caldo spaventoso. Cerco nell'armadio una cosa e la trovo nel fondo del mio armadio. È una gonna nera lunga leggermente trasparente con uno strappo laterale. È proprio come me la ricordavo. Questa capo ha una storia... circa un anno fa stavo in vacanza in spagna con mia madre, mio padre e alessandro. Eravamo andati a Barcellona e faceva davvero un caldo spaventoso. Erano circa le sei di sera e mio padre con alessandro erano tornati in stanza con testuali parole "fa troppo caldo e stiamo soffrendo" poveri piccoli, pensai sarcastica. Io e mia madre decidemmo andare in giro a fare un po di shopping e appena vidi questa gonna me ne innamorai all'istante. Aprì il mio borsello e mi resi conto che non avevo neanche piu un centesimo dei soldi che mi avevano dato i nonni e ci rimasi male. "Mamma quella gonna li mi piace davvero tanto!" ammiccai. Lei, come se mi avesse letto nel pensiero, me la comprò, ma mi disse che l'avrei dovuta mettere dopo i 18 anni non so per quale ragione ed eccomi qua. A quel ricordo sorrido come una ebete. Infilo una camicetta blu scura leggera dentro della gonna e metto delle zeppe nere. Stasera sarò alta anche io!! Inizio a asciugarmi i capelli con l'asciugamano e decido di lasciarli così. Mi trucco con una passata di mascara e vado di sotto.

-Mamma, sono pronta!- grido e mi accascio sul divano.

-Fatti vedere tesoro.- dice e mi alzo riluttante accontentandola.

-Questa gonna è quella che ti comprai in Spagna l'anno passato, no?- mi chiede sorridendo.

Annuisco e faccio una giravolta per fargliela vedere per bene.

-Spero solo di non cadere dai tacchi.- mi lamento ridendo.

Ridacchia. Di colpo mi viene in mente che mi manca qualcosa...

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora