20. The voice.

814 31 1
                                    

Dopo l'allenamento Diego mi riaccompagna a casa.Non che me l'abbia chiesto, anzi! Dispotico si è avvicinato a me e mi ha asserito senza mezzi termiti "Andiamo. Ti accompagno io a casa.". In più mi ha preso per il braccio e mi ha trascinato, sotto le mie lamentele, alla macchina. Altra scena ultra comica. Durante il tragitto parliamo del più e del meno e dice delle battutine davvero stupide, ma non riesco a trattenermi dal ridere. Quando arriviamo scendo dalla sua macchina e mi fermo davanti al cancelletto di casa mia. Lui si ferma davanti a me divertito.

-Sai perché la farina non ha mai problemi?- chiede per l'ennesima volta.

Lo guardo male e lui ridacchia per la mia espressione, ma non demorde. Poso le mani sui miei fianchi e sbuffo.

-No, perché?- cantileno.

-Perché li-evita!- esclama iniziando a ridere.

Ok, questa è carina. Rido con lui. Rido perché adoro vederlo ridere. Rido perché la sua risata è contagiosa e perché ha un sorriso splendido.

-Adesso entra e mangia! Ti chiamo più tardi.- dice dispotico come sempre.

-Va bene, capo.- rispondo facendo il saluto militare.

Ridacchia e poi mi circonda i fianchi. Si avvicina a me e mi bacia le labbra. Dopo intrufola anche la lingua e inizia ad accarezzare la mia. Ok, questo sta diventando una cosa davvero poco innocente e stiamo in pubblico. Mi allontano spintonandolo dal petto. Sbuffa e mi ruba un altro bacio.

-Ciao, femminuccia.- mi saluta.

-Ciao, stronzo.- rispondo e mi avvio a casa mia lasciandolo divertito.

Delle voci si sentono da fuori e un brivido percorre la mia schiena. Una voce è cosi simile alla voce dell'ultima missione, dell'uomo senza volto. Il mio respiro si accelera di colpo e sussulto. Forse mi starò sbagliando. Tentenno un po ad entrare infatti sento le mani di Diego sui miei fianchi.

-Piccola, che succede?- chiede prontamente.

Potrei parlarne con lui, ma non ora, devo esserne certa prima.

-Tutto okay. Non ti preoccupare.- rispondo.

Mi giro verso di lui e lo bacio sulle labbra dolcemente. Credo sia la prima volta che lo bacio di mia spontanea volontà, perché solitamente è lui che mi ruba i baci. Sorride: gli occhi gli brillano, la mascella marcata si attenua per il sorriso e i denti bianchi spiccano, è bellissimo. Mi rigiro, però, e entro dentro casa, per vedere chi può avere questa famigerata voce. Sto per piangere. Appena dentro trovo mio zio, mia cugina, mio padre e mia madre fissarmi felici. Ok, forse non piango più: si tratta di tutta la mia famiglia!

-La mia cuginetta!- mia cugina corre verso di me e mi abbraccia forte.

-Ciao Clara! Come stai?- chiedo allegra vedendola.

Sono davvero felice di rivederla, è un sacco che non la vedo ne la sento.

-Dio mio! Stai una meraviglia!- esclama.

-Disse la modella!- sentenzio divertita.

Clara è la mia cugina maggiore, ha 22 anni e anche lei è una spia, ma non di Roma. É bionda chiara e ha gli occhi marroni in più è alta un sacco ed è magrissima. É simpatica e ha un grande senso dell'umorismo. Mi è stata un sacco vicino nei primi periodi degli allenamenti.

-Forza! Vieni qua.- mi accompagna al salone dove ci sono tutti.

Li saluto e poi mi accomodo sul divano vicino a Clara mentre i nostri genitori parlano.

-Ho visto un bel ragazzo andarsene... Chi è?- sussurra.

Avvampo di colpo e poi le prendo la mano invitandola a venire con me per parlare.

-Mamma, papà, io e Clara andiamo di sopra.- asserisco alzandomi.

La trascino fino alla mia stanza e richiudo la porta.

-Allora? Chi è?- chiede di nuovo con un sorrisetto sulle labbra fine.

-Ehm... In realtà è il mio generale.- rispondo.

Sgrana gli occhi e la sua espressione diventa seria, talmente tanto che mi spaventa.

-Sai che non potete vedervi?- chiede.

-Si che lo so, ma mi sto innamorando, cioè mi piace un sacco, forse qualcosa in più. Non lo so, non ci capisco più niente.- rispondo e poi mi tappo la bocca per aver parlato così tanto e così rapidamente.

Lancia un grido di felicità e salta come una bambina sul posto. Sorride come se avesse vinto alla lotteria e applaude due volte.

-Era ora Valentina! La tua adolescenza è andata a puttane nella centrale, porco cane!- sentenzia divertita.

-Quello è vero, ma in realtà non potremmo avere nessuna relazione.- affermo triste.

Se solo ci beccassero sarebbe la fine. Ci tengo un sacco a lui e poi uno dei due verrebbe inviato ad un altra Centrale e per me sarebbe un incubo.

-Adesso vivi questo tuo momento con lui, poi vedremo.- mi rassicura.

-Finita questa missione ci proclamano generali.- la informo sorridendo.

Urla di nuovo e salta di nuovo come una bambina. È infantile, ma le voglio un sacco di bene. Mi sdraio sul mio letto e lei fa lo stesso affiancandomi. Vedo un sacco dello zio in lei: ad esempio gli occhi sono identici e anche lo sguardo serio, pero i capelli sono come quelli che aveva la zia, biondi bellissimi, lunghi e luminosi.

-Quindi, ti piace davvero questo Diego?- chiede guardandomi.

Annuisco con la testa sforzandomi di non pensare a lui e a quel bel sorriso che ha, a quelle sue piccole attenzioni e gesti dolci, ai suoi abbracci, ai suoi baci e alle sue mani su di me. Chiudo forte gli occhi e deglutisco.

-Ma fin dove siete arrivati? Voglio dire... avete superato il bacio?- chiede cauta.

E adesso che le dico? Potrei dirle che siamo andati appena oltre il bacio, ma non andrebbe bene in realtà, perché non lo deve sapere nessuno. Neanche Alessia lo sa, pero non parlo con lei da ieri. Oggi neanche l'ho salutata. Diego mi ha trascinata via tutto in fretta. Forse dovrei parlarne sia con mia cugina che con la mia migliore amica, pero prima con una e poi con l'altra. Chi per prima? Non lo so. Clara mi è stata vicina nei miei momenti difficili, ma non abbiamo parlato mai di questioni amorose, invece con Alessia... Bhè con lei ho vissuto praticamente tutto il mio momento difficile e abbiamo anche parlato di ragazzi. Forse è meglio che aspetto.

-Allora?- chiede nuovamente.

-No, nulla oltre il bacio.- rispondo mentendole.

Mi dispiace mentirle, ma non mi sento pronta. É successo questa stessa mattina, imbecille. Ciao coscienza.

-Ragazze, è pronto!- mia madre grida dal piano di sotto che il pasto della giornata è pronto.

Salto giù dal letto come una scimmia seguita da Clara e ci dirigiamo correndo in cucina visto che mangeremo li tutti insieme. Appena entro un flusso di ricordi si fa parte nella mia testolina bacata. Stamani... Ok, devo calmarmi. Deglutisco e mi accomodo vicino a mia cugina nella sedia e aspetto che mia madre ci porti il primo piatto. Mi porge la pasta al sugo fumante. Che fame! Non mi ero accorta di avere tutta questa fame. Inizio a mangiare mentre gli 'adulti' parlano del più e del meno. Clara si gira verso di me e ricambio lo sguardo aspettando che dica qualcosa.

-Come va la missione?- chiede.

-Più o meno bene.- rispondo.

Annuisce con la testa, ma continuo a sentire i suoi occhi scuri su di me.

-Sei sicura?- chiede smettendo di mangiare.

-Mmh mmh.- mugugno con la bocca piena.

Ricominciamo a mangiare tranquillamente mentre il caldo dell'estate aumenta. Se ci mettiamo che anche la pasta è bollente, allora ora mi sciolgo.

-Sto iniziando a grondare.- sussurro.

Lei ridacchia appena e posa la forchetta sul piatto vuoto. Perché ho sentito quella voce? Forse ero solo impaurita e il mio subconscio mi ha fatto venire in mente quella maledetta voce. Nessuno della mia famiglia è immischiato in qualcosa del genere. So per certo che è impossibile. O questo è quello che credi tu.

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora