47. Stay with you.

521 24 0
                                    

Valentina's Pov.



Sento un leggero venticello sul mio viso e apro gli occhi. Che ore sono? Da quando c'è vento qua dentro? Perché la porta è aperta? Mi fa male tutto e non mi sento più le gambe.

-Ciao.- dice qualcuno alla mia destra.

Mi volto di scatto, ma un dolore lancinante alla schiena mi fa rallentare.

-Tu chi sei?- chiedo.

Si alza e noto già la differenza di altezza. È un ragazzo sui venticinque anni, snello con il viso intelligente, ma con due occhi color ghiaccio che mi avrebbero intimorito in un'altra situazione.

Bastardo anche lui.

-Il medico di questa combriccola. ti devo medicare, prima di una infezione.-

Prende tutto l'occorrente, mi slega le gambe e i polsi e quasi piango da quanto sono indolenzita.

-È un giorno che sei incosciente, come stai?- mi chiede.

Lo guardo male e smuovo un po le spalle.

Domande del cazzo, gente del cazzo.

-Secondo te come sto?-

Ridacchia e poi mi medica tutte le ferite. C'è parecchio sole in questo momento, però mi sento inchiodata nell'oscurità. C'è da ammettere che l'acqua ossigenata brucia come una fiamma vicino ad un corpo. Mi immagino il mio viso.

-Che ore sono?- chiedo.

-Le tre del pomeriggio. Dormi da ieri mattina.- mi informa.

Mentre mi medica rimaniamo in silenzio e poi mi incatena di nuovo i polsi, ma lascia libere le gambe. Non voglio immaginarmi il mio aspetto in questo momento, ma interiormente sto di merda.

-Qualsiasi... qualsiasi cosa nulla, mi dispiace.- dice alzando le spalle e se ne va mentre entra Arlecchino.

-Piccoletta.- ammicca.

-Ma vaffanculo!- esclamo.

Ridacchia compiaciuto e io sospiro. Sono stanca e stufa, spero che finisca questa situazione in un modo o nell'altro.

-Come stai? Fame?-chiede avvicinandosi a me con una bottiglia d'acqua.

Ne bevo un bel sorso e la gola mi brucia per le urla e per la disidratazione.
Mi sorride e la pelle si accappona. Mi fa schifo e mi sento uno schifo.

Tutto uno schifo allora.

Ci manchi solo tu e la mia vita può concludersi.

-Ci vediamo più tardi, piccola, fa la brava.- ammicca e poi se ne va.

Non ho neanche la forza di ribattere che ho sempre. Non ho la forza di fare nulla.

Neanche di vivere.

-

Diego's Pov.

Sono passati cinque giorni dalla rapimento di Valentina e non ho notizie. Nessuno ha notizie. Quando Alessandro ha comunicato tutto il casino ai suoi genitori, mi sono beccato un pugno dal padre e subito dopo le scuse della madre. È stato uno dei momenti più strani e strazianti della mia vita. Mi alzo dal letto dopo l'ennesima notte insonne e mi lavo. Mi preparo e vado alla Centrale di nuovo. Potrei metterci un letto qui cosicché non dovrei ogni volta fare avanti e indietro e cercare anche di notte.

-Buongiorno Diego, caffè?- chiede Simone mentre entro nell centrale elettrica.

Annuisco e mi siedo in una poltrona. Non so più che fare. Cerco, cerco e cerco. Non ho avuto nessuna notizia da lei e dai rapinatori. Il niente.

Nulla.

Simone mi porta il caffè e Marco e Sabrina corrono verso di me come dei forsennati.

-Diego, cazzo! Ma sei stupido?- esclama Sabrina facendo girare tutti i lavoratori.

Io rimango basito davanti la sua sfacciataggine e poi Marco parla.

-Un certo bracciale, costato quanto me e lei insieme, microcip.- dice parole a caso che completano il puzzle nel mio cervello.

Lo abbraccio e poi prendo il cellulare.

Avevo regalato a Valentina il ciondolo e avevo inserito in quest'ultimo un microcip per ogni evenienza, ma non mi è venuto in mente. Perché cazzo non ci ho pensato prima???

-Stavamo parlando ieri sera e mi è arrivato questa mattina come un fulmine a ciel sereno. Mi avevi fatto un testa così per quel regalo.-

Mi sorride e poi con la sua ragazza tornano di là per allenare i ragazzi più giovani.

-Ho capito, mettiamoci al lavoro.- asserisce serio Simone e iniziamo al ricerca.

Due ore dopo sono circondato da Alessandro e Alessia, Marco e Sabrina mentre ci infiliamo i giubbotti anti-proiettili e le attrezzature che ci servono: revolver, coltelli, manette. I genitori di Valentina verranno con noi, ma rimarranno nel camion che ci porterà là.

Il capo anche ci ha raggiunto. Mi guarda orgoglioso, ma evito il suo sguardo da quando gli ho confessato che avrei chiesto di sposarci a Valentina appena si sarebbe sistemato tutto. Lo farò davvero e nulla mi ostacolerà.

Sospiro profondamente. Vado a riprendermi la mia ragazza costi quel che costi.

-Avete ogni diritto e dovere di colpire chiunque intralci il vostro obbiettivo. E complimenti ragazzi! Siete davvero in gamba.- ci dice e se ne va.

Mi infilo l'auricolare per poter parlare con Simone che rimarrà nel camion e sospiro di nuovo. Sono pronto a riprendermi la mia ragazza.

-Andiamo.- asserisce Alessia.

Tra tutti lei è quella più testarda e determinata di tutti. La ammiro. Non me lo sarei mai aspettato.

Usciamo dal retro e entriamo nel camion. Le teste di cuoio ci seguono in un altro camion e per non dare nell'occhio Sabrina l'ha dipinto tutto di rosa shocking. Proprio agenti seri siamo.

Partiamo e il mio cuore inizia a battere molto forte. La sto per rivedere e per uccidere quella testa di cazzo che le ha fatto tutto questo.

Rimaniamo in silenzio tutto il viaggio, mentre le madre della mia ragazza sonnecchia sulla spalla del marito e Alessandro regge Alessia scoppiata in un attacco di risarella con Sabrina. Vi assicuro che da fuori può sembrare che non siamo affidabili per niente, ma se non ci fossero stati loro non avrei resistito a questa situazione. Sono i miei amici, non solo perché ci sono stati per me, ma perché una vita senza di loro non me la immaginerei.

Non sarebbe la mia vita.

-Andrà tutto bene, figliolo.- mi dice Gianni.

Gli sorrido e poi torno a guardare la strada.
Oggi sembra che a Roma sia scoppiata una guerra tra le macchine, che tutti i negozi abbiamo abbassato i prezzi del 80%. Ma che cazzo?

Iniziamo ad uscire da Roma passando per il GRA (grande raccordo anulare) e poi prendiamo una strada molto più periferica e molto poco trafficata. Dallo specchietto retrovisore vedo sempre il camion delle teste di cuoio seguirci.

Stiamo per arrivare, amore mio, resisti.

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora