19. Astinenza.

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Diego's pov.

Sto stravaccato sul divano di casa di Valentina aspettando che si prepari. Quello che è successo poco fa... non ha paragoni. Da un semplice bacio siamo finiti ai preliminari e cazzo era bagnata! Devo riuscire a contenermi, perché non so se riuscirò a stare buono a lungo. Questo fatto di Generali e Agenti no mi farà impazzire. La adoro con tutto me stesso. Non riesco neanche a capire come siamo arrivati a piacerci così. Mi ricordo ancora la prima volta che la conobbi. Il capo ci aveva chiamato nella sala riunioni. Io avevo 19 anni appena compiuti e lei 14 anni. Stava li, seduta sulla sedia insieme ad altri ragazzi che stavano aspettando che i generali arrivassero. Insegnare tutto quello che avevano imparato noi era nuovo per me e per Marco. Ci assegnarono Valentina e Alessia. Andammo nella palestra e ci presentammo.

-Io mi chiamo Diego.- dissi.

Le porsi la mano che lei guardò dubbiosa.

-Io sono Valentina.- rispose e la strinse.

Cercai il suo sguardo, ma lei lo distoglieva sempre. Era così piccola e giovane. Con il passare del tempo ci siamo uniti e praticamente eravamo amici. Lei mi raccontava i problemi mentre faceva le addominali e io mi prendevo gioco di lei. Si incazzava un sacco, ma finivamo ridendo. Eravamo amici. Pero con il tempo è cresciuta ed adesso è una ragazza bellissima. Abbiamo continuato a parlarci, ma qualcosa è cambiato. É cambiato da quanto ci siamo presi a calci e pugni, perché ho adorato il modo in qui si è sfilata il protettore dalla testa e a scosso i capelli. Ho avuto lividi per una settimana. Sicuramente anche lei.

-Eccomi.- entra in sala con quei pantaloncini neri che le fasciano le cosce alla perfezione.

Infila qualcosa nello zaino mentre io mi alzo. Si gira verso di me pronta e mi sorride appena. Incastra i suoi occhi azzurri nei miei e per un attimo mi perdo. Faccio un passo verso di lei e la vedo deglutire. Passo una mano sulla sua guancia e chiude gli occhi per un istante. É magnifica. Le lascio un bacio sulle labbra e poi le prendo la mano.

-Andiamo?- chiede.

-Si, perché sennò penseranno che abbiamo fatto cose sconce.- rispondo e sussulta.

Ridacchio. Adoro anche quando arrossisce mentre la metto in imbarazzo. Usciamo di casa sua e ci dirigiamo nella mia macchina. Entriamo e metto in moto.

-Stiamo attenti nella Centrale.- biascica guardando le strade di Roma.

Annuisco.

-Ti ricordi quella volta che sei venuto a casa mia con i ragazzi?- chiede mentre guido.

Certo che mi ricordo. Ero andato per lei. Annuisco e poi continua.

-Perché hai detto che volevi giocare con me?- chiede cauta.

Stringo il volante e la mascella. Ero stato un idiota e ne sono cosciente. Non comprendevo quello che sento e sentivo per lei e mi incazzavo con me stesso e lei ci è finita in mezzo.

-Scusa per quella volta, io...- dico senza finire la frase non sapendo come continuare.

-Non è questo. Perché l'hai detto?- chiede nuovamente girandosi verso di me.

-Perché mi attraevi e non mi andava giù.- rispondo.

É la verità. Ridacchia amara e freno di colpo. Il suo corpo va avanti, ma la blocco con il braccio.

-Perché ti sei fermato?- chiede guardandomi negli occhi.

É impaurita, si nota palesemente. Chi frena in modo brusco così? Sono cretino o cosa?

-Sono stato un stupido, ok? Mi dispiace averti fatto stare male ogni volta che sei stata male per me. Cercherò di rimediare.- frigno come un bambino, ma ci tengo davvero a lei.

-Sinceramente ci avevo preso l'abitudine dai messaggi.- ridacchia al ricordo.

Non ricordo molto quella serata, ma i messaggi sono impressi nella mia testa vuota.

-Cominciamo insieme?- chiedo sorridendo.

Mi guarda sorpresa, molto sorpresa, ma poi annuisce ripetutamente ricambiando il sorriso.

-Insieme.-

Arriviamo alla centrale parlottando del più e del meno. Scende saltando e io mi imbambolo per come è, per come fa le cose con ingenuità anche se poco fa ha provato per la prima volta qualcosa di molto intimo che non aveva mai provato. E l'ha provato con me. Alza lo sguardo su di me e le sorrido.

-Non scendi?- chiede.

Annuisco e scendo. Un secchio d'acqua gelata farebbe al caso mio adesso. Sembra che sto dormendo in piedi! Entriamo mano nella mano e lei è cosi felice e sorridente che rende felice anche me. La segretaria non c'è, e nessuno nel corridoio.

-Vado nello spogliatoio.- dice avvertendomi.

Fa qualche passo, ma la blocco stringendo il suo polso. Si gira e si guarda intorno spaesata. La avvicino a me stringendole i fianchi e la bacio sulle labbra. Le sue mani si posano sul mio petto. Le accarezzo la schiena e poi mi allontano appena.

-Volevo averti un altro po...- cantileno.

Ridacchia e poi parla.

-Andrai in astinenza?- chiede furba.

Si morde il labbro per non ridere e le lascio un altro bacio.

-Forse...- sussurro prima di lasciarla andare completamente.

-

Valentina's Pov

Entro nella palestra che già brulica di urla e di risate. Tutti stanno alle spagliere svolgendo le addominali. Diego già sta facendo lo stronzetto di sempre e non mi sorprende. Quando mi ha detto 'cominciamo insieme?' credo di essere morta e resuscitata più volte. É stato cosi sincero e bello stamani che quasi non mi sembrava vero. E poi quello che è successo stamani... ho ancora il brividi al pensiero. Figuriamoci se lo rivivessi!

-Valentina, come mai tardi?- mi chiede Sabrina inclinando la testa.

-La sveglia non mi ha suonato e non mi sono svegliata in tempo.- rispondo mentendo.

Sono un asso nelle scuse, ma Diego ridacchia sotto i baffi e a me viene voglia di ucciderlo! Sabrina lo guarda stranita e io impreco in tutte le lingue. Ma non riesce a trattenersi? Così ci scoprono molto più facilmente.

-Inizio?- chiedo cambiando di discorso.

-Si, vai a correre adesso. Dopo torna qua.- risponde rivolgendo l'attenzione su i ragazzi alla spagliera.

Rivolgo un sorriso Alessia e lei ricambia. Mio fratello sta imprecando come un pazzo, perché deve fare una quantità di addominali incredibile e ha l'acido lattico in circolazione come Valentino Rossi a Valencia.

-Diego, vai con lei.- dice secca Sabrina.

-Dispotica.- sibila lui.

Fuori dalla palestra, all'aria aperta, inspiro profondamente. Faccio qualche passo e poi mi blocco a sistemare le scarpe prima di iniziare a correre.

-Corro?- chiedo rivolgendomi a Diego che già mi fissava divertito.

-Che hai da ridere?- chiedo sorridendo.

Incrocio le braccia davanti a me e inclino la testa in un lato. Lui allunga le sue braccia ai lati e mi guarda con aria di sfida. Lo copio e aspetto una sua mossa. Fortunatamente sta lontano abbastanza, così posso prevederlo. Inizia a correre verso di me e io faccio lo stesso allontanandomi da lui. L'aria fresca della corsa mi scompiglia i capelli legati e mi rinfresca. A grandi falcate mi raggiunge, ma io non mollo.

-Diego... Che fai? Non riesci a raggiungermi?- chiedo ridendo.

Mossa sbagliata perché ho perso fiato e fatico a aumentare il passo, infatti lui è già dietro di me e mi circonda la pancia.

-Sei bellissima quando corri.- sussurra sul mio orecchio.

Vengo scossa da un miriade di brividi e istintivamente chiudo gli occhi e svuoto i polmoni. Me lo ritrovo davanti e in un batter d'occhio ho le sue labbra sulle mie. Non mi abituerò mai a questo contatto così soffice e bello.

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