EPILOGO

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I suoi occhi verdi mi guardano vuoti, sono trasparenti come quando il sole primaverile li passava, ma sta volta la luce non c'entra, ha un'aria stanca, ha un po' di barba e le occhiaie.

"Vicky" dice sorpreso.

Prima che la guida ci scopra prendo il suo braccio e ce la filiamo in caffetteria dove gli offro una cioccolata calda.

"Che cosa ci fai qui?" gli chiedo dopo un paio di sorsi, è stato poco loquace, strano da parte sua.

"Ovviamente non sono qui per fare domanda, non sono un tipo sportivo" scherza, ecco il Michael che conosco.

"Non mi aspettavo che venissi a cercarmi" ammetto girando la cioccolata all'infinito con il cucchiaino.

"So che hai detto addio alla vita che avevi prima, e ti giuro che ho fatto di tutto per non cercarti, ma mi manchi da morire, sono anche andato via da Los Angeles, per un po' ho vissuto e lavorato a New York ma non ce la facevo più, nemmeno Luke e Fla sanno dove sono, dovevo vederti almeno un'ultima volta, non ci siamo mai detti addio come si deve" mi prende una mano e la sua è così fredda, io sarò cambiata molto da maggio, ma lui non sembra più il mio Michael.

"Michael io l'ho fatto, ti ho detto addio e tu infondo lo sapevi che sarei sparita, me lo hai fatto capire quando parlammo in quell'autogrill. Avevo intenzione di non tornare affatto a casa dopo la gara ma non potevo essere così egoista nei tuoi confronti, dovevo permetterti di avere qualcosa di migliore e così siamo andati al ballo, e non puoi capire come mi piangeva il cuore mentre mi baciavi sotto tutte quelle rose bianche"

Stringo gli occhi a quel ricordo, non devo piangere.

Lui alle mie parole appoggia la schiena sulla sedia e sospira triste.

"Che idiota... Quest'estate credevo volessi tornare con James, sapevo che passavi intere giornate con lui a Santa Monica ma non ti ho mai detto niente, credevo mi stessi lasciando, ma in realtà hai lasciato tutti"

Michael si alza dalla sedia ed esce dalla caffetteria furioso, io lascio delle monete frettolosamente e gli corro dietro, il giardino è dipinto dal tramonto.

"Michael ma non capisci cazzo?" gli grido contro quando lo raggiungo.

"Amo talmente tanto tutti voi che vi ho dovuti lasciare!" gli dico e lui mi guarda con delusione.

"Perché? Vicky porca miseria! Avevamo tutto, avremmo potuto goderci l'estate, avresti potuto fare come Eleonora che torna a Los Angeles ogni tanto, io sarei venuto anche in capo al mondo per stare con te. Perché devi sempre scappare?" Si avvicina e mi tremano le ginocchia. Cavolo, mi ero quasi scordata che effetto facesse.

"Perché ho paura" sussurro con gli occhi chiusi, lui mi abbraccia e io lo ringrazio mentalmente perché avevo così bisogno di un abbraccio, i suoi poi...

"Di cosa hai paura? Ti ho sempre amata" mi dice piano mentre mi culla fra le sue braccia.

"Esattamente di questo. Ho paura di perdere tutto, quindi preferisco lasciarmelo dietro io"

"Vicky torna a Los Angeles con me questo fine settimana, ti riporto qui lunedì." mi prende il viso fra le mani e me lo alza, i suoi occhi adesso sembrano molto quegli occhi che mi guardavano per ore e ore in classe.

"Vicky torna da me" mi sfiora le labbra come per chiedermi il permesso di baciarmi. Baciami Michael!

Azzera la distanza e io assaporo le sue bellissime labbra rosse e piene di desiderio. Il mio.

"Ti dirò, una volta mi hai detto che avevo bisogno d'amore" Se lo ricorda? Cavolo...

"Cazzo se è vero..." mi accarezza le guance "Ho troppo bisogno del tuo amore"

"Me lo ricordo" sorrido intenerita.

"E ti dirò di più" si morde un labbro. Io lo guardo incuriosita.

"Tu adesso andrai a fare le valigie e verrai con me a Los Angeles perché, signorina Victoria Thompson, hai bisogno del mio amore" scuoto la testa e rido, ha ragione. Non sono stati mesi facili per me, credo di essermi innamorata di lui dalla prima volta che ho notato la sua camminata sfacciata, i suoi capelli rossi, gli occhi verdi accesi e immensi e le sue labbra piene.

"Va bene, torno a casa con te"

You Need Love || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora