76. I got your back

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Per Mary✨❤️

"Oddio ragazze non possiamo finire i whisky ai miei, daranno di matto" Eleonora ci toglie la bottiglia, un paio delle ragazze sono già brille, mi stanno facendo ridere.

"Ok, io andrei a casa prima che i miei genitori si insospettiscano" Mary si alza e ci saluta, io la accompagno alla porta.

"Che hai fatto con Zayn poi?" gli chiedo quando ci allontaniamo dal gruppo, so che è un discorso delicato per lei.

"Gli ho parlato, gli ho spiegato la situazione e lui già aveva capito, è stato molto comprensivo. Vicky sono scoppiata a piangere e lui mi ha abbracciata e cullata, è stato così dolce, sapeva che ero andata lì per lasciarlo eppure mi ha fatta sfogare, io non so come fare, lui ha detto che mi aspetterà, aspetterà che io sia più grande, che me ne vada di casa, magari quando sarò al college e così staremo insieme" vedo una piccola lacrima nei suoi occhi che minaccia di scendere così la abbraccio.

"Zayn è un ragazzo d'oro e questo lo hai sempre saputo, se ha detto che aspetterà che andrai al college così sarà, anche perché ormai non manca molto" provo a rassicurarla.

"Ora ti capisco benissimo sai, adesso anche io come te voglio andarmene di qui" mi dice fra i singhiozzi. Io le sorrido.

"Adesso vado davvero, ci vediamo domani" mi dice e poi va via.

Io torno dentro e le ragazze notano il mio stato d'animo.

"Vic che hai?" Flaviola viene a sedersi affianco a me sul divano, le altre mi guardano curiose.

"Sono preoccupata per Mary, dobbiamo fare qualcosa, sta male ragazze, lei adora essere una cheerleader e invece adesso non ha più niente con cui distrarsi, ha lasciato anche Zayn e i suoi non le permettono più di uscire" spiego loro la situazione per chiaro.

"Mi dispiace da morire, è una ragazza così buona, non se lo merita" Eleonora abbassa la testa dispiaciuta.

"Devo fare qualcosa"

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Ancora mi sto dando della stupida per essermi presentata qui ma ormai non so più che cosa fare, non posso vedere Mary così, c'è bisogno che qualcuno dica ai suoi genitori le cose come stanno.

E ovviamente quel qualcuno sono io.

Busso con insicurezza alla maestosa porta di legno all'ingresso di casa loro, so che Mary ancora non è tornata perché ho chiesto a Eleonora di intrattenerla un po' mentre io venivo qui, così posso parlare tranquillamente con i suoi.

Una donna bassina e coi capelli scuri e occhi piccoli mi viene ad aprire, è la mamma di Mary credo, hanno lo stesso viso dolce.

"Salve signora, forse non sa chi sono ma io vado in classe con Mary, voglio dire Mariyana, vostra figlia, e sono venuta per parlarvi" dico più gentilmente possibile.

"So bene chi sei, Victoria, io e mio marito eravamo con i tuoi genitori la sera che siete tornati dalla competizione." mi spiega la donna.

"Oh, giusto..." me la ricordo bene quella sera.

"Su, entra" la donna apre la porta e io mi faccio avanti. La casa è calda e accogliente, con un buon profumo di cucinato e incensi.

"Vado a chiamare mio marito, accomodati pure in salotto" la donna è molto ospitale, considerando che sanno che se Mary fa quello che loro considerano porcherie è colpa mia.

"Oh, salve" mi alzo appena vedo il padre di Mary, un uomo sulle 50 con un po' di barba e la stazza imponente.

"Stai pure" mi dice calmo così io mi risiedo e lui fa lo stesso di fronte a me.

"So perché sei qui" inizia a parlare mentre versa del tè nella tazza, sua moglie siede sul bracciolo del divano affianco a lui.

"Mia figlia non farà più quelle cose che avete fatto fin ora, ci ha mentito e per questo va punita, ha disobbedito ai suoi genitori" mi spiega l'uomo ed era più o meno quello che mi aspettavo di sentire.

"Ha pienamente ragione signore, ma vede, per sua figlia è davvero importante quello che fa, per la squadra lo è, siamo una squadra ed è una gara difficile e noi stiamo diventando ogni giorno migliori, è uno sport duro e ci sta portando risultati ottimi, inoltre ci da punti in più per i college"

"Non vedo cosa c'entri il cheerleading con la medicina" mi fa notare e non ha tutti i torti.

"I crediti sono ben accetti in tutte le università signore e poi non è di questo che parliamo ma del fatto che vostra figlia ha una passione e che è davvero brava in qualcosa e io non potevo starmene con le mani in mano, e devo anche chiedervi scusa perché sono il capitano e il comportamento della squadra è anche una mia responsabilità"

I coniugi davanti a me si guardano un attimo perplessi, non credo si aspettassero un discorso così serio ma piuttosto suppliche, so essere matura quando voglio.

"Signori Fernando, non vi sto chiedendo di togliere la punizione a Mary, tanto meno di accettare il suo ragazzo, o meglio ex ragazzo, vi sto solo chiedendo di ridare a vostra figlia un po' di felicità e soddisfazione perché è tutto quello che ci è rimasto prima di diplomarci e prendere le nostre strade, solo questo. Sarebbe un vero peccato perdere vostra figlia per la squadra" concludo il mio discorso e i due si guardano di nuovo, la madre di Mary ha uno sguardo un po' pietoso nei miei confronti mentre il padre sembra più duro.

"La prossima gara è a New York vero?" mi chiede l'uomo e io annuisco.

"Semifinali e finali, sono due giorni consecutivi e molto impegnativi" gli rispondo con lo sguardo fermo.

"E va bene allora, ma solo per la gara, finita la gara, Mariyana dovrà mettersi sotto con lo studio, avete gli esami e lei deve entrare al college, niente partite o le vostre uscite" mi punta un dito contro per essere più duro. Io tiro un sospiro di sollievo, ci sono riuscita almeno in questo.

"Grazie mille, anche da parte di vostra figlia, che a proposito non sa niente, glielo potete dire voi appena tornerà a casa"

Esco contenta da casa di Mary con un sorriso in faccia, ce l'ho fatta!

You Need Love || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora