Capitolo 57

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-"Ma c'è ancora una piccola, remota speranza!" disse sorridendo.
-"Quale?" chiesero all'unisono Giorgio e Giulio che stavano piangendo.
-"un trapianto, è la nostra ultima speranza, ma dovete farlo in un altro paese, qui in Italia questo tipo di trapianto è illegale." gesticolò mostrando ai ragazzi la cartella che aveva in mano.
-"Che probabilità ho di farcela?" sussurrai piangendo.
-"Un 50% signorina." rispose il medico.
-"Va bene, andremo persino in capo al mondo per salvarla!" esclamò Giorgio avvicinandosi per poi stamparmi un bacio in fronte.
-"Perdonami." sussurrai guardandoli negli occhi rossi per il pianto.
-"Tranquilla piccola, non è successo niente." mi rassicurò accarezzandomi le nocche. Mi porse Arya che nel frattempo aveva iniziato a piangere, la cullai e si calmò.
-"Bene, ora la signorina può essere anche dimessa, vi auguro il meglio." disse il dottore accarezzandomi il capo.
Mi alzai da quel lettino, porsi Arya a Giulio, e uscimmo da quell'ospedale, mentre Giorgio mi aiutava a camminare visto che mi girava la testa. Ci mettemmo in auto e tra di noi regnò il silenzio.
-"Sapete, non pensavo sarei morta. Io mi aspettavo tipo di morire tra le braccia di un marito, essermi almeno realizzata in qualcosa, avere tanti bambini...invece non potrò fare niente di tutto ciò." sussurrai fissando il vuoto.
-"Tu non morirai!" sbraitò Giulio.
-"Si invece, non sono mai stata fortunata, e non penso di esserlo questa volta, voglio solo godermi questo poco tempo che mi rimane con le persone a cui tengo, niente di più." sussurrai sorridendo falsamente.
-"Tua madre e Sharon ci raggiungeranno a New York appena potranno, gli parleremo noi tranquilla. Tu devi solo riposarti e non preoccuparti, al resto ci pensiamo noi." mi rassicurò Giorgio guardandomi dallo specchietto retrovisore.
Ritornammo a casa e corsi a rinchiudermi in camera. Volevo sfogarmi e il miglior modo per me erano le rime. Volevo buttarne giù qualcuna è in quel momento ero ispirata.
Credevamo di essere immortali,
navigavamo tra il passato,
nei rancori,
nei dolori.
Ho gridato di odiarti,
per le strade buie della città,
volevo ingannarti, ma la realtà è un'altra!
State insieme significa dolore,
equivale ad un pugnale conficcato nel cuore.
Prometti che mi raggiungerai in un sogno,
promettimelo, ne ho bisogno.
Sta vita non è fatta per noi,
noi che vogliamo raggiungere le stelle,
con una scaletta rotta,
avere il mondo sulle spalle,
e il resto dell'umanità sulle palle!
Vivere per morire,
amare per soffrire,
questo riassume la nostra storia,
una strada senza uscita,
una vita senza amore,
una pistola senza munizioni,
eravamo solo due maledetti coglioni!
Ed io lo sai,
non sono cambiata,
voglio ancora scappare, volare,
ti ho insegnato ad amare,
ti ho aiutato a cambiare,
e tu mi hai insegnato ad odiare!
Che buffo!
Mentre io sono qui a scrivere pensando a te,
Tu sei con lei a spasso,
vorrei annegarvi con un tuffo.
Basta pensarci!
Devo dimenticarti,
conto sulle dita i granelli di sabbia,
nemmeno quello dell'oceano colmeranno la mia rabbia!
Addio.
Un volta essermi sfogata, uscii dalla stanza e raggiunsi i ragazzi, i quali stavano parlando tra di loro, presuppongo di me.
Mi sedetti sul divano, visto che non avevo nient'altro da fare e accesi la TV.
Girai tutti i canali, ma non trovai niente che mi interessasse e così gettai il telecomando sul puff e cercai di addormentarmi. Non riuscivo a fare nemmeno questo, ero talmente agitata, ripensavo continuamente al mio funerale.
"AL MIO FUNERALE VOI VESTITEVI NORMALE!" mi venne subito in mente questa frase di Giorgio e sorrisi istintivamente.
Avrei voluto un funerale degno di una pincipessa, anche se non lo ero, ma per un giorno avrei voluto sentirmi tale. Poi dei palloncini, ognuno con un pensiero scritto dalle persone care, e dei cavalli con la carrozza, che trasportano il mio feretro.
Pensavo che non sarei mai arrivata a pensare a questo ed invece...
-"Domani si parte!" disse Giorgio irrompendo nel salotto con dei biglietti in mano.
Ci raggiunse Giulio il quale sorrideva esausto...stavano fingendo entrambi, volevano farmi sentire meglio, ma ciò non mi aiutava.
-"Non c'è bisogno che fingete." dissi sorprendendoli.
-"Piccola noi non fingiamo." disse continuando a sorridere Giulio.
-"BASTA, MI AVETE ROTTO I COGLIONI, IO MORIRÒ, È INUTILE CHE FINGETE, LO SAPETE ANCHE VOI!" urlai in preda alla rabbia, sorprendendo i ragazzi.
-"Tu non morirai, ficcatelo bene in testa!" disse Giulio calmo seguito dal l'approvazione di Giorgio.
-"Bene, fate come volete, domani partiremo e come si dice....la speranza è l'ultima a morire!" dissi ridendo, e questa volta sul serio.

Spazio autrice.
FINEEEE. ! Vi ho sorprese eh?😌😏. Il sequel non so quando pubblicarlo, penso di continuarlo qui senza fare un altro libro. Datemi qualche consiglio😘

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