Capitolo 42

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"Tu non hai alcun diritto di allontanarmi da lui, finalmente dopo anni sono felice, perché devi sempre complicare le cose eh? Non ci sei mai stato nè per me che sono tua figlia, nè per mamma, pensavi solo a divertirti, non ti sei mai chiesto come ci sentivamo noi?! Beh mentre noi eravamo a casa a piangere, a preoccuparci per te pensando che ti fosse accaduto qualcosa, tu eri in qualche bar a bere...Per favore ora esci da questa porta, non voglio più vederti!" dissi indicandogli la porta mentre piangevo e tremavo.
"Non me ne vado, tu devi venire con me!" rispose deciso estraendo una pistola.
"Ch-che vuoi fare?"
-"Se non verrai con me, non resterai nemmeno con lui!"
Puntò la pistola verso il mio ventre e fece partire un colpo secco.
-"NOO!!" urlai alzandomi dal letto, il sudore atteversava la mia fronte e le lacrime mi rigavano il volto.
"Calmati, era solo un brutto sogno!" pensai cercando di tranquillizzarmi...eppure sembrava così reale.
-"Piccola, che succede?" chiese Giorgio sbadigliando.
-"Ho fatto solo un brutto sogno, continua a dormire!" lo rassicurai bevendo un sorso d'acqua.
-"Tranquilla, ci sono io qui. Che hai sognato di così brutto, Giulio in bikini? ahahah" disse cercando di sdrammatizzare e facendomi ridere.
-"No sciocco, ho sognato che mio padre veniva a prendermi e siccome non volevo andare da lui mi ammazzava. Ti giuro, non sembrava un sogno, ho temuto fosse tutto vero!" gli spiegai, ma quando mi voltai a guardarlo, notai che si era riaddormentato.
Poggiai la sua testa sul mio petto e gli accarezzai la cresta scompigliata mentre continuavo a pensare all'incubo che avevo fatto.
Il mattino seguente mi svegliai sentendo i pianti di Arya e Giorgio che cercava invano di tranquillizzarla.
-"La mamma sta dormendo, non piangere ti prego, altrimenti si sveglia!" sentii dire da Giorgio con vive alquanto preoccupata.
-"Tranquillo, ci penso io!" biascicai alzandomi e rischiando di inciampare.
Lavai Arya, la cambiai, le diedi da mangiare e dopo averla rimessa nella sua culla, tornai a dormire insieme a Giorgio.
-"Siccome piove e non possiamo andare in spiaggia, che ne dici di continuare a dormire?" mi propose ridendo.
-"Mhmh..." risposi io continuando a dormire, ignara di ciò che mi stesse chiedendo.
Quando mi alzai erano le 12:30, mangiammo qualcosa andammo a fare un po' di shopping. Dopo molti litigi, Giorgio mi obbligò a comprare un tubino blu molto corto e delle decoltè blu altissime.
-"Tanto io sto vestitino non lo indosso!" sbuffai decisa,
incrociando le braccia sotto al seno.
-"Perché?" chiese lui fingendo di non capire.
-"Come perché? Sembro una puttana, se vede tutto!" risposi io. -"Vuoi che i ragazzi mi vedano conciata con quel vestito?" lo provaci mentre posavamo le buste in auto.
-"No, certo che no. Però pensa al lato positivo, abbiamo un regalo per Sharon!" disse lui grattandosi la nuca ridendo.
-"Si rimarrà molto contenta nel vedere quel vestitino, e poi il blu è il suo colore preferito.
Tu sei tutto scemo!" esclamai tirandogli uno scappellotto quando meno se lo aspettava.
-"Lo so baby!" mi provocò poggiandomi una mano sulla gamba. "Che famo? Uff piove proprio quando noi arriviamo...semo proprio fortunati oh!" sbuffò lui scocciato.
-"Ho un'idea! Perché non facciamo un bagno sotto la pioggia?" saltellai io entusiasta mentre la gente mi fissava.
-"Poi ero io quello scemo..." rispose lui.
-"Dico sul serio, chiamiamo una babysitter così ci divertiamo un po'. "
-"Quindi rimaniamo solo io e te da soli?" Io annui e lui si strofinò le mani con un sorrisetto malizioso stampato in volto.
-"Me sembri un maniaco Giò!" dissi fingendo di essere spaventata.
-"Ahahah ma ndo la troviamo una babysitter?" chiese lui.
-"Boh, chiediamo alla reception dell'albergo!" risposi con nonchalance mentre cambiavo Arya.
Chiamammo la babysitter, era molto carina ed anche simpatica, ma ero titubante nel lasciare con Arya...era la prima volta che mi allontanavo da mia figlia!
-"Stai tranquilla!" mi tranquillizzò Giorgio prendendomi per mano.
-"Ci provo!" esclamai io infinitamente preoccupata.
Arrivammo in spiaggia, ovviamente non c'era nessuno, ci spogliammo rimanendo solo in costume e ci tuffammo in acqua sotto la pioggia.
-"Che la vendetta abbia inizio!" urlai divertita spingendolo in acqua.
-"Sei una steonzo!" sbuffò lui aggiustandosi la cresta. Mi attirò a sè e mi poggiò le mani sui fianchi per poi buttarmi in acqua.
"Vuoi la guerra è che guerra sia!" pensai.
Decisi di fargli uno scherzo: sarei rimasta sott'acqua fin quando avrei potuto... volevo vedere quale sarebbe stata la sua reazione. Quando lui mi raggiunse in acqua urlando il mio nome, finsi di essere svenuta anche se era impossibile non ridere sentendo come urlava. Mi appoggiò sull'asciugamano, continuando ad urlare, io non ce la feci più e così scoppiai a ridere mentre lui mi guardava incazzato.
-"Ti sta bene!" dissi io ridendo. Lui si avvicinò arrabbiato e quando era a pochi centimetri da me, mi tirò uno schiaffo così forte da farmi pulsare la guancia.
-"Non ti permettere mai più!" urlò bloccandomi i polsi.
Mi liberai dalla sua presa, mi massaggiai la guancia dolorante e asciugai le lacrime che mi attraversavano il volto, sotto il suo sguardo impassibile.
-"Vaffanculo!" risposi urlando a mia volta e scappai via diretta verso l'hotel.
Si era comportato da vero bastardo...ho capito, l'avevo fatto spaventare ma non c'era bisogno di tirarmi uno schiaffo così forte. Corsi via, lontano da lui, voltandomi qualche volta indietro per assicurarmi che non mi stesse seguendo. Non sapevo bene dove mi trovavo...anzi, non sapevo per niente.
Perfetto, mi ero persa, tanto per migliorare la mia giornata di merda! Mi sedetti su una panchina, presi il mio cellulare e vidi che Giorgio mi aveva chiamato circa 15 volte in due minuti; decisi di richiamarlo per farmi venire a prendere, dopodiché gli avrei chiesto scusa, era stata tutta colpa mia.
-"Dove cazzo sei?" urlò lui affannato.
-"Mi sono persa, sono accanto al ristorante dove abbiamo mangiato ieri!" sussurrai io sperando che non si incazzasse di più.
-"Non ti muovere, vengo subito!" rispose lui addolcendosi leggermente.
Dopo alcuni minuti vidi la sua auto sfrecciare in lontananza per poi parcheggiare a pochi metri da me. Mi alzai dalla panchina e mi diressi verso di lui a capo chino.
-"Mi dispiace!" sussurrai prendendogli la mano ma lui si ritrasse subito. Alzai la testa e vidi i suoi occhi iniettati di sangue e le spalle che facevano su e giù per lo spavento.
-"Ma ti rendi conto che ti comporti come una bambina eh?? Leila, non hai più 15 anni, cazzo, ne hai 18 ed ormai sei grande per ste cavolate!"
-"Si ho sbagliato e ti chiedo scusa, non sapevo avresti reagito così...però cazzo, pure tu, mi hai fatta male!" urlai dirigendomi in auto. Lui mi raggiunse poco dopo, mise in moto e ci dirigemmo verso l'albergo senza proferire parola.

Angolo Autrice.
Salve ragazze, scusate la mia assenza, ma non avevo più ispirazione. Spero che questo capitolo vi piaccia...

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