Capitolo 62

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Si accasciò a terra e in quel momento non ci vidi più.
La presi in braccio tremando e la portai in ospedale. Durante il viaggio non si mosse di una virgola e diventò bianca come un cencio. Iniziai a piangere maledicendomi mentalmente.
Era colpa mia,l'avevo fatta innervosire inutilmente per un capriccio.
Arrivati all'ospedale, alcuni medici la tolsero dalle mia braccia e la portarono via in una barella. Cercai di raggiungerla in tutti i modi ma non me lo permisero.
Stetti quasi 2 ore ad aspettare lì fuori senza alcuna notizia, ogni volta che i dottori uscivano dalla stanza parlavano tra di loro, quasi in codice, e ciò mi fece innervosire molto. aspettai che un dottore uscisse da lì lo raggiunsi velocemente e lo presi per il colletto del camice
-"Senti, pezzo di merda, dimmi come sta la mia ragazza,o non rispondo di me!" sputai tenendo stretta la presa.
-"Stiamo eseguendo il trapianto, ci vorranno altre sue ore,presumo, e nelle prossime 24 ore ne sapremo l'esito." rispose spaventato.
Lasciai il suo colletto e mi appoggiai al muro portando le mani alla testa e stringendole ai miei capelli.
-"Che vuole dire?" chiesi esasperato aspettandomi già la sua risposta.
-"Che se si sveglierà entro 24 ore è salva, altrimenti staccheremo noi la spina per evitare che soffra." mi spiegò poggiandomi una mano sulla spalla.
Annui solamente e appena il medico si allontanò, scoppiai in un pianto isterico.
Non pensavo che questo momento sarebbe arrivato...eppure la mia vita non era stata facile sin dai primi anni di vita, e nonostante ciò continuavo a soffrire, era il mio destino, un destino scelto da qualcuno più grande di noi, che ci tiene come burattini tra le sue mani.
Mi appoggiai su una delle sedie e mi addormentai,aspettando la fine del trapianto.
La sognai. Era lì accanto a me, mi stringeva la mano, mi raccomandava di prendermi cura di Arya e che lei si sarebbe trovata bene in quel posto. Poi ad un tratto una luce la invadeva, lasciava la mia mano e piano piano si allontanava sorridendo.
Mi svegliai di soprassalto e il mio primo pensiero di Arya. Corsi fuori dall'edificio e chiamai Giulio per assicurarmi che la piccola stesse con lui.
-"Dimmi Brò!" esordì Giulio.
-"Ma Arya è con te?" chiesi preoccupato.
-"Stai tranquillo, sto cercando di farla addormentare,ma visto che non sono Valerio, non ne vuole proprio sapere. A proposito, voi dove siete?" chiese non essendo a conoscenza di ciò che stava accadendo.
-"So-sono in ospedale, le stanno facendo il trapianto e non so come andrà!" balbettai iniziando a piangere.
-"Leila è forte!" disse cercando di consolarmi, ma senza riuscirci.
-"Appena ho qualche notizia ti faccio sapere!" dissi per poi riattaccare.
Tornai dentro, presi un caffè, mi sedetti accanto alla sua stanza r e pensai a quel sogno: sembrava così reale, sentivo ancora la sua mano gelida sulla mia, e ciò mi provocò un brivido.
Dopo pochi minuti uscirono tutti i dottori e ne fermai uno, per sapere l'esito.
-"Il trapianto è andato a buon fine, dobbiamo solo vedere la sua reazione ora." disse un infermiere.
-"Quante probabilità ci sono?" chiesi titubante.
-"50 e 50!" rispose per poi allontanarsi e seguire i suoi colleghi.
Ero stanco di aspettare altre 24 ore, volevo vederla, ma mi fu vietato.
Passarono ore, ma non si seppero notizie, divenne notte e poi subito dopo giorno, ma la mia piccola non si era ancora svegliata.
Non sapevo precisamente quante ore erano passate, ma man mano che i minuti passavano, le mie speranze diminuivano.
Si avvicinò un dottore e mi permise di entrare a vederla.
Era bellissima anche con i capelli arruffati, la pelle bianca e le occhiaie. Le strinsi la mano e la baciai delicatamente.
-"Piccola ti sei forte, so che ce la farai!" le dissi all'orecchio scoppiando in lacrime. Pensai a tutti i momenti felici che avevamo trascorso insieme, a quando la conobbi, il giorno più bello della mia vita e a tutte le volte che stavo per perderla. Questa volta era una di quelle, solo che non era con Giulio o con Massimo e almeno potevi vederla da lontano sorridere, no, questa era la volta definitiva. Stetti più di due ore al suo fianco e non vi era stato nessun movimento da parte sua.
-"Signore, deve uscire." disse un infermiere spalancando la porta. Le diedi un bacio in fronte, forse l'ultimo e mi allontanai, chiudendo la porta alle mie spalle.
[...]
-"Signore, sono passate 24 ore, dovremmo..." nemmeno il dottore aveva la forza di parlare, vedendo la mia reazione.
Annuii debolmente e mi appoggiai al vetro che ci divideva
-"Addio, amore mio!" sussurrai piangendo.

ANGOLO AUTRICE
Bene, questo è il penultimo capitolo della storia,
il prossimo sarà l'ultimo, è già pronto e lo pubblicherò tra qualche giorno.
Non odiatemi😌

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