capitolo 14

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Non mi era mai capitato di piangere mentre ascolto delle canzoni. Eppure ogni volta che questa sera sentivo la sua voce una lacrima solcava il mio viso, e stavo sempre più male.
La mia performance era stata uno schifo, ho sbagliato tonalità due volte, e Gianluca ha cercato di comprirmi e correggere i miei errori.

"Non ho voglia di parlare con nessuno" dico con la voce rotta dopo aver sentito bussare alla porta.

"Sono Barbara. Ti ho portato un the"

"Entra" dico andando ad aprire la porta "scusami sono stanca" dico cercando di coprire le precedenti ore di pianto.

"So cosa è successo. Mi dispiace."

"Non fa niente Barbara. Non era una cosa destinata a durare." Dico senza credere nemmeno io alle mie parole.

"E allora perché stai piangendo?"

"Perché... Non lo so"

"Forse un po' ti interessava...." mi dice dandomi una leggera gomitata

"Mi ha dato della stronza approfittatrice, mi ha detto che Sto con lui solo per vendere il mio disco, crede che io sia una poco di buono. Eppure ogni volta che sento la sua voce il mio cuore rinizia a battere, come se improvvisamente avesse smesso. Si, io provo qualcosa per lui. Non so cosa sia, non so perché. Io...non lo so.... Ma adesso ho solo voglia di piangere di urlare, Di andare nel suo camerino, prenderlo a calci. Poi rialzarlo e abbracciarlo. Così forte da togliergli il respiro." Faccio una pausa, lei mi guarda scioccata dalle mie parole "non ha senso tutto questo... Lo so. Ma lui mi ha insultato. E io voglio dimostrargli chi sono, non sono uno zerbino. Sono Arianna. E lui mi deve rispettare."

"Lo sai che ora, dopo quelli in sicilia e in abruzzo, fino a settembre non ci saranno più concerti?!"

"Sì, lo so. E sto male fidati. Ma è meglio così."

"Torpedine ha obbligato piero a spiegare il perché eravate in stazione, e che tra voi c'è nulla. Quindi la situazione si è risolta.. Ora tocca a voi fare pace."

"Vorrei che lui mi chiedesse scusa, di persona. E che mi dicesse che non pensa a nessuna delle cose che ha detto"

"Hai ragione a pretendere questo...." dice abbracciandomi.

"Come sta?" Le chiedo preoccupata

"È chiuso in camerino"

"Dovrei andargli a parlare?"

"Se proprio insisti...." dice sorridendo

"Se non gli parlo sbaglio secondo te?"

"Non so cos'è giusto" dice alzandosi "quello lo devi sapere tu." E dopo quest'ultima frase se ne va, lasciandomi da sola.

Così mi alzo e prendo la decisione del secolo: vado da lui.
Corro verso la sua porta, e la apro senza nemmeno bussare. Lo vedo seduto sul divanetto con Gianluca a Ignazio. Ha anche lui la faccia sconvolta, forse anche più di me.

"Dobbiamo uscire?" Chiede Ignazio

Io e piero Ci guardiamo soltanto, poi lui scatta in piedi e viene verso di me. Mi guarda a pochi centimetri di distanza, e senza dire niente mi abbraccia. Ci metto un po' a ricambiare. Ma poi mi sciolgo, e inizio a piangere come una bambina tra le sue braccia.

"Scusami." Mi sussurra mentre lo continuo a stringere. Non è una domanda, è come un imperativo. Me lo sta imponendo.

"No, Piero. Dobbiamo parlare" dico senza però smettere di stringerlo

"Allora noi usciamo..." dice Ganluca urlando

"Sì, noi usciamo... Voi parlate...." dice Ignazio andando verso la porta

Love Him Is RED || Piero Barone, Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora