capitolo 19

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“E qui torniamo nel piccolo salottino” dice il proprietario della casa, mostrandomi l’ultima stanza dell’appartamento completamente vuoto, tanto che le nostre voci, quando parliamo rimbombano.

“Lo adoro! È luminosissimo!!” dico felicissima.

“Venite in cucina, così Arianna potrai firmare il contratto.” Dice il proprietario, spingendomi nella stanza.
Mi porge il contratto, lo leggo velocemente, non ci sono clausole ingannevoli, quindi firmo dopo pochissimo tempo e glielo porgo sorridendo.
“Molto bene! Allora benvenuta a casa tua!!” mi dice sorridendo ci accordiamo per la prima caparra dell’affitto, e poi mi lascia le chiavi della casa. Esce dall’appartamento, mi giro verso Piero

“Sono diventata grande!!!!” dico alzando le braccia al cielo con le chiavi in mano “Dobbiamo andare a trovare i mobili. Immediatamente”

“Prima devi prendere le misure delle stanze. Come fai a prendere dei mobili senza sapere quanto possono essere grandi?!” mi dice severo

“Hai ragione!! Ma ci sono nella pianta che mi ha lasciato!” dico con l’entusiasmo a mille.

“Verifichiamo e poi andiamo! Tanto ci vorrà tempo prima che arrivino tutti i mobili, e che tu ti traferisca qui in modo fisso.”

“Lo so, ma prima faccio meglio è. E anche se ora sarò impegnata con i firma copie, voglio portare a termine anche questo!!” dico decisa tirando fuori un metro dalla borsa. “forza uomo! Misura!!” dico porgendogli il metro”

“Ottimo, pure lo schiavetto mi fai fare!” mi dice ridendo.

“La vuoi la ricompensa?!” gli chiedo avvicinandomi e accarezzandogli il collo “Allora misura velocemente le stanze, che prima finiamo, prima l’avrai”

“Stronza” mi dice asciutto. E poi inizia a misurare, con una velocità mai vista prima, mentre io controllo le misure sulla pianta, correggendole con la matita.
Andiamo da maison du monde, in cui ordino i diversi mobili, che avevo precedentemente scelto, in stile shabby chic. I miei genitori, insieme ai miei nonni, ha deciso di finanziare i mobili, anche se io avrei preferito fare tutto da sola. Vado anche da Ikea a prendere gli scaffali per lo studio, la scrivania e la libreria, per lo studio ho optato per uno stile decisamente più alla mano, e moderno, mentre per il resto della casa ho preferito qualcosa di classico, e sfarzoso.

“Sono esausto” dice Piero entrando nella casa dei miei genitori (visto che per ora staremo qui), posando le 2 borse di oggetti inutili che io avevo preso da Tiger.

“Mamma siamo a casa!! Ho preso i mobili che ti avevo fatto vedere!!” urlo mettendomi sul divano. Ma non ricevo nessuna risposta. “Ma mia madre è in casa?!” mi chiedo ad alta voce.

“Se non lo sai tu!! Vai a vedere se è in cucina, magari non ti ha sentito!” così mi alzo e vado in cucina, noto che la luce è spenta e le persiane sono chiuse, c’è completamente buio, così accendo la luce.

“Sorpresa!!!!” urlano tutti insieme. Ci sono Ignazio, Gianluca i miei vari parenti, Francesca, Ilaria, Barbara, e… marco?!

“Che ci fate tutti qui?!” chiedo imbarazzata “Piero, tu sapevi qualcosa?”

“Ovvio che si! Che me lo chiedi a fare?!” mi dice dandomi un bacio sulla guancia.

“Abbiamo organizzato una grigliata per cena! Ci avete messo tanto!!” mi dice mia madre.

“Si, abbiamo pranzato con una cosa al volo. C’erano un sacco di cose da fare!” dico sorridendo.

“Ma tu vai a vivere da sola e non ci dici niente?!” dice Ilaria delusa

“Ma soprattutto, vai a prendere i mobili senza di noi?!” aggiunge francesca

“Avete perfettamente ragione. Ma devo sbrigarmi perché..”

“È uscito prima il tuo disco!” dicono Francesca e Ilaria insieme “lo abbiamo preso noi! Dopo ce lo autografi! Assolutamente!” aggiunge Francesca

“Certo! Volete vedere cos’ho preso da Tiger?!” dico andando a prendere le borse colme di oggetti.

“Dite di sì, abbiamo fatto mezz’ora di macchina a parlare soltanto di questi acquisti. Non ne posso più” dice Piero ridendo.

Così mostro i miei acquisti spiegandone l’utilizzo: dal porta gioielli a forma di unicorno, al rilevatore di movimento con le sembianze di un pettirosso. Mostro lo zerbino con Minnie e Topolino con la scritta “Wellcome”, e il porta chiavi peloso rosa. Ignazio prendendomi in giro mi consiglia di prendere lo stesso porta chiavi per le chiavi della macchina e io soddisfatta, gli mostro di averci già pensato prendendone uno.

“E ora ragazzi, il pezzo forte! Quello che nessuno si aspetta!!” dico prendendo l’ultimo oggetto dalla prima borsa.

“Su queste ci abbiamo litigato 20 minuti buoni. Io ancora non ci credo che le ha prese.”

“Zitto tu!!” lo guardo con modo autoritario. Tiro fuori la scatola e dico “tadaa”

“Delle bacchette magiche?!” mi chiede Gianluca sconvolto “Ma servono a qualcosa?”

“Certo!!! Mamma passami il sale fino!!” dico a mia madre, che prontamente si alza e prende il contenitore. “Vedi qui dentro ci metti il sale, così” dico mostrando il procedimento “Poi le rigiri, e dici Bidibi bodibi bu! E scende il sale!!!” dico mostrando il straordinario acquisto

“Piero… È peggiorata!!” dice Ilaria sottovoce al mio ragazzo

“Non hai visto le cose per l’ufficio, Arianna mostra i mini carrelli.”

“Ci sto arrivando Dumbito!” gli tiro un’occhiataccia “Allora ho preso diverse cose da cartoleria, tipo questi cosi per gli appunti a forma di biscotto, evidenziatori…” continuo a tirare fuori oggetti fino ad arrivare al mini carrello. “Questo io l’ho immaginato per metterci gli evidenziatori!! Che ne dite?!”

“Oddio, quello piace anche a me!!!” dica Barbara prendendolo in mano “Bellissimo!!!”

“Tienilo! Tanto ne ho presi tre!”

“Grazie mille ari!!!”

“scusa, ma io continuo ad immaginarti a una cena di lavoro, dove il tuo capo ti chiede di passargli il sale, e tu gli passi sta bacchetta magica.” Dice Ignazio con in mano ancora il mio ‘pezzo forte’

“No, ma aspetta, ma il porta banana e il porta limone?! Ti rendi conto che sono ambigui?!” mi chiede Gianluca tenendo in mano il porta banana

“Ma hanno un’utilità!”

“Arianna, anche quando stavi con me spendevi soldi inutilmente… vedo che non hai perso il vizio” parla marco, forse sono le prime parole che dice da quando sono entrata in casa. Rimangono tutti stupiti, soprattutto dalla sua strafottenza, e dal suo non interessarsi delle persone che gli stanno attorno.

“Finché sono soldi suoi, non vedo come potrebbe interessarti.” Gli risponde Piero, non lasciandomi la possibilità di replicare. Tutti si girano verso di lui, non è una persona che porta rancore agli altri, ma sa allo stesso tempo sa come farsi rispettare, e come far si che gli altri rispettino le persone a cui tiene.

“Hai preso l’avvocato difensore? Brava! Quindi hai i soldi per pagarti anche lui!” Dice con lo sguardo sempre più cattivo.

“Hai per caso studiato economia? No, perché non mi spiego questo tuo improvviso interessamento alle sue finanze…” Risponde Piero alzandosi in piedi.

Inizia così un battibecco fitto tra loro due, con insulti celati nei miei confronti. Gli altri ospiti nella stanza continuano a seguire la discussione, stando attenti a tenere Piero lontano dai guai. Quando penso che finalmente tutto è finito, dopo che Marco ha preso il suo telefono e sta per uscire di casa, vedo Piero raggiungerlo e fermarlo, ci alziamo tutti in piedi, temendo il peggio. Ignazio, è il primo che si avvicina tra i due sfidanti. D’altronde è quello più grosso, e può dividerli più facilmente.

Piero cerca di sferrare un pugno a Marco che prontamente schiva. Dopo quello finto del video di grande amore, penso che Piero non abbia mai fatto a pugni con nessuno. Tanto che Marco si rigira e gliene tira uno ben piazzato sul labbro, facendolo sanguinare, e poi sull’occhio. Ignazio finalmente li divide, e Marco se ne va via, dopo aver lanciato uno sguardo assassino a me.

“Piero, che minchia fai?! Volevi ammazzarti?!” dice Ignazio arrabbiato.

“Ma tu davvero stavi con quel coglione?!” mi dice incazzato “Porca miseria!” dice pulendosi il labbro che continua a sanguinare.

“Piero, vieni, ti medico io” dice mia madre, mentre mio padre va a controllare che Marco se ne sia andato.

“Scusate vado a prendere una boccata d’aria” dico alzandomi e uscendo in giardino dove mia mamma aveva già preparato per la grigliata.

“Gian raggiungila per favore.” Sento dire a Piero, prima di uscire.

Mi siedo su una panchina a dondolo del giardino. Guardo davanti a me con sguardo vuoto. Non penso a niente. Cerco solo in qualche modo di dimenticare quello che è appena successo. Sento qualcuno sedersi accanto a me. È Gianluca, ha seguito gli ordini di Piero.

“Allora, casinista…” mi dice sorridendomi tristemente

“Perché vieni sempre a raccogliermi con il cucchiaino?” dico senza guardarlo in faccia

“Perché ti voglio bene e sono tuo amico.” Mi risponde prendendomi la mano.

“Ha sempre avuto questo atteggiamento arrogante con me, e poi diceva di amarmi. Che stronzo!” faccio una faccia disgustata “Piero come sta?”

“È tutto intero. È la prima volta che lo vedo così agguerrito.” Dice ridendo “Forse perché di mezzo ci sei tu, e ormai assume le sembianze di papà orso con te”

“Scemo!” dico ridendo, “Con lui mi sento bene. Davvero bene!” dico abbassando gli occhi.

“Era ora!!” alza le braccia al cielo “tuo padre gli ha dato una pacca sulla spalla. Ti dico solo questo…”

“Mio padre non ha mai dato pacche sulle spalle a nessuno dei miei ex!” dico alzandomi sorridendo. “Perché mi sono alzata?!” mi risiedo. “Anzi no! Scusami Gianluca” mi rialzo, lasciandolo interdetto, e corro in casa.

Entro e cerco Piero, mi accorgo che sta sul divano con mia madre che gli controlla il labbro, il naso e l’occhio, mentre Ignazio continua a fargli la ramanzina. Mia madre vedendomi si alza e ci lascia da soli, anche Ignazio si alza dopo poco, mi guarda, mi dice “Con te parliamo dopo”, e se ne va. Non lo facevo così autoritario.

“Piero…” mi siedo vicino a lui, gli accarezzo piano il viso “Ti amo” gli do un bacio sulla guancia vicino all’orecchio.
“Mi ami solo perché ho preso due cazzotti?” dice ridendo “Ti sei messa con uno sfigato” si mette le mani sugli occhi imbarazzato “non so nemmeno dare due cazzotti”

“sei comunque il mio eroe…” Gli do un bacio sulle labbra “Hai visto che mamma infermiera che ho?! meno male che sull’occhio ti ha appena sfiorato!” lo accarezzo.

“Ti amo anch’io” mi dice ad occhi chiusi beandosi delle mie carezze. “Ignazio mi ha fatto il lavaggio del cervello. Non ne posso più”

“penso che adesso tocchi a me”

“No, tranquilla. Vuole metterti in guardia, perché secondo lui, il chitarrista maledetto può tornare”

“lo so, tenore alato, lo so” sorrido tristemente

“Ragazzi io inizio a grigliare! Siamo tutti d’accordo?!” si affaccia alla sala mio padre chiedendo conferma,

“Certo! Tanto Piero si è ripreso!” gli sorrido

“Piero, ora mia figlia è tua. Ora so che è in buone mani! Non mi deludere. E tu Arianna trattalo bene.” Dice mio padre “Grazie per quello che hai fatto oggi, se non lo avessi preso tu a parole, l’avrei fatto io.”

“Mi vergogno un po’ perché non ho saputo nemmeno tirargli uno schiaffo, ma d’altronde sono solo un tenorino”

“Preferisco che tu non sappia tirare schiaffi, ma che tu sappia usare le parole giuste.” Detto questo mio padre se ne va, mentre in salone arrivano Ignazio Gianluca e le mie due amiche.

“Oh, piè, le hai prese!” dice Francesca, come al solito senza freni “Però cavolo, nessun ragazzo le ha mai prese per me!” dice tristemente.

“Francesca, meglio! Guarda com’è ridotto!!!!” indico il labbro gonfio di Piero.

“Arianna lo sai vero che non è finita qui?” chiede Ignazio, guardandomi

“purtroppo lo so…”

“Arianna!” entra in sala anche barbara “ho deciso di alzare la sicurezza ai prossimi firma copie. Non vorrei che quel pazzo venga a romperti le palle. Così manderò la foto per tenerlo alla larga.”

“Ottima idea barbara!!” dico sollevata.

“Ah, domani ho un appuntamento qui a Milano!” dice applaudendo felice.

“Aspetta… con un uomo???” chiede Gianluca scioccato

“Si! Perché? Vi stupite?”

“Ti sei depilata barbara? Hai comprato l’intimo? Sei andata dall’estetista? E cosa hai intenzioni di metterti? Ma soprattutto dove andate???” inizio a fare mille domande

“Ehi.. aspetta aspetta!!! Andiamo al cinema.”

“uuuuuu” diciamo in coro io e le mie amiche “e che film ‘vedete’?” chiedo io facendo le virgolette su vedete

“la traversata dei pinguini” ci mettiamo tutti a ridere, “Perché ridete? Mi vuole portare a vedere quel film per farmi capire il suo lavoro e la sua grande passione!”

“Che lavoro farebbe scusa?!” chiedo ridendo

“il Biologo” dice innocentemente

“E meno male che non fa il Ginecologo allora!!” risponde Ilaria ridendo

“Ma che problemi avete scusate? Che c’è di male ad andare al cinema?!”

“Ma dai voi al cinema andate per vedere il film?” chiede Francesca, mentre noi ragazze ci guardavamo tra di noi.

“Perché che si fa al cinema?” chiede Ignazio, sorprendendoci delle sua innocenza.

“Beh… quando non si ha casa libera…Dai hai capito!”

“Arianna!!! Ma ti sembra il caso?!” dice Barbara imbarazzata

“Quindi voi andate al cinema per vedere i film??” chiedo scioccata,

“Ma siete seri?!” Chiede Ilaria

“Perché voi che ci fate al cinema?” chiede Piero ancora mezzo dolorante

Mi avvicino a lui, e gli sussurro all’orecchio “Te lo spiego più tardi!” facendomi però sentire dagli altri che sollevano un gridolino.

Restiamo ancora un po’ in salotto a parlare, riesco a dimenticare ciò che è successo un attimo prima. Mi viene la geniale idea di chiamare Alessandra, la ragazza che vorrei far conoscere a Ignazio, invitandola qui per cena, subito dopo mi accorgo di aver fatto una cavolata: Ignazio è più agitato che mai, continua a guardare l’orologio, e a chiedermi “Ma quando arriva?!”. Non appena suona il citofono, scatta in piedi, e inizia a sistema i capelli, mentre io e Gianluca lo prendiamo in giro, e si mette seduto al mio posto.

“Ignazio ti metti seduto vicino a piero? Poi pensa che sei gay!” dice Ilaria ridendo

“Mi sposto” si alza e si siete al tavolo di fronte a Francesca

“Guarda che è lei. Io apro eh” dico ridendo vedendolo impanicato

“Vai…”

“Oddio cos’hai in faccia?!” inizia a dire Francesca

“Chi minchia ho?? Levalo!! Gianluco levamelo!”

“Non hai niente stai calmo.” Risponde gian ridendo.

Faccio entrare Alessandra, salutandola carinamente, e poi presentandole tutti gli ospiti presenti nella stanza. Lei stringe le mani a tutti, sorride alle mie amiche con cui ancora balliamo insieme qualche volta.

“È da un po’ che non ti vedo in palestra ari!” mi dice sedendosi proprio vicino a Ignazio che trattiene il respiro come per trattenere la pancia.

“Eh, lo so… ma come sai, sto avendo un po’ da fare…”

“Certo! Mi fa piacere vederti!” mi dice sinceramente

“Quando avrò un po’ di tempo libero verrò di nuovo a dare qualche lezione, anche se sono molto arrugginita”

“Non vediamo l’ora!!” mi dice sinceramente, e poi si gira verso di Ignazio, che in oltra aveva anche rilasciato l’aria, ma appena la vede girarsi si irrigidisce buttando in fuori il petto e facendole un sorriso di cortesia.

“Non vediamo l’ora” ripete Ignazio. Io Piero e Gianluca ci guardiamo trattenendo una risata, mentre Alessandra lo guarda sorridendogli dolcemente.

Per cena scendiamo in giardino, dove mia mamma ha preparato una bellissima tavolata. Dopo cena Ignazio si propone di accompagnare Alessandra, visto che prima era venuta a piedi. I miei genitori abitano fuori città, in una bella villa con tanto di giardino, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
Sono contenta che Ignazio si sia fatto avanti, e allo stesso modo che Alessandra si sia lasciata andare. Non vedo l’ora di vederli felici, come Gianluca e Martina, che purtroppo oggi non c’è potuta essere, per problemi famigliari

“Che fai dumbito?!” dico saltando nel letto, e mettendomi al suo fianco, dopo essere tornata dal bagno.

“Niente, guardo le notifiche su Instagram. Girano ancora le foto di noi due” mi dice posando il telefono sul comodino.

“Tanto hai smentito! Non farti troppe paranoie.. dai!!” gli tolgo gli occhiali, e li poso vicino al suo telefono.

“Ci sono i tuoi genitori di là…” mi ammonisce mentre inizio a baciargli il collo.

“Ho chiuso la porta, e la mia camera è insonorizzata. Mia madre sa benissimo quello che potremmo fare, e mio padre… Se ne farà una ragione” non smetto per un attimo di baciarlo. “Daiii” dico vedendo che non si lascia andare per niente.

“Facciamo piano. Ok?!” dice mettendosi sopra di me e togliendomi la misera camicia da notte.

“Senza intimo?” sembra sorpreso…

“Fa caldo, e poi non mi sarebbe servito!” dico togliendogli la sua maglietta, unico indumento per dormire oltre i boxer, e iniziando a baciargli il petto.

“Buona notte ragazzi!!” sentiamo urlare da fuori la porta “mi raccomando fate piano!” è mi madre, non ha freni inibitori, alcune volte mi sembra più che altro la mia migliore amica.

“Buona notte mamma!!” dico ad alta voce, mentre Piero è completamente scioccato.

“Non pensarci nemmeno a mandarmi in bianco. Chiaro??” dico scocciata mentre lui tenta di riprendere la sua maglietta.

“Ari, non penso di farcela…” dice imbarazzato a bassa voce.

“Io non voglio sembrare una maniaca, ma ti pregoo” dico facendo gli occhi a cuore.

In tutta risposta capovolge la situazione, mettendosi sopra di me, inizia a baciarmi il petto, per poi scendere sempre più giù. Ma non fa nulla, risale e mi bacia di nuovo con passione.
Si sfila i suoi boxer, e si strofina contro di me.

“Piero, il preservativo. Se apri il cassettino li trovi” ansimo, allontanandolo da me. E così lui fa, si gira e apre il cassetto del comodino, trovandoci oltre le precauzioni, anche i miei coordinati.

“Carino…” Si rigira tra le mani un perizoma in pizzo nero “Ma preferisco le tue mutandine con i cuoricini”

“E io che ci spendo i milioni per accontentarti nella lingerie!” dico scocciata.
Si infila velocemente il profilattico, sotto il mio sguardo vigile. Poi torna a baciarmi.

“Per me sarai bella anche con le mutande della nonna, e i reggiseni contenitivi.” Mi sussurra all’orecchio. Non mi lascia rispondere che entra dentro di me con un colpo deciso, facendomi inarcare la schiena. Non ero assolutamente pronta ad accoglierlo dentro di me.
Le spinte sono lente, ma profonde e forti. Man mano accelera le spinte, fino ad arrivare all’apice del piacere, e distendersi vicino a me, con il fiatone. Non parliamo per 5 infiniti minuti. Non ne abbiamo bisogno. Nella stanza echeggiano i nostri respiri, sento ancora qualche convulsione nella mia intimità, segno che il piacere sta lentamente calando.

“volevi fare i preliminari?” mi chiede dopo qualche secondo “Scusa, ma volevo sentirti..”

“È stato perfetto così” affermo sicura.

“Ti amo” mi dice, senza collegarlo al resto del discorso “ti amo davvero tanto” si gira verso di me, e mi guarda intensamente negli occhi

“Amore mio!!!” mi faccio prendere dalla tenerezza, e gli prendo le guance stropicciandogliele, per poi stringerlo forte a me. “Ti amo” dico stingendolo ancora più forte. E dopo altre chiacchere, sulla nuova casa, ci addormentiamo abbracciati, senza nemmeno accorgercene.

Love Him Is RED || Piero Barone, Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora