capitolo 59

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“Buon giorno” sento dire da una infermiera che entra spingendo una strana culla.

“Salve…” dico girandomi. 

Piero sta ancora dormendo.  Sono le 8 del mattino, e non vedo l’ora di prendere mia figlia in braccio. L’infermiera controlla il mio e il braccialetto della bimba. Eh si, quella meraviglia è proprio mia!

“ti spiego come attaccarla al seno” mi dice aiutandomi ad allattare. Dopo un po’ se ne va, sento sospirare Piero, si sta svegliando. Si alza delicatamente e mi guarda con la bimba in braccio.  Sorride e mi accarezza.

“com’è?” mi chiede guardandola

“perfetta” dico io sorridendo “e anche affamata” dico mentre la sento tirare forte.

Mangia per più di mezz’ora, poi si stacca sazia, e la passo a Piero che le fa fare il ruttino. Ha la tutina bianca, una delle prime che le abbiamo comprato. Lo guardo mentre la tiene sul petto. Addosso a lui.semvra ancora più piccola di quello che è. Gli faccio una foto, mentre lo vedo baciarle la testa.  Questa la faccio stampare e me la metto sul comodino.

Si siede accanto a me e la tiene in braccio ora meglio, in modo da mostrare il visino. Più di 10 ore di travaglio, ma ora vederlo mentre se la stringe e se la bacia tutta mi mette addosso quel malsano desiderio di averne altri 50 di questi esserini.

“ti piace?” gli chiedo come se fosse un bene materiale da poter sostituire.

“la amo” mi risponde mentre le tiene la manina “hai ragione. Se la tieni in braccio molto ti viene poi il desiderio di averne altri”

“dammi tempo un anno. E poi ne riparliamo” dico convinta

“magari il prossimo nasce in regola” dice Piero sorridendo “sai a cosa mi riferisco.”

“lo so Piero.  Dammi il tempo di mettermi in forma e prendere il ritmo con victoria. Poi organizziamo tutto”

“amore,” dice alzandosi e dandomi in Braccio victoria “dammi il tempo anche a me che ho la vescica che mi esplode a momenti”

Va in bagno mentre io me la rido. E finalmente posso ammirarla completamente. Il visino paffuto, quelle labbra a cuore che mi ricordano quelle di Piero. Gli occhi, marroni, sono ancora chiusi. Le manine, piccole, poggiate sul mio seno, a cercare quel calore di cui ho bisogno anche io. Sento tirare l’acqua e Piero uscire dalla porta del bagno, mentre si asciuga le mani.

“smetti di consumarla… ora tocca a me” mi dice facendomi ridere.

“Ciccio, le contrazioni le ho avute io….” Gli rispondo continuando a tenermela stretta

Sì siede sul letto e mi da un bacio sulla fronte, torna a guardare victoria le prende la manina, la accarezza.  Parliamo piano tra di noi, visto che sembra addormentata. Piero si alza e mi dice che va a prendermi qualcosa di buono da mangiare. Mi aiuta a mettere la piccola nella culla, coprendola poi. Gli sorrido e lui esce dalla stanza.
Intanto mi alzo e mi vado a dare una rinfrescata e a cambiarmi mettendo una tuta morbida e una vestaglia.

Dopo poco più di un quarto d’ora sento bussare alla stanza. Entra Piero, seguito dai suoi genitori. Victoria dorme beata.

“Ciao!!” dico sotto voce mentre vedo entrare anche franz e Mariagrazia entrare

“come stai? Abbiamo saputo dell’emorragia” mi chiede mia suocera

“tutto bene. Sono già ripresa. Prima mi sono anche alzata” dico tranquillizzandola “guardate piuttosto questo capolavoro di arte moderna!”

Ed ecco che iniziano i vocalizzi strani, le facce stupide e i vari consigli da genitori esperti. 3 figli. Volete mettere?

“Buon giorno! Oh! Vedo che hai visite!!!!” dice entrando In camera la dottoressa “devo portarti a fare una ecografia di controllo.” Mi indica una carrozzina.

“grazie ma cammino.” Dico alzandomi e andando verso di lei.

“è la prima mamma che non mi ha chiamato per niente durante le contrazioni, per paura di disturbare.”

“figurati.  Fosse per arianna, avrebbe partorito in un campo di grano” dice mio suocero facendo ridere tutti.

Seguo la dottoressa fino ad arrivare in sala visite. Mi ha seguito Eleonora.  Piero è rimasto per mia scelta in camera con suo padre e i fratelli, e ovviamente Vicky.

Mi fa sdraiare e mi fa scoprire la pancia.  Me la tasta un po’. Sono stata fortunata, non ho smagliature. Ora però la pancia è un po’ gonfia, ma è più che normale. Se guardo mia figlia non me ne frega niente e lo rifarei altre mille colte. 
Mi inizia a fare l’ecografia, e la sua faccia è fintroppo seria. Mia suocera mi tiene la mano, ormai sta diventando come una mamma per me.

“ci sono ancora residui” mi dice preocupara e fin troppo seria “dobbiamo fare un raschiamento, rischi una infezione…”

“un raschiamento?” chiedo in panico

“sennò ti devo indurre altre contrazioni, io lo consiglio per ultimo, è il metodo meno invasivo. Ma tutte si rifiutano. ”

“vuoi che ti chiamo Piero?” mi chiede mia suocera, vedendomi spaventata

“quali sono i rischi in un caso o nell’altro?”

“i residui per ora sono ancora nell’utero, e piano piano li stai espellendo. Se ti induco le contrazioni li espelli più rapidamente, ma comunque è doloroso. Con il raschiamento avrai un po’ di fastidio solo dopo.”

“proviamo prima con le contrazioni” dico sicura “può rimanere con me lei?”

“Certo! Possono rimanere tutti dentro. Solo durante le visite magari escono”

“ok. Facciamolo”

Mia suocera mi stringe la mano. Mi aiuta a scendere dal lettino. Dire che sono spaventata è poco. Mi riportano in camera. 
La dottoressa chiama fuori Piero e gli spiega tutto. Mentre un infermiera viene a mettermi la.flebo con l’ossitocina. Mariagrazia mi tiene la mano.

Alla fine gli altri hanno scelto di uscire. Entrano ogni sue per tre a controllarmi. Fa male, Piero è preoccupato, però cerca di stare calmo mentre io continuo a soffrire per le contrazioni. Cerco di non farglielo capire trattenendomi, ma quando fa male fa male. Invece quella che mi sta aiutando di più è  Eleonora. Mi tiene la mano, mi abbraccia quando vede che sto per cedere mi avvicina victoria. Mi gira la testa e il dolore è insopportabile. In mezzo le gambe penso di avere il lago di Como.

“basta basta.” Dico io esausta “apritemi in due e toglietemi quello che dovete togliere.” Dico ad alta voce.

“chiamo la dottoressa?” mi chiede Piero io annuisco. Lui esce lasciandomi sola con sua mamma.

“stai tranquilla che qui mi sembrano bravissimi” dice mia suocera tranquillizzandomi

“vaffanculo” dico a bassa voce dopo una fitta più forte “scusi scusami. Non a lei. Scusa” dico dandole del tu e del lei insieme

“tranquilla il giorno in cui ho partorito francesco ho bestemmiato per la prima volta” mi dice accarezzandomi

“eccomi eccomi” dice la dottoressa. Mi visita velocemente, e poi mi fa un’ecografia di controllo mi sorride, e chiama le altre infermiere “facciamo un applauso a questa mamma. Toglietele l’ossitocina e mettetele una dose di antidolorifico da cavalli, non ti preoccupare per allattare. Te la sei meritata”

“che significa?” chiede Piero guardandola.

“ha eliminato tutto!!! Attento che ti sei messo con l’incredibile hulk!” Piero mi bacia sollevato. Mentre io continuo a stare male, mentre l’infermiera mi toglie la boccetta da davanti “ecco qua il tuo premio. Dovrebbe fare effetto in poco tempo. Se senti il dolore ancora chiamaci che ti facciamo un’altra dose.” Mi dice mettendomi un’altra boccia di medicinale.

Se ne va. E solo dopo 10 minuti mi sento decisamente meglio. Così bene che inizio a ridere come una cretina. Intanto sono arrivati anche gli altri compreso Michele. 

“ragazzi è sotto l’effetto di antidolorifici” dice Piero entrando.  È andato a prenderli e deve aver spiegato loro il piccolo disguido.

“Ciao ragazzi!!!!” dico io euforica “auguri gianluca!!!!”

“grazie…” dice lui guardandomi come se fossi pazza.  Intanto mi sono rivestita in modo decente.

“Vediamo cosa c’è dentro questa roba” dice Ignazio leggendo l’etichetta della boccetta “paracetamolo, morfina!!! Ma ti viziano allora!”

“visto?! Mi  sento come al capodanno del 2013. Quell’anno mi sono ubriacato così tanto che ho fatto pipi nella lettiera del gatto di Francesca” in stanza cala il silenzio

“ti vado a prendere una lettiera?” mi chiede Alessandra ridendo

“no…. Grazie” dico ridendo

“ma dov’è la mia nipotina?” chiede Gianluca

“l’hanno dovuta provare a fare il controllo dal pediatra” dice Piero.  “poi la cambiano e la riportano.”

Vediamo entrare una infermiera con la bimba e con dei fogli. Sono quelli dell’anagrafe. Ci spiega che dobbiamo firmare per il nome e il cognome. Compila i fogli:

“victoria barone nata il giorno 11 febbraio 2018, genitore A?” chiede l’infermiera gguardandomi “è data di nascita tu”

“arianna Martini” dico io “25 luglio 1995”

“è genitore B”

“Piero barone, e 25 giugno 2015”

“25 giugno?” chiede sua madre ridendo

“ma la cosa più scioccante è il 2015” dice gianluca che intanto ha in braccio victoria, mentre Ignazio gli fa i versetti

“poi sono io quella con la droga nelle vene!!” dico indicando la flebo

“scusi. Il 25 giugno è il giorno in cui ci siamo fidanzati. Io sono nato il 24 giugno 1993” dice Piero ridendo

Ci fa firmare ad entrambi e compilare, inserendo nella casella il nostro stato civile. Piero mi guarda, sembra quasi triste. Lo so, avrebbe voluto prima sposarsi, ma alla fine victoria è stato un bellissimo dono dal cielo. Non posso chiedere di meglio. Guardo i miei suoceri che si passano victoria per tenerla un po’ in braccio.  Come vorrei rivedere i miei genitori.

Mi faccio passare il telefono è apro la chat con mio fratello. La fisso leggendo i messaggi che ci siamo mandati qualche giorno fa. Piero lo nota che sono in disparte e visto che sono tutti concentrarti sulla bimba star, viene verso di me.

“gli scrivi?”

“che gli scrivo?” gli chiedo spaventata

“qualcosa come, ‘ciao sei diventato zio’ lo eviterei…” dice Piero ridendo “posso?” mi chiede indicando il telefono.  Annuisco e glielo passo. 

Va nella folla di persone e fa una foto alla piccola, lasciando poi gli altri in adorazione. Scrive qualcosa e poi me lo passa.  Leggo “ciao manu, questa notte, verso l’una è nata la piccola victoria. Stiamo entrambe benissimo, siamo all’ospedale maggiore di Bologna.  Speriamo di poterti abbracciare presto. Ari, piero e Vicky”

Vedo comparire il nome di mio fratello sul display, e passo il telefono di fretta a Piero che risponde parlando vicino a me.

“Sisi sta bene…… nono…. Quando vuoi….. Stasera puoi venire per le 17. Allora ti aspettiamo.” Si salutano.

“viene?” chiedo sorridendo. Lui annuisce. Lo abbraccio.  Rimaniamo in disparte a guardare i nostri parenti mentre si sbaciucchiano la piccola Vicky.

PIERO

Finalmente tutti ci hanno lasciato un po’ soli con la piccola. Ora ce l’ho in braccio io. La culla me la stringo e la bacio. Arianna mi guarda assorta.

“che c’è?” le chiedo mentre sorride per l’ennesima volta dopo un mio bacio alla piccola

“niente” mi dice sorridendo dolcemente

Sono le tre del pomeriggio, ha mangiato il pranzo gentilmente oggetto dall’ospedale, e subito dopo ha dovuto allattare Vicky. Adesso si è ripresa del tutto  si è alzata in piedi, ed è molto più tranquilla 

“è piccola cavolo…” dico io mentre la sistemo meglio in braccio. Ho paura di spezzarla

“amore, l’importante è la testa. Poi puoi tenerla come vuoi.” Mi dice aiutandomi adesso siamo così vicini tutti e tre. La guardo.

“ti amo” le dico guardandola negli occhi

“oggi mentre stavamo compilando i fogli hai detto una data…” mi dice sorridendo

“25 giugno 2015” affermo

“25 giugno 2018 che te ne pare?” mi chiede prendendo la bambina in braccio e posandola nella culla. È ancora sveglia sicuramente tra poco piangerà

“per cosa?” chiedo interdetto

“ok. Facciamo così… Piero barone, vuoi diventare mio marito a tutti gli effetti il 25 giugno 2018? È una data molto importante: quel giorno io ho scoperto di essere incinta, e poi è il nostro anniversario!”

“scherzi?” le chiedo sconvolto “è tra.. 4 mesi e 13 giorni!”

“ho una wedding planner, e scommetto tutto quello che ho, che se facciamo il tuo nome in un qualsiasi ristorante, pur di beccarsi l’esclusiva si vendono anche la nonna in carrozzq”

“anche il tuo nome” le faccio l’occhiolino “non ti abituerai mai.” Lei sorride imbarazzata.

Victoria inizia a piangere. Arriva un infermiera del nido che ci inizia a spiegare come cambiarla, e come pulirla, senza ancora farle il primo vero bagnetto. Se ne va, quando arianna si siede sulla poltroncina e si mette ad allattare la piccola.

“comunque si” dico io mettendomi accanto a Lei “ti sposo il 25 giugno”

“allora futuro marito” si ferma fa una faccia dolorante poi guarda Vicky “Piano per l’amor del cielo” dice rivolta alla bambina “baci o no, la tua futura moglie?”

Mi avvicino piano a lei e la bacio dolcemente appoggiando le mie labbra sulle sue. Rimaniamo a baciarci fino a che victoria non si stacca, Arianna si sistema, e poi batte sulla schiena. Vicky apre gli occhi piano, fa una faccia strana quando vede la luce e ci mettiamo a ridere.

“fa la tua stessa faccia di quando ti svegli!!!” dice arianna ridendo

“sei bella tu!” dico io guardandola amaliato

“la mamma è sempre più bella” dice ridendo

“non posso negarlo…” dico tirandole indietro una ciocca di capelli.

“sai che.. nella mia famiglia, nessuno è católico” dice a un certo punto io mi blocco e sbarra gli occhi “tranquillo, tutti tranne me.”

“ah ecco….” Dico sollevato

Mi spiega che ha deciso lei da piccola di iniziare a frequentare religione in classe perché non le piaceva stare fuori con altre maestre. Da li ha iniziato a leggere e informarsi. E piano piano ad andare in chiesa. A 12 anni dopo aver  fatto anche catechismo, ha ricevuto il battesimo, e la comunione lo stesso giorno. E poi qualche mese dopo ha fatto la cresima.

“Però i miei genitori non mi hanno seguito. Hanno lasciato che io decidessi la mia strada, non volevano e non potevano vietarmelo. Certo non sono una delle più grandi religiose, e credenti. Ma avevo e ho sempre avuto bisogno di credere in qualcosa. E quel qualcosa era dio. Che storia patetica e commovente…” dice facendomi ridere

“no, beh.. è una bella storia. Particolare. Eri una bimba intelligente.”

“è poi mi piacevano le canzoni di chiesa” dice seria mentre la bambina la guarda come se fosse pazza “che c’è nana?!” la guarda anche lei “secondo me non capisce quello che dico…”

“riconoscerà la tua voce” lei annuisce

“Dovrò confessarmi, prima del matrimonio….”

“quanti peccati hai commesso?” lle chiedo ridendo

“solo con te, probabilmente meriterei una punizione esemplare. Uno dei più bei peccati, comunque, è tra le mie braccia”

“lo rifarei comunque.”

“mmh” dice guardandola e accarezzandole le guanciotte “no, Piero.... non so se ne voglio un altro. Ora siamo qui all’ospedale, e siamo seguiti da una marea di persone.  Ma appena torniamo a casa saremo soli. E poi tu lavorerà tutti i giorni. Quindi sarò sola”

“calmati” dico vedendola andare in iperventilazione. Le prendo victoria dalle braccia e la tengo io, visto che è ancora sveglia “si è vero, lavorero ma tra 3 settimane. Abbiamo 3 settimane per abituarci”

“Piero… e se sbaglio a fare qualcosa?”

“stai calma. Tu sei in grado di fare tutto. Fidati.”

“Speriamo almeno che le cada il moncone prima che inizi a lavorare tu.” Mi dice riferendosi al cordone rimasto.

Mi metto a ridere, ricordando mi la sua faccia quando ha visto che dovevamo fare la medicazione. Parliamo ancora un po’. Arianna si riesce a sfogare molto.  Metto victoria sul mio petto e lei si rannicchia, e piano piano si addormenta.

Verso le 17.30 sentiamo bussare all porta. Entra suo fratello con 2 pacchetti in mano. Ci sorride appena incontra il nostro sguardo.

“mi sono quasi perso, una signora là in fondo sta partorendo. Sembra tarzan” dice facendomi ridere

“io non ho urlato… però la capisco  fa male. Parecchio male” dice arianna per poi andarlo ad abbracciare

“ari…” dice lui poi staccandosi.  Per le terapie, non può avere contatti Fisici troppo prolungati con persone. Quindi non prenderà nemmeno in braccio la bambina.  “questo è per te, e questa è per victoria, ma lo do a Piero e lo apre lui” mi dice porgendomi un pacchetto rosa.

“grazie, non dovevi” gli dice arianna spacchettando il suo sacchetto, che a me sembra improvvisato prende in mano due pacchetti di carta stagnola

“uno è al prosciutto crudo e uno al salame. Mi ricordo che mi avevi detto che ti mancava mangiare salumi, e allora prima di partire mi sono fatto fare 2 panini dal mio macellaio di fiducia! Il migliore di Roma” ad arianna luccicano gli occhi.

“grazie manu… questa sera per cena me li Godo” dice sorridendo.

“quello invece l’ho preso qualche giorno fa….” Indica il pacchetto tra le mie mani “se non vi piace lo cambio e ve lo riporto poi”

Apro la busta rosa e dentro trovo due confezioni, una più grande e una quadrata piccola. Apro la prima è dentro ci trovo un paio di calzini cuciti a mano, rosa. Nell’altro c’è una tutina bianca semplice

“ci piace molto!!” dico sorridendo

“nono.. apri la tuta” dice euforico. Apro la scatola che contiene la tuta, poggiando il resto sulla sedia.  La guardo. È ad orsetto: ha la pancia rosa la cuffia con le orecchie e i piedini a zampa di orso.

“oddio ha anche il codino” dice arianna “è fantastica”

“se mi consentite, vorrei prendere altre cose alla bimba…. Questo negozio a Roma è davvero carino!!”

“puoi fare tutto quello che vuoi manuel. È tua nipote.” Gli rispondo io.

“grazie” mi dice lui sorridendo “è la star dov’è?”

“andiamo tutti insieme alla nursery.” Dice arianna

Arriviamo fino al vetro trasparente della nursery. Arianna prende la mano a suo fratello, poi gli indica una culla, con il nome in bella vista VICTORIA. Lui la guarda da traverso il vetro. Arianna viene accanto a me, mi abbraccia. La sento sospirare mentre osserva il fratello. La guardo. Sorride. E a me basta questo

Love Him Is RED || Piero Barone, Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora