capitolo 63

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“Ignazio siediti. Dobbiamo parlare” dico dopo essere entrata in casa sua

“che cumbinasti?” mi chiede guardandomi storto

“il giorno del mio matrimonio, entrambi i giorni tu non sederti. O meglio non sederti dove si siedono tutti. E prepara un discorso carino. Sensa allusioni al sesso” dico guardandolo dritto negli occhi

“ok...” dice “ma è un modo strano e contorto per dirmi qualcosa?” mi chiede non capendo.

“se non hai niente da fare ovviamente… vuoi essere il mio testimone?” chiedo intimidita “a Gianluca il padrino, a te il testimone.”

“vedo i miei impegni e ti so dire… no, perché il 25 giugno si sposa il mio migliore amico…” dice facendomi ridere “ariannuzza!!! E certo che si!!!” dice sorridendo. Lo abbraccio stringendolo “basta dimagrire che tra un po’ scompari”

“ce ne vuole fidati” dico ridendo

“e la testimone?”

“sarà Alessandra.” Dico sorridendo “mi ha aiutato. Davvero. Non so nemmeno dove potrei essere senza di lei…”

“sta facendo la doccia… quando esce….” Mi dice sorridendo

“ma voi...?”

“noi andiamo avanti ari… tra alti e bassi. Alessandra è una ragazza complicata. Però lo sai che a me piacciono le cose difficili.  Le nostre famiglie si adorano, io la….” Si ferma, è come se la parola le morisse in bocca “io la amo” dice sussurrandolo.

“igna! 3 anni quasi che state insieme… e ancora non glielo hai detto?”

“cosa faccio? Vado li e le dico ‘Alessandra ti amo così tanto che se non mi guardi negli occhi non respiro’?” non dico niente guardo solo dietro di lui la faccia sconvolta di Alessandra. Lui non se ne accorge e continua a parlare “la verità è che io vedo te e Piero, Gianluca e Martina.  Così belli, così perfetti. E poi mi guardo io. E mi faccio schifo. Lo so, parlo come una checca… ma diciamoci la verità.  Non sono bello. E lei è perfetta. Messi vicino siamo la bella e la bestia. Guardami! sembro un cesto di fave! Non ho ne capo ne coda. Non capisco nemmeno cosa possa averci visto in me. E io la amo e non riesco a dirglielo. Non riesco. La guardo negli occhi e le parole muoiono. Perché sono un..”

“minchione” dice Alessandra da dietro di lui “ti amo anche io…” dice Alessandra sorridendo felice lui la guarda e non riesce a dire niente.

“ciao Ale.. hai finito la doccia?” io e Alessandra ci guardiamo incredule. Mente lui è super imbarazzato

“secondo me adesso dovresti diglielo… cioè del tutto” dico al suo orecchio

“Alessandra… ti amjsk” dice poi tessendo alla fine.

“vado a chiamarti il tuo compare” dico ridendo “credo di essere sicuro di amarti!!! Te lo ricordi…”

“almeno io sto zitto e certe stronzate non le dico..” dice guardandomi ridendo “vieni qui nicuzza mia” le dice e lei si rifugia tra le sue braccia.  Sorrido dolcemente, fino a che non mi squilla il telefono. Rispondo: è piero che è a casa solo con suo fratello e la bimba. 

“Arianna, ciao son franz..” dice soffocando una risata “siamo letteralmente nella merda.”

“che è successo?”

“aspetta aspetta” dice ridendo. Vedo i due guardarmi preoccupati. Metto il vivavoce.

“cosa avete combinato?”

“victoria ha fatto… vabbe hai capito… solo che forse aveva il pannolino storto, o forse era troppo piccolo il pannolino…. Ed è esploso!!!” si mette a ridere come un cretino

Love Him Is RED || Piero Barone, Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora