Capitolo 1

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“mammaaa! Hai per caso visto le chiavi della mia macchina?”

“Arianna ma cosa vuoi che ne sappia Dove metti le cose,  e poi non ti accompagnava papà all’aeroporto?”

“cavolo,  giusto. Meno male che ci sei tu!”

Eh già,  meno male che c’è lei… probabilmente a quest’ora sarei ancora disperatamente cercando invano ciò che non mi sarebbe mai servito.  Oggi devo andare in Sicilia,  ad Agrigento, per un evento Dove incontrerò molti miei seguaci. Sono agitata,  nonostante non sia il primo evento che faccio. Finalmente prendo la mia piccola valigia e salgo in macchina a fianco di mio padre, e dopo poco più di mezz’ora sono all’aeroporto di Malpensa per prendere il mio volo per la Sicilia.

Dopo le solite raccomandazioni di mio padre durante in check in,  mi ritrovo a bordo dell’aereo per Catania.
Arrivo a destinazione dopo poco più di due ore di viaggio, e mi affretto a ritirare la mia piccola valigia.

Ma le cose non vanno mai al verso giusto;  sennò ,ovviamente, non sarei qui a raccontarvi questa simpatica storiella. Infatti mentre cerco di tirare su la mia valigia (con la delicatezza di un elefante con le emorroidi, e gli occhi bendati) urto qualcosa, o meglio qualcuno con il gomito destro facendomi anche leggermente male. Cerco di non incavolarmi, come al mio solito: d’altronde è colpa mia e facendo una scenata da donna psicopatica sicuramente farei un’ennesima figura di merda. Così mi volto verso il mal capitato, e mi accorgo di averlo colpito in pieno volto visto che si teneva la mano sulla fronte.

“mi scusi! Sono la solita imbranata e l’ho presa in pieno!” dico cercando di non ridere.  Inizio a sentire caldo sulle guance e non era sicuramente l’aria primaverile di aprile che si faceva sentire.

“non si preoccupi, sono ancora tutto intero” dice quell’uomo dall’accento siciliano, togliendosi la mano dalla fronte, e lasciandomi la possibilità di guardare meglio i suoi lineamenti. 
È alto più o meno 1.70 se non di più,  ha degli occhiali dalla montatura blu, e gli occhi di un colore marrone intenso, il ciuffo all’insù.

“tu piuttosto tutto bene?” mi chiede sorridendo, scoprendo i denti che erano circondato da un apparecchio fisso di colore bianco.

“certo!” ma poi improvvisamente un flashback, un bambino dalle orecchie leggermente  a sventola, con degli occhiali da sfigato, che cantava piove di Domenico Modugno vestito come un piccolo cameriere di un ristorante a 5 stelle.

“sicura? Sei diventata bianca all’improvviso….” Dice ridendo e forse prendendosi gioco di me

“ma sai che tu assomigli un sacco a una persona che ho conosciuto quasi 7 anni fa..” pensai ad alta voce.  Ma brava Arianna, non te ne risparmi  nemmeno una oggi. 

“ah si?!  chi lo avrebbe mai detto” dice ancora ridendo. Se prima avevo il presentimento che si stesse burlando della mia demenza, ora avevo l’assoluta certezza che mi stesse prendendo per il culo.

“Pierino!!!!! Che fascisti? E chi è questa bella morettina?” dice un ragazzo dall’accento siciliano molto marcato.  Appena lo vidi riconobbi subito Ignazio,  il mio compagno di giochi durante ti lascio una canzone. Con lui facevo dispetti di tutti i tipi, cercavamo sempre di far sbagliare l’attacco del playback alla Clerici durante la canzone iniziale.

“Ignazio?” dico con voce incerta mentre anche lui sembra avermi conosciuta

“Arianna?” mi chiede facendo nascere sulle sue labbra un bellissimo sorriso “madonna come sei cresciuta!  Ma dove eri finita?! Ah già i video su YouTube!  Gianluco li guarda sempre!  Piero la riconosci?” chiede al compagno che ci Guardava come se stessimo parlando di fisica nucleare.

“emh… no…” dice guardandomi del tutto imbarazzato

“gianlucoooooooo!” urla Ignazio a un ragazzo con il ciuffo e gli occhiali da sole che si stava dirigendo all’uscita, per poi fermarsi e girarsi imbarazzato. “hai tempo per fermarti due minuti?” mi chiede girandosi verso di me e sorridendomi mentre Piero ancora non ci stava capendo nulla. 

“emh.. Si… ho un evento domani e mi volevo riposare un po’ in hotel ma tanto la mia macchina ancora non è arrivata.” Dico imbarazzata, così prendo la valigia e ci dirigiamo verso quello che era il mio compagno di confidenze, Gianluca, il ragazzino con cui io maestro de Amicis  mi faceva sempre cantare.

“Arianna?!” dice sorridendo e togliendosi gli occhiali da sole “no non ci credo!!!! Io ti stimo un sacco! Cioè amo tutti i tuoi video! Soprattutto quelli musicali! Ti ricordi di me?!”

“certo!!! Mi ricordo di tutti voi! E soprattutto complimenti per Sanremo!” dico sorridendo e ricordandosi ancora l’emozione di quando Carlo Conti ha detto il loro nome proclamandoli vincitori.

“io continuo a non capirci molto…” dice Piero continuando a grattarsi la nuca imbarazzato.

“Piero! Ma le orecchie le hai attaccate con l’attack ?!” chiedo facendo ridere gli altri due.

“Arianna?  Quella che cercava di mettermi le puntine nelle orecchie per farmele attaccare alla testa? Quella che mi rubava gli occhiali e mi faceva andare in giro come un cieco?” chiese spalancando la bocca e rimandando serio.

“in carne ed ossa!!! E per la cronaca non ero io che ti rubavo gli occhiali, ma il tuo compagno Ignazio. Ma davvero hai usato l’attack per queste?” dico indicandogli le orecchie ridendo.

“Ariannaaa! Che piacere vederti! Ora sparisci prima che tenti di farmi morire dissanguato!” dice facendo ridere tutti quanti.

E chi lo avrebbe mai detto che questo era solo l’inizio di un’avventura straordinaria…..

Love Him Is RED || Piero Barone, Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora