capitolo 24

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Sono passate due settimane dal nostro arrivo in Messico, e il viaggio si sta facendo sempre più interessante. Hanno fatto tantissimi firma copie del nuovo disco, mentre io facevo la "reporter" di tutto quello che facevano. Adoro il clima che c'è qui, indosso vestiti estivi senza alcun problema. Certo di mattina fa piuttosto freddo, ma la cosa è sopportabile.



È passata un'altra giornata di interviste e di conferenze stampa in spagnolo, in cui io capisco praticamente tutto, visto che lo parlo come seconda lingua. Ho fatto un sacco di video, e li monto quasi sempre il giorno stesso, così da non avere mai lavoro arretrato.


Ora sono a cena, c'è sia barbara che i ragazzi, Sono tutti sorridenti tranne Piero, che ha gli occhi lucidi, le guance rosse e lo sguardo basso.



"Piero? Va tutto bene?" chiede Barbara vedendo che io non ho il coraggio di chiederglielo.



"Non tanto... ho un fortissimo mal di testa. Non ho molta fame" mi avvicino con la sedia a lui e gli tocco la fronte mantenendogli una mano sulla nuca



"Piero, secondo me hai la febbre." Dico per poi toccargli le guance e constatare che è ancora più caldo.



"È la solita febbre da stress" dice Barbara cercando nella borsa qualcosa. "Forse è meglio se vai in camera e ti fai una bella dormita" dice per poi mettere giù la borsa "Non trovo la tachipirina"



"L'ho io in camera, se ti serve ho anche l'immodium " i ragazzi mi guardano stupiti "Che c'è??? Sono ipocondriaca!!"



"Non lo mettiamo in dubbio.... Ma l'immodium?!" mi chiede Ignazio ridendo



"Mi avevano detto che il cibo messicano metteva dissenteria." Dico ovvia "Dai piero, vieni in camera mia questa sera, chiudo tutte le telecamere e mi invento che avevo la batteria scarica." Dico aiutandolo ad alzarsi dopo averlo visto barcollare e risedersi.



"Ragazzi, io ordino qualcosa in camera, non preoccupatevi" dico sorridendo



"Aspetta ari... ti aiuto. Piero non sembra ma è pesante." Si offre Ignazio. Io accetto subito, va bene che sono andata in palestra, ma tutta sta forza ancora non ce l'ho.



"Ari, dopo vengo a controllare l'ammalato." Mi dice Barbara, mentre io a fatica cerco di trascinare Piero verso l'ascensore, sembra quasi ubriaco.



"A dopo allora!"


Raggiungo l'ascensore a fatica, insieme ad Ignazio, e finalmente facciamo appoggiare Piero al muro, vedo che appoggia la testa e chiude per qualche secondo gli occhi, per poi riaprirli debolmente e sbatterli come per mettere a fuoco le immagini. Appena si aprono le porta, lo faccio entrare velocemente, sempre con l'aiuto di Ignazio. Piero si riappoggia alle pareti dell'ascensore, in attesa dell'arrivo al nostro piano.


Il campanello ci segnala l'arrivo al piano giusto. Si aprono le porte e trasciniamo ancora Piero fino alla mia stanza. Apro la porta velocemente e Ignazio entra con il braccio di Piero intorno alle spalle.



"Arrivati uomo in coma" dice appoggiandolo sul mio letto enorme "ti vado a prendere qualcosa da mangiare Ari! Devi stare tutto il tempo a vegliare su di lui. Devi mangiare qualcosa." mi dice premuroso.



"Grazie ignazio. Ma Prima ho bisogno di un'altra cosa: piero non può dormire così." Indico i vestiti eleganti che indossa. "Andresti in camera sua a prendere la sua roba?"



"La chiave?!" io mi giro guardo i pantaloni di Piero, di solito il portafoglio lo tiene nella tasca posteriore. Poi guardo Ignazio "non ci pensare nemmeno. Io le mani sul culo a Lui non ce le metto." Dice allontanandosi leggermente da me.

Love Him Is RED || Piero Barone, Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora