In tre vennero a prenderli fuori dalla Casa Undici, la mattina del giorno dopo. Nessuno dei due sembrò realizzare subito di aver dormito per quasi ventiquattro ore, ma la stanchezza li aveva costretti a tale azione. In ogni caso non avevano l'aspetto di persone riposate. Entrambi guardarono il terzetto, composto dal ragazzo corpulento che li aveva soccorsi il giorno prima, un ragazzo alto con gli occhi brillanti e una signorina che a Gabriel sembrò brillare di luce propria, con la pelle ambrata e un sorriso incantevole. Era quella che il giorno prima aveva stretto le loro mani.
"Perfetto - borbottò Jasper - il buono, il brutto e il cattivo".
Il ragazzotto corpulento, dotato di corti capelli arancioni quanto la maglietta, aguzzò la vista da dietro i suoi spessi occhiali, tanto spessi che Gabriel si chiese se fossero uno scherzo o davvero avesse meno di un decimo. Aveva chiaramente sentito il commento tagliente e aveva anche il fondato sospetto di essere stato classificato come il brutto.
Gabriel cominciava a chiedersi se avrebbero dovuto iniziare a temere quello sguardo, ma nello stesso istante la ragazza con ondulate trecce bionde e l'aspetto esotico iniziò a parlare.
"Prima di tutto: benvenuti. Noi siamo Robert, - indicò il ragazzone minaccioso - William - fece cenno verso quello di bell'aspetto - e Marissa. Potete chiamarmi Memo. Tutti e tre facciamo parte del comitato d'accoglienza per giovani semidei appena arrivati al Campo Mezzosangue. Ieri penso vi abbiano più o meno spiegato cosa ci accomuna, giusto?"
Li guardò, in attesa di una risposta, con un paio di verdi occhi da gatta.
Ci pensò Gabriel a smentirla molto in fretta.
"In realtà no."
Questo parve risultare sgradito alla signorina, che storse l'elegante nasino e ribatté: "Male. Molto male. Penso che sarà un trauma, ma meglio non aspettare. Più si aspetta più farà male."
Marissa sembrò prendere fiato, come se volesse creare la giusta atmosfera solenne e poi sentenziò: "Siete figli di Dei greci. Come tutti noi qui presenti. Abbiamo tutti un genitore divino e un genitore mortale. Voi avete le vostre madri, perciò sono i padri ad essere Dei. Io, invece, ho padre mortale e madre divina. Mia madre è Demetra, dea delle messi. Il padre di Robert è Efesto, signore del fuoco e della metallurgia. La madre di Will è la divina Afrodite, padrona della bellezza e dell'amore. I vostri, a quanto ci risulta, sono ancora sconosciuti."
"Non potrebbe semplicemente esserci stato un errore... tipo..." abbozzò Gabriel, in profondo imbarazzo.
"Tipo il fatto che gli dei greci non esistono?"
Ogni occhio, vedente o meno, nel gruppetto si fissò su Jasper. Marissa divenne tutta rossa.
"Scusa? Puoi ripetere?"
Il ragazzo fissò i suoi occhi scuri in quelli di Memo. Gabriel temette che un altro degli scatti di rabbia ingiustificata di Jasper rovinasse tutto.
"Jasper. Lo stai rifacendo."
"Rifacendo cosa?"
"Devi sempre mettere i bastoni tra le ruote a tutti."
"Ma tu davvero ci credi?! Degli spostati ci stanno dicendo che gli Dei greci esistono!"
"Ma gli occhi di quelli che ci inseguivano ieri li hai visti anche tu."
Robert, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, si intromise con un tono di voce profondo, quasi privo di inflessioni. In modo tale che si capisse bene che non erano ammesse repliche.
"Se non ci vuoi credere, ti possiamo riaccompagnare oltre la barriera. Sarebbe solo un dispiacere poi dover spiegare a tua madre come sei morto."
"Rob, vacci piano. Sono nuovi."
"No, Will. - replicò Robert, guardando nella sua direzione come se non lo vedesse davvero - Ci siamo passati tutti. Non c'entra essere nuovi."
Marissa intervenne con tono seccato: "Basta così." Guardò Jasper e chiese: "Vuoi una prova di quello che ti ho detto?"
"No, non la vuole."
"Sì che la voglio, non ti intromettere, Gabriel."
"Bene." La calma nella voce della loro cicerone avrebbe dovuto mettere una pulce nell'orecchio a Jasper, ma le delicate mani di Memo si alzarono e danzarono nell'aria prima che il ragazzino formulasse un sospetto. Avvertì un'improvvisa pressione attorno alle caviglie e abbassando lo sguardo notò due radici ritorte appena spuntate dal terreno avvolgersi strette alle sue gambe.
"COS-?!"
Will rise e si scostò una ciocca di capelli dalla fronte.
"L'hai voluto tu, signorino."
Memo incrociò le braccia mentre le sue radici rinsecchivano e divenivano cenere in un battito di ciglia.
"Come vi ho detto, sono figlia di Demetra, dea delle messi e della vegetazione. Ho un discreto potere su tutto ciò che c'è di vegetale al mondo. Robert invece sa usare il fuoco. Ma non penso vogliate una prova aggiuntiva."
Gabriel non aveva dubitato nemmeno per un secondo che quello che dicevano fosse vero, ma vedere le radici spuntare dal terreno in quel modo lo scosse profondamente. Solo dopo qualche secondo si rese conto di aver trattenuto il fiato. Lasciò l'aria libera di uscire dai suoi polmoni mentre realizzava la crucialità della situazione. Cosa che anche Jasper parve fare, soprattutto all'idea che il suddetto Robert sapesse fare la stessa cosa con il fuoco.
"No, ci accontentiamo." sputò con astio Jasper.
"Bene, direi che possiamo continuare il giro e farvi vedere il video introduttivo." commentò vivacemente Will.
Marissa riprese le sue funzioni di prima guida turistica e iniziò a parlare.
E Marissa parlò. Parlò. Parlò. Parlò per tutta la visita alle case dei diversi semidei, all'anfiteatro, ai campi da pallavolo, alla parete d'arrampicata; parlò quando sorpassarono il laghetto delle naiadi, il rifugio boscoso dei satiri e le cultivar di fragole; parlò perfino durante il video introduttivo in cui un interessante mezzo uomo mezzo cavallo - che Memo spiegò essere Chirone, il fondatore del Campo, attualmente impegnato in un'azione umanitaria in Europa - spiegava in breve come funzionava ogni cosa lì dentro.
Parlò così tanto che ad un certo punto sia Gabriel sia Jasper iniziarono a pensare ad altro.
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La Seconda Iliade
FanfictionQuarant'anni sono passati da quando Percy Jackson ha rivoluzionato il mondo. In quarant'anni sono accadute molte cose - piccole e grandi, belle, brutte, bruttissime e 'Trump ha vinto le elezioni' level - eppure il Campo Mezzosangue è sempre qui, pro...