15. Arco e fiaschetta, cacciatrice perfetta

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William Brody aveva fatto un grande errore. E quando dico grande intendo proprio grande. Si era appostato dietro la porta della casa di Ermes per riuscire a fare uno scherzo a quella grandissima figlia di Ermes di Sandra Orlando, per vendicarsi di un scherzo che era stato la vendetta di uno scherzo della vendetta di un tiro mancino della vendetta di una vendetta. Sapeva che all'interno era rimasto solo Willow, quello nuovo che aveva paralizzato il giorno prima, ma non sospettava di certo che Smith (l'altro nuovo) fosse lì. Quando era arrivato si era messo a spiare dalla finestra sul retro, e vedendo che non c'era nessuno si era spostato verso la porta, ma appena arrivato all'angolo della casa erano spuntati prima Gabriel e poi Jasper.

Non si era mai definito un impiccione, assolutamente no. Si definiva una persona informata, quindi aveva ritenuto buona cosa fermarsi fuori dalla porta ad ascoltare cosa si stessero dicendo. Non aveva nemmeno avuto bisogno di origliare dato che, nel giro di un paio di minuti, i due avevano iniziato a urlare.

Jasper era tornato alla casa di Ermes dopo il frettoloso trasferimento della sera prima per essere certo di non aver lasciato nulla indietro. La cosa che non aveva calcolato era la probabilità di trovarsi faccia a faccia con Gabriel. Aveva aperto la porta e se l'era trovato davanti, arrabbiato con lui come non l'aveva mai visto.

"Cosa sei venuto a fare qui?"

"Volevo controllare di aver preso tutto... non c'è bisogno di guardarmi così."

"Cos'è? Adesso non posso neanche guardarti?!"

"Ma stai calmo, Willow! Non ti ho detto niente!"

Dopo questa frase calò un silenzio che si sarebbe potuto tagliare con il coltello tanto era carico di tensione. William sentì i passi di qualcuno muoversi sul pavimento di legno.

"Comunque non hai dimenticato niente, quindi te ne puoi anche andare."

"Si può sapere cosa ti succede?"

"Serve anche che te lo dica? Fino all'altro ieri mi eri attaccato al culo perché ti sentivi tanto solo. Ora hai i tuoi nuovi amici fighi perché sei figlio di un dio figo!"

"Parli tu che per quattro anni hai sempre fatto vanto dei tuoi amichetti a scuola!"

Gabriel sentì il cuore gonfiarglisi di rabbia.

"Sicuro che fossi tu a essere una carogna con tutto e tutti. Adesso ti atteggi a stinco di santo ma io e te lo sappiamo benissimo che non lo sei."

Concluse la frase puntandogli minaccioso un dito contro. Jasper gli spostò mano con uno schiaffo.

"Per una volta non ho fatto niente di male."

"Hai ragione... Per una volta."

"Senti, stronzo, io volevo solo sapere se ho preso tutto. Se hai dei problemi di cui parlare vieni e me ne parli."

"Dovrei prima oltrepassare il cordone di sicurezza dei figli di Ares."

"Ma cos-? Lo so solo da due giorni e già me ne viene fatta una colpa."

"Una colpa?! Ma se tutto il campo adesso ti sorride!"

"Questo è quello che vuoi vedere tu! Perché sei invidioso!"

"Non è vero!"

"Sì che è vero."

"Non puoi saperlo."

"E invece lo so. Perché sono sempre stato invidioso dei tuoi amici. O forse hai sempre pensato che fossi scontroso perché ho un carattere di merda?!"

"Decisamente la seconda."

"Sei proprio un cretino. Se ti dà così tanto fastidio la mia presenza, tranquillo che me ne vado subito." Con un'ultima occhiata gli voltò le spalle per poi andare verso la porta. William se ne rese conto ma non riuscì a spostarsi prima che uscisse. Jasper spalancò la porta della baracca facendogli finire il pannello della porta in piena faccia, sul suo bel nasino dritto. Cadde a terra tenendosi il naso sanguinante mentre il ragazzo, senza nemmeno guardarlo se ne andava a grandi passi. Sulla soglia della casa di Ermes rimaneva il biondino nuovo, non ancora riconosciuto, con uno sguardo che avrebbe fatto paura forse anche a Helen Bucket. Gli occhi azzurri erano accesi di rabbia e quando li posò su di lui, ancora accasciato a terra, si sentì improvvisamente colpevole di qualcosa che (ancora) non aveva fatto.

La Seconda IliadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora