I singhiozzi erano così delicati e soffocati che perfino orecchie da predatore come quelle di Scarlett facevano fatica a captarli. Ci avrebbe messo ore a rintracciarlo, se la volpe non avesse sentito nell'aria una fragranza inconfondibile. Non era molto diversa da quella che aveva seguito per anni nella sua prima vita, per scovare marmocchi da sgranocchiare: un cucchiaio di angoscia, due manciate di isteria, abbondante paura. Nel caso di Robert il tutto si mischiava a svariati chilogrammi di vergogna, insofferenza personale e profonda tristezza. Questo non faceva altro se non rendere più facile la pista al naso di Scarlett.
Aveva il cuore pesante per la reazione che Rob aveva avuto subito dopo la fine dell'impresa.
Una volta individuato, si fermò e con un sospiro si trasformò nella sua forma umana. Per parlargli aveva bisogno di calma e pace e se la volpe lo terrorizzava, non andava per nulla bene. Si allacciò con cura la sciarpetta al collo, invocò l'aiuto del suo amatissimo Padrone e avanzò, diretta sul retro della fucina. Lì, seduto in mezzo ai ferri vecchi e alle botti d'acqua di raffreddamento, se ne stava un singhiozzante bambino sovrappeso di circa dodici anni. I capelli arancioni come la maglietta davano uno strano aspetto al suo viso reso gonfio dal pianto e dagli occhiali a fondo di bottiglia. Quando la sentì, alzò gli occhi e il suo volto si contorse in un'espressione carica di un acquazzone di sentimenti negativi. Un vero pot-pourri di emozioni dove la facevano da padroni rabbia e paura.
"Vattene via!" urlò con voce strozzata, stringendosi faticosamente le ginocchia al petto.
"Dobbiamo parlare."
"Io non voglio parlare con te! Voglio rimanere solo. Vattene!"
Scarlett ignorò il suo ordine e si avvicinò ancora. Provò uno strano e intenso dolore nel notare che la paura stava prevalendo sulla rabbia nello sguardo del ragazzino. Si lasciò cadere a due passi da lui ed incrociò le lunghissime gambe, piantandosi i gomiti nelle cosce e piegandosi in avanti per appoggiare il viso tra le mani.
"Abbiamo un problema, Robert. È la terza volta che non reagisci in alcun modo quando vieni attaccato. Urlare non ti salverà, lo sai? Serve solo ad attirare più nemici e a far saltare la tua posizione. Nemmeno il mostro più mediocre si lascerebbe spaventare dalle tue urla da porcellino sgozzato." disse duramente, sperando di ritrasformare il terrore in rabbia. Lo avrebbe preferito mille volte in collera con lei, piuttosto che terrorizzato. Ne aveva piene le scatole di gente che la guardava così.
Ci riuscì, ma solo in parte. Rob fece una smorfia come se avesse morso un limone e non rispose. Scarlett continuò: "Non fare finta di nulla. Lo sai che ho ragione."
"Tu sei una volpe cattiva."
"Se io sono cattiva, pensa cosa c'è in giro per il mondo! Ringrazia gli dei che io mi limiti a mangiarti e poi vomitarti intero. Non prenderai il tè con i mostri che ti daranno la caccia. Non giocherai a cacciare la volpe. Vorranno la tua morte, la tua fine, la tua distruzione. Punto."
Avrebbe voluto continuare, ma si accorse che gli spessi occhiali del bambino si stavano appannando. Il fastidio generato dal fatto di essere accusata di essere ingiustamente crudele si dissipò come neve al sole. Si mise a quattro zampe e gli si sedette di fianco. Lo acchiappò tra le braccia prima che Rob riuscisse a ritrarsi come sempre faceva con chiunque e lo tenne fermo fino a quando non si stancò di divincolarsi e protestare.
"Rob, so che ora non capisci. So che ti sembro solo cattiva e prepotente, ma ti posso giurare su qualsiasi cosa tu voglia che lo faccio per un buon motivo. Un giorno mi ringrazierai per quello che ti sto facendo. È meglio ricevere un insegnamento del genere da un'amica piuttosto che da un nemico."
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La Seconda Iliade
FanfictionQuarant'anni sono passati da quando Percy Jackson ha rivoluzionato il mondo. In quarant'anni sono accadute molte cose - piccole e grandi, belle, brutte, bruttissime e 'Trump ha vinto le elezioni' level - eppure il Campo Mezzosangue è sempre qui, pro...