70. Cantami, o musa, della tua ira funesta

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 Non era arrabbiata. Oh no, era semplicemente furibonda. E grazie tante. Attendeva in cima alla collinetta dell'accampamento circondata da tutti i ragazzi presenti con le braccia conserte e la mascella contratta in una maschera di marmo che era peggio di qualsiasi espressione. Non solo le era impossibile in ogni modo di partecipare alla battaglia, non solo Scarlett era morta, ora quei ragazzini ci mettevano tutto il loro impegno per sfuggirle di mano.

"Voi tre. Se fossimo stati al campo vi avrei immediatamente rispediti alle vostre famiglie perché ciò che avete fatto vi avrebbe garantito un'espulsione!" Tuonò non appena i tre semidei colpevoli comparvero nella sua visuale scortati da Daphne, la quale aveva anche requisito loro tutte le armi. Non che volessero usarle contro Miss Peak, anche perché il solo dito indice puntato contro di loro bastò a farli tremare. Il viso era scavato e le occhiaie stavano spuntando sul volto della Musa immortale. La sua tunica non era bianca come la prima volta che l'avevano vista ma più spenta, come se il lavaggio delicati fosse andato storto. O forse era stanca.

"Però non siamo al campo quindi ciò che posso fare è impedirvi di tornare a combattere. E – aggiunse troncando immediatamente ogni possibilità di replica – non intendo rivedere la mia decisione, non alla luce dei fatti che si sono svolti negli ultimi tre giorni. Voi, e con voi intendo voi tutti semidei, pensate che sia tanto semplice essere immortali! Non è vero! Ogni volta che ognuno di voi sparisce senza che io ne sappia qualcosa, avete idea della preoccupazione che provo? Evidentemente nemmeno ci pensate. Quindi, a questo punto, dato che perderemo comunque, tanto vale impedirvi di rimanere feriti sul campo. Ogni vostra distrazione potrebbe costarvi la vita e invece cosa fate? Andata a cacciarvi dritti dritti sotto le mura in un'imboscata! Cosa vi è saltato in mente! Come vorrei tanto sapere cosa è saltato in mente a Hart, Beverly, Willow, Alvarez e Collins! Cosa vi sta prendendo, ragazzi! Cosa vi sta succedendo?!" La voce della musa stava diventando più una supplica che una domanda imperiosa. "Capisco che la morte di Scarlett vi abbia addolorati ma ha addolorato anche me. Non capisco perché invece tutti voi, anche i più insospettabili stiano dando fuori di matto! Jazlynn, perché sei andata? Perché non mi hai detto niente? Winton, perché non mi hai detto che tua sorella voleva andarsene? – lo sguardò falciò tutti i presenti – perché non mi volete dire niente?!"

Jazlynn tentò di ribattere, con la faccia grigia di chi si è pentito dall'inizio del suo piano, ma Win la anticipò dicendo: "Perché, Sue, non entreremo a New Troy grazie agli dei."

Calò il silenzio su tutti i presenti. La maggior parte di loro rimase a fissare il figlio di Demetra, il più religioso e scrupoloso tra tutti loro, come se avesse appena detto una bestemmia. Win si era sempre affidato agli dei: era l'unico che si occupava ogni giorno dell'altare della propria madre e più di una volta si era preso cura del fuoco di Estia. Era strano, se non inquietante, sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.

"Non entreremo a New Troy grazie agli dei." Ribadì, quando si accorse che nessuno parlava. "Ci entreremo solo grazie a quello che riusciremo a ideare. Questa è una guerra di semidei, non di dei. E tu, Sue, con tutto il rispetto e l'affetto, sei una dea."

"Winton..." sussurrò la Musa diventando pallida e quasi perdendo le sue dimensioni più che umane. Era incredula, ferita come se l'avessero colpita con lo stesso di tipo di arma che aveva ucciso Scarlett. Solo che lei non poteva morire.

"Non ti diciamo niente perché ci impediresti qualsiasi cosa vagamente pericolosa. E siamo tutti d'accordo che qui ogni cosa lo è, perfino andare in bagno. Ma noi non possiamo stare qui per sempre, Sue. Tu ci vuoi solo proteggere, ma noi dobbiamo uscire da questo stallo. Non siamo immortali e questa non è vita. Dobbiamo vincere. O morire. Ma una sola delle due."

"Avreste potuto dirmi tutte queste cose prima di sparire a gruppi di tre o quattro. Prima di farmi venire un infarto!"

"Ci avresti fermato." Rispose tranquillo Win.

La Seconda IliadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora