29. Robert, Robert, burning bright

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Non serviva essere migliori amici di Robert o anche solo membri della casa Nove per capire il peso della sfida tra Scarlett e il figlio di Efesto. Bastavano tre settimane al Campo e una rapida occhiata agli sguardi preoccupati di tutti per capire che non si era mai vista una cosa del genere e sarebbe passato parecchio tempo prima che si fosse ripetuta. La notizia gli era giunta Win-express, ossia un Winton di corsa alla casa Uno, col fiatone e lo sguardo confuso. Gli aveva descritto velocemente ciò che gli avevano riferito dalla casa Nove ed era sembrato parecchio sconvolto. Solo ora Gabriel capiva perché.

Tutti gli spettatori erano stati posizionati a distanza di sicurezza da un grosso perimetro tracciato nel terreno, circondato da uno spago dall'aspetto oleoso, dentro cui Scarlett si limava le unghie distrattamente. Il suo sfidante non era ancora arrivato ma lei non sembrava preoccuparsene troppo. Robert non si era ancora visto e con lui Sia, la quale avrebbe sicuramente ottenuto la parte del fedele scudiero in qualsiasi adattamento cinematografico futuro della tenzone. Iris appariva non meno sconvolta del fratello, per non parlare di Shoshanah, letteralmente una maschera di marmo, in piedi in prima fila con le mani irrequiete. Doveva essere parecchio preoccupata per Scarlett. Nonostante fosse un mostro, per quanto lei lo negasse, dotato di una certa forza, Robert era da tutti conosciuto per il suo ingegno e capacità di valutare le situazioni: non avrebbe mai sfidato Scarlett senza avere almeno una possibilità di vittoria. Sarebbe stato il primo vero e proprio combattimento a cui avrebbe assistito! Fosse stata una situazione normale Iris non avrebbe perso l'occasione per sottolineare quanto avrebbe potuto essere educativo per le sue tecniche di scherma, ma al momento era (stranamente) confusa come tutti gli altri. Anche Marissa, finalmente libera dalla sua prigionia e dal collare, si era messa vicino al gruppetto formato da Gabriel, Iris e Winton. La seconda non pareva particolarmente felice della compagnia, ma dall'ultimo litigio sembrava che le due ragazze si fossero tacitamente accordate di non rivolgersi la parola. Per questo motivo se ne stavano sedute nello stesso raggio di consumo di ossigeno, fingendo amabilmente che l'altra non esistesse. Jasper invece, era seduto dall'altra parte dell'arena improvvisata, in compagnia di Jazlynn, Jack e Brice. Aveva tentato un approccio a Shoshanah, vedendola così angosciata, ma il risultato era un fastidioso silenzio seguito da uno sguardo altrettanto muto.  Ne aveva dedotto che non fosse il momento adatto e nemmeno la persona adatta a tentare di consolarla.  

Si intuì che Robert stava arrivando quando la folla iniziò a dividersi per lasciarlo passare. L'aria era pregna di qualcosa che per i più nuovi al campo era completamente sconosciuto, ma che potevano comunque percepire:  tensione, attesa, adrenalina! Era diverso dalla classica caccia alla volpe. Robert Hart non sembrava particolarmente toccato dai livelli di ansia e aspettativa di tutti quelli che lo circondavano, anzi! Non dimostrava proprio nessuna emozione. 

Gabriel aveva avuto occasione più volte di stargli quasi vicino durante le lezioni o le attività di gruppo, ma non aveva mai avuto interesse nell'osservarlo con attenzione. Quello che a prima vista si sarebbe potuto scambiare per grasso bamboccione, era in realtà un grosso ragazzo. Non appariva enorme perché sovrappeso. Era la sua struttura ossea. I capelli rossi, tagliati corti, stavano ritti in testa come fiammelle e anche la pelle, rubizza come quella di tutti i rossi di questo mondo, sembrava appena passata vicino ad un fuoco. Ma tutti sapevano che le fiamme non erano fuori, ma dentro Robert. Pur apparendo così diverso da tutti loro, iperattivi e disattenti, lui sembrava in quel momento più semidio che mai. Un involucro umano per un'esistenza sovraumana. Il Dio del Fuoco doveva avere particolare predilezione per quel suo figlio. 

Con un movimento fluido il ragazzo si mise lo scudo oplitico tondo ben fissato al braccio e con l'altra mano prese da quelle della sorella un martello. 

"La mazza da fucina è l'arma preferita di Robert." Si prodigò a spiegare immediatamente Iris, che a quanto pare non riusciva mai a resistere alla tentazione di esplicare qualsiasi cosa. Ma questa volta le sue parole diedero una valida risposta alla muta domanda di Gabriel, il quale ovviamente non aveva idea che una mazza da sette chili potesse essere usata come arma.

La Seconda IliadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora