Se c'era una cosa che a Sandra Orlando veniva benissimo era mantenere la calma. Questo non sempre le era stato di vantaggio: a volte era stata giudicata troppo fredda e calcolatrice, addirittura indifferente, davanti ai piccoli e grandi drammi del Campo. Anche a casa sua madre si lamentava del suo carattere apparentemente così poco empatico: Sandra, non sei abbastanza triste, abbastanza sconvolta, abbastanza impietosita.
Sandra si era in realtà sempre chiesta se le persone che aveva attorno e che parevano così legate alle proprie emozioni le esprimessero in maniera totalmente spontanea o solo secondo la legge comune. Per esempio, aveva letto che, da qualche parte che nell'antichità, i funerali prevedevano momenti di divertimento, addirittura banchetti. Nell'Iliade c'era scritto che per la morte di Patroclo si erano tenuti giochi funebri. Ecco. Quella non era un'occasione dove ridere e scherzare? Eppure era un funerale. La gente avrebbe dovuto piangere, battersi il petto, strapparsi i capelli, no? Almeno, se questo fosse stato un'esternazione emozionale sincera.
Questo avvalorava la sua tesi: la gente seguiva la moda delle emozioni. Si piangeva a comando per non sfigurare in una massa di gente triste, si rideva su ordinazione per non fare la figura dei musoni, ci si arrabbiava per cose per cui normalmente non si avrebbe nemmeno speso mezzo minuto della propria vita. Questo pensava Sandra Orlando e, anche se la sua tesi era oltremodo osteggiata – addirittura dallo stesso bellissimo fidanzato – lei persisteva adamantina nelle proprie convinzioni.
E ora tornavano utili, ecco tutto. Quando le persone sono davvero sconvolte, ma davvero davvero, quando non si riesce a mettere assieme una frase di senso compiuto che nella testa riesca a prendere il posto del dolore e dell'angoscia anche solo per mezzo minuto, una tipa come Sandra Orlando fa sempre comodo. Abituata com'era a trattare le emozioni come se fossero qualcosa di addomesticabile, Sandra osservò con occhio critico tutto quello che successe subito dopo essere tornata in possesso delle proprie facoltà cerebrali. Vide Fabrice morire, vide Jasper abbracciarlo, vide Shoshanah corrergli incontro, vide anche il fulmine che calò dal cielo grazie a Gabriel. Rimase a osservare impassibile Jazlynn disperare mentre legava il suo caro amico e non fece una piega anche quando lei iniziò a piangere perché Jasper, fuori di sé, parlava senza accorgersi del male che le faceva.
Sandra non era priva di sentimenti: lo stesso dolore che batteva a ritmo con il cuore di tutti, quel veleno pompato in ogni battito di ciglia era arrivato anche in ogni più piccolo anfratto del suo corpo. Non lo negava a se stessa: non avrebbe avuto alcun senso, quella sarebbe stata la vera indifferenza. Si conosceva a sufficienza per sapere che era spaventata, triste e addolorata, perché conosceva Fabrice, anche se non avevano mai stretto un rapporto di intensa amicizia: lui era troppo esaltato, lei era troppo contenuta, entrambi erano troppo furbi.
Ma il suo istinto di sopravvivenza, quell'istinto che l'aveva salvata quando a undici anni si era ritrovata inseguita da un licaone nel parchetto del suo quartiere e che le aveva permesso di diventare uno dei capicabina più rispettati del Campo Mezzosangue, le aveva gentilmente picchiettato sulla spalla e le aveva fatto cenno di frenare lacrime, disperazione e terrore. A chi sarebbero stati utili? Non a Brice, che ormai aveva lasciato quel magrissimo corpo mortale e neanche a loro, che dalla loro personale prigione dovevano ancora fuggire. Aveva già capito qual era stato l'intento del figlio di Atena: rompere quel meccanismo presente nel Palladio che li avrebbe lentamente resi come i fantasmi della Guerra Civile. Questo era chiaro. Si era sacrificato, aveva toccato la statua di sua madre prima che lo facesse chiunque altro perché lui era il prescelto, lui era la vittima sacrificale.
Questo non voleva forse dire che il Palladio era ufficialmente libero da altre maledizioni?
"Mark! Mark, vieni qui." Chiamò Sandra a gran voce, cercando con gli occhi il suo fidato comandante in seconda. Il ragazzotto, che stava discutendo animatamente con alcuni ragazzi di Nike, lasciò subito perdere il discorso e corse da lei al trotto.
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La Seconda Iliade
ФанфикQuarant'anni sono passati da quando Percy Jackson ha rivoluzionato il mondo. In quarant'anni sono accadute molte cose - piccole e grandi, belle, brutte, bruttissime e 'Trump ha vinto le elezioni' level - eppure il Campo Mezzosangue è sempre qui, pro...