32. I dolori della giovane Daphne

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Erano stati i figli di Efesto a volere la festa in onore del loro fratello eroe, non lo stesso Rob. Ma a nessuno sinceramente importava del mandante! La cosa davvero importante era festeggiare la cattura della volpe incatturabile ad opera di un loro amico e coetaneo.

Una lunga tavolata era stata sistemata lungo la spiaggia dei fuochi d'artificio e su di essa erano già comparse le prime vettovaglie. Per una volta le rigide regole del campo riguardanti la dieta erano state felicemente trasgredite e pizze misura Famiglia-Scatenata-Dozzina sorridevano solo parzialmente celate da ciotole di stuzzichini caldi e bottiglie di Coca Light - per gentile intercessione del padre di Shoshanah.

La gente era in fibrillazione.

I figli di Atena avevano voluto organizzare una piccola coreografia pirotecnica e i fratelli di Robert avevano offerto i fuochi d'artificio; la casa di Afrodite e quella di Demetra avevano unito le loro forze per creare festoni vegetali riciclabili, rossi come i capelli di Rob, come il fuoco, come le volpi; anche Helen e il suo gruppo si erano resi utili, aiutando Jazlynn e gli altri ragazzi di Ares a inventarsi una poltrona sufficientemente comoda per il loro eroe che, accompagnato dalla sua fidata e premurosa sorella, era stato sistemato su una sorta di sofà da cui avrebbe potuto ricevere i giusti festeggiamenti.

In realtà Rob non sembrava molto convinto dalla situazione, ma l'unica ad essersene accorta era Sia. Fin da quando era andato a recuperarlo in infermeria avevano notato qualcosa di strano, perché suo fratello sembrava turbato. Quando gli aveva chiesto spiegazioni aveva ricevuto un semplice: "Niente."

Insistendo ancora un po' aveva scoperto che Shoshanah era passata a fargli visita. La cosa le puzzava, ma Sia non aveva avuto il cuore di importunarlo ulteriormente.

Ed ora che poteva osservarlo mentre guardava i suoi fratelli mimare davanti a tutti l'epico scontro che l'aveva visto protagonista, la ragazza si poneva tante domande, sia su di lui, sia su sé stessa.

Quel giorno Robert aveva compiuto un'impresa semplicemente memorabile, che aveva e avrebbe portato gloria e onore sulla casa di Efesto per anni. Era il figlio, il fratello, l'eroe ideale. Aveva osato tanto e tanto aveva ricevuto in cambio della sua audacia. Sia era scissa in due sentimenti ben distinti: l'orgoglio di vederlo brillare tra tutti i semidei... e la consapevolezza del livello inarrivabile a cui Rob era ormai approdato. Era bello e allo stesso tempo inaspettatamente devastante trovarsi ad una distanza così incolmabile con la persona che amava di più al Campo. Essere conscia di annaspare nell'ombra anche solo per non essere dimenticata. Sia, osservando Rob, ebbe per la prima volta il terrore che suo fratello si rendesse conto di quanto lei fosse mediocre.

"Sia? Heeeey, Terra chiama Sia? Ci sei?"

La piccola Inuk sobbalzò quando la mano di Fabrice si posò sulla sua spalla con una certa verve e il salto che fece spaventò anche l'amico, il quale fece un passo indietro e poi si portò una mano ai capelli e l'altra al cuore.

"Wo, ragazza! Guarda che io ho una certa età!"

"Scusa... scusa, Brice." mormorò Sia, arrossendo e distogliendo lo sguardo dal fratello "Ero distratta."

"Sta venendo una bella festa, vero?" domandò il ragazzino, abbozzando uno dei suoi sorrisi tutti i denti. Lei annuì e sorrise a sua volta, cercando di scrollarsi di dosso i pensieri infelici.

"È stata una bella sfida. Rob si merita tutto questo. A proposito, grazie per l'idea dei fuochi a tema. Faranno piacere anche a Scarlett."

"Sì" concordò Fabrice "Piacerà a tutti. Certo, tu con quella faccia non te li godrai molto."

La Seconda IliadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora