21. All Campmasters Are Bastards

585 63 23
                                    


Essere convocati alla Casa Grande non è mai un buon segno. Può essere tutto, tranne che un buon segno. Soprattutto se si ha la coda di paglia.

E Daphne Scarabeth l'aveva. Lunga, mossa e vezzosamente decorata con un fiocchetto nero e argentato. Non che avesse provocato danni al Campo come era successo un paio d'anni prima - a quanto pare le molotov non erano considerate armi adeguate nella caccia alla bandiera - ma aveva già combinato qualche piccoli guaio. Niente di che, in realtà. Quelle due seccatrici bacchettone di Peak e Cadmy la facevano sempre più tragica di quanto non fosse.

"Che sarà mai mandare in infermeria uno stupido figlio di Nike. In fondo se l'era cercata. Non si va in giro a dire alle persone che sembrano dei quarantenni problematici." brontolò tra sé, mentre si avviava a passi lugubri verso la Casa Grande "Sono una brava ragazza, io. Non sarà una fiaschetta a fare di me una donna in crisi di mezza età."

Scarlett l'aspettava a braccia incrociate sotto il portico. La sua espressione non piacque per niente a Daphne. Era troppo seria. Solitamente non amava il sorrisetto ghignoso che Miss Cadmy adorava disegnarsi in viso, ma era preferibile rispetto a tutta quella serietà gratuita. 

Anche perché significava solo una cosa: volevano punirla.

"Non capisco la natura di questa convocazione." disse, infastidita, appena si trovò a pochi passi da lei. Arrivava più o meno al basso ventre di Scarlett, eppure era capace di apparire arrogante. Ammirevole.

"Potresti immaginarti mille scenari relativi ad una convocazione, Daphne. Ma nessuna delle tue code di paglia prenderà fuoco quest'oggi, non temere. Entra."

Scarlett le indicò la porta aperta. Daphne serrò i pugni ma ubbidì. Nel salotto della Casa Grande l'attendeva Sue, seduta su una poltrona dall'aspetto usurato, mentre sfogliava con rabbia malcelata una rivista scritta in greco antico, borbottando parole a mezza voce. Quando si accorse che le sue due interlocutrici designate erano entrare, lasciò la rivista sul tavolino e si alzò in piedi. "Ciao, Daphne. Accomodati pure."

Daphne lo fece ma continuò a guardare innervosita Sue. Scarlett rimase in piedi e si appoggiò alla finestra dietro la poltrona di Daphne. Giusto per farla sentire in pericolo su ogni fronte, no?

"In modo molto semplice e molto diretto. Non sei un buon esempio per tutti i minorenni che ci sono in questo campo."

Miss Scarabeth non fece una piega. Sbatté le ciglia un paio di volte e commentò: "Io sono una minorenne."

"Diciamo più una quarantenne che porta bene i suoi anni."

Daphne si voltò verso Scarlett e commentò acida: "Sono una dannata diciassette, la smettiamo di mettere in discussione questo fatto?!"

"Non siamo qui a discuterne sulla tua presunta età o su quella vera, sapendo soprattutto che a me non puoi mentire. Ciò che mi interessa è che deliberatamente infrangi le regole del campo introducendo alcolici non per sopravvivenza, nel caso tu avessi intenzione di tirare dentro Shoshanah. A lei servono. A te no."

"A lei servono? Che succede se non beve? Rinsecchisce come le piante al sole? E come fai a sapere che a me non servono? Io mi sento male quando non bevo. Non è che stai facendo preferenze tra me e lei perché io non sono una vostra preferita?"

"No, sto dicendo che è nella natura di Shoshanah a causa di suo padre. Il tuo è un maledettissimo vizio."

"Non ti hanno mai insegnato a non giudicare i problemi altrui? Vuoi avere una cacciatrice sulla coscienza?"

Scarlett sbuffò seccata ed esclamò: "Vittimismo come se piovesse."

"Siete due tiranne, ecco quello che siete!" disse Daphne "ACAB! All Campmasters are bastards!"

La Seconda IliadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora