Il cane, il padrone e il bracciante

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Sospetto che il tuo cane non ti ami.
L'ho visto ieri mentre camminava a zonzo per il parco,
abbaiava e io lo capivo.
Cantava manifesti d'odio e sventura,
mi raccontava dei calci in faccia e della frustrazione.

Odiava te e odiava casa tua.

Spezzami la coda padrone.

Odiava la tua ragazza e odiava il suo ventre grasso e suino.

Tagliami le zampe, capo.

Non lo biasimo, non lo biasimo davvero.
Tu sei porco,
e grasso hai ladrato chili di grano.

E io ti voglio raccontare,
padrone infame,
che al cane tuo hai fatto lavorar 12 ore sotto il sole cocente,
a tracciar solchi dall'alba al tramonto.

E poi,  padrone,
quando hai visto la ribellione
negli occhi suoi
lo hai chiamato bestia,
lo hai chiamato "cane" il povero bracciante,
e lui, ignorante com' era,
ti rispose:

sospetto che il tuo cane non ti ami,
non lo biasimo,
non lo biasimo davvero.

Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora