Mi disappassiono alle persone in fretta.
Li amo quando sono molti, senza quella fiacca individualità che rovina tutti i miei idealismi.
Uno ad uno invece, sanno piano piano di asciutto in bocca e poi d'amaro e in ultimo, di noia, che mi attacca le articolazione e pare spezzarmele.
Sono accanto ai miei simili e dovrei sentirmi a mio agio,
e voglio strappare il mio corpo per poi uscirmene a zonzo, guardarli tutti dall'alto e finalmente amarli.
Dal canto mio però il corpo non si strappa, allora non rimane che rispondere con l'equilibrio, abbassando la posta in gioco, cercando di non provare nè allegria, nè quella maledetta noia.
Muto, impassibile, come quei orrendi gatti imbalsamati.
Odio non ne provo, davvero, non mi si accusi di essere misantropo;
stupida psicologa perchè continua a chiedermi quale sia il mio cazzo di cibo preferito?
Mi credi forse così stupido da credere di prendermi in simpatia con due domande sul cibo?
Ecco, lei la odio!E poi quella che schifa i suoi capelli, quell'altro con le sue manie e quell'altro ancora che ama follemente il suo cane, che giuro su dio, sarebbe capace di scoparselo sul tavolo da cucina.
Io vorrei, ardo al desiderio, uno di questi maledetti giorni di salire sul palco, davanti ad amici e parenti e soprattutto davanti a quella ragazza che mi trovava così teneruccio, e urlare:
Schifosa la vostra vita!
Agra la mia!
Siete più noiosi del TG1!
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoesíaStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.