Non è il tempo degli orologi e degli uomini, è il Tempo delle maree, della luna e degli uccelli migratori.
Un Tempo spiraliforme, a onde e convesso, logoro e depresso.Questo tempo che soffia a nord e brancola controvoglia, striscia il suo corpo rantolando che grava sugli uomini afflitti.
Inesorabile, unghia dopo unghia si aggrappa e scivola grasso, lento e sudato, l'asfalto caldo lo nausea, lo spezza, ma esso non è fatto della materia degli uomini, è il Tempo delle maree, della luna e degli uccelli migratori.Talvolta spinto da questo vento burrascoso il Tempo vorrebbe ribellarsi, fermarsi per ricostruire l'infranto.
Ma ingordo un ordine lo attrae, esso può solamente guardare le anime che costruisce e l'asfalto su cui gratta.
Ciò che chiamiamo Futuro è questo ordine.
Ma lui è il Tempo delle maree, della luna e degli uccelli migratori.
Esso non ha futuro e non ha passato, avanza bieco come un soldato in trincea, curvato come un condannato a morte.E talvolta ci dicono: Il Tempo ce l'ha lo stesso una coscienza? ci dispiace dire di no, non ce l'ha in quanto tale.
È solo un cilindro vuoto e del rancore che lo abita, un senso vuoto e la perdizione che vi si aggrappa.
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoesiaStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.