E rieccoci qua cara amica Solitudine, da quanto tempo!
Ti vedo cresciuta, ti vedo più bella, ti vedo giovane!Che fine avevi fatto, dimmi sù.
Saranno ormai tre o quattro anni che non passiamo queste lunghe sere, notti, albe assieme.
Svegliarmi accanto a te e dormirti accanto in un letto vuoto.
Ed ora eccoci, io a diciannove anni, università, impegni certo e il patetico di aver la barba ed elemosinar compagnia.
Non ti vedo più uguale, ti dirò, e non offenderti se ti dico che sei diversa, amica mia ora sei più forte: rompi le ossa e manco te ne accorgi, crei silenzio e solo il rumore della penna sento.Sento invece il freddo di esser già vecchi a 20 anni, il freddo dell'apatia di un'esistenza che non si comprende.
In una poesia, che avrai di certo letto mia dolce amica, scrivevo che Sartre non mi aiutava, ma che, piuttosto, soffocava il mio dimagrito corpo, corpo che ho perso nella nebbia delle più brutte città italiane.
E lo ripeto! Lo ripeto, ascoltami! Sarte non mi aiuti! Il tuo esistenzialismo non mi aiuta!
Esso rende conscio il dolore che provo, e che me ne faccio?
Io in realtà vorrei solo dormire... dormire sì! Svegliarmi all'alba, camminare in riva al Po e non veder più questi orrendi palazzi e questi squarci nel paesaggio che chiamiamo "progresso".Ma mi vedo già a 60 anni -se ci arriverò beninteso- solo e vecchio, un po' ubriaco e un po' malconcio, in qualche vecchia casa nella pianura padana.
In mia compagnia solo tu, Solitudine, che però non saprai raccogliere le feci che più non tratterrò, le urine che dense si confonderanno con il pavimento. Mi schiferò se avrò la forza.Ma mi chiedo cosa farmene di 40 anni, 50 anni di vita ignobile, forse 80 o 90 visto questo cavalcante progresso; cosa me ne faccio, mi chiedo, se già mi conosco così bene? Io annoio me stesso.
Pensavo in realtà di riempirla di politica e socialismo, ma ti dirò amica mia, ormai non ci credo più, non credo più nella sincera bontà delle persone: ho volato alto e li ho visti tutti bellissimi e tutti purissimi, ma planando ho perso fede, ho perso fiducia e con la fiducia l'energia.
E mi rimani solo tu, amica mia, solo tu rimani con me.
Forse, quando sarò canuto tu cambierai ancora e ti saprò godere Solitudine, ma per ora sei la tormenta e il freddo, sei la depressione cupa e la Nausea senza svolta.
Ma ti dirò: ti amo, perchè rimani solo tu, Solitudine, rimane la polvere delle idee in cui non credo più, e rimango io; ripudio tutto.
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoetryStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.