Cosa succede se quello in cui crediamo ci odia? Se l'idea che amiamo non ci ritiene degni.
Amavo Dio ma lui non amava me, ero un frocio, ero un cane, una vergogna per la mia famiglia che era pia fino a ieri, ora, macchiata da questa infamia.E come si vive essendo nient'altro che un' infamia?
Come si vive amando chi non ci ama?
E mi chiedo, seduto su qualche panchina degradata, perchè tu Padre non mi accetti?
"Sono frocio! Sono frocio! Sono frocio!"
urlo a quei quattro barboni della panchina affianco, sono un "arruso" e non me ne voglio vergognare.
Amatemi così vi prego, amatemi o lasciatemi morire di freddo, il mio grembo già perso altrove e il mio petto già frantumato.
Ma no! Ma no! Ve lo voglio dire che io non mi sparo, Padre e madre, non mi amate, ma io amo voi, con la tenerezza del mio sguardo vi perdono, come Gesù perdonò chi lo crocifisse.E se talvolta, quando è troppo buio il cielo e troppo silenziosa la notte, tu madre dirai a papà che forse sbagliavate, che forse sono sempre vostro figlio e quando, tu Dio, deciderai sommo e deciso che ogni tuo figlio è sempre figlio tuo, beh, io sarò certamente contento ma non estasiato:
già io mi amavo! questo anche se voi, Padre, papà, mamma, dicevate che chi, in qualche campo di mais, si coccolava avvinghiato con un uomo era nient'altro che una bestia.
E io sono una bestia, non lo nego, non perchè amai un maschio, ma perchè ho svenduto la mia dignità per amare voi, ma vi dirò, non me ne dispiaccio, fui un bambino cattolico come nessuno e ora sono un ragazzo felice come nessun altro.(Poema dedicato a un amico coraggioso e deciso, rivendichiamo il diritto ad essere felici)
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoetryStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.