Cara amica, noi non siamo quelli che hanno scritto la storia.
Noi siamo quelli che l'hanno fatta;
quelli che mai l'hanno passivamente subita.
Non ci siamo ritirati per moralismo, per comodità, per paura o per ignavia.Amica, noi siamo quelli bruciati dall'inquisizione.
Siamo quelli decapitati dal Re.
Ammazzati dallo Zar.
Confinati nel fascismo.
Torturati nel nazismo.
Incarcerati dalla DC.Siamo gli scettici, i ribelli in marcia.
Siamo quelli del Palazzo di inverno e della bandiera sul Reichstag.
Ieri eravamo partigiani, oggi siamo curdi, siamo i no TAV, siamo i popoli contro le speculazioni del capitale in Africa, Sud America, Asia e Europa.
Ci dicono che odiamo: è vero.
Ci dicono che siamo violenti: non lo neghiamo, alla lenta violenza del sistema che schiaccia e annichilisce milioni di persone, abbiamo scelto di rispondere con forza.Ridono dei nostri morti amica cara: ridono di Dax, ridono di Aldrovandi, ridono di Cucchi.
Loro sono morti, è vero, ma solo perchè hanno vissuto;
questi altri, invece, muoiono ogni giorno nell'asfissiante routine, nel moralismo, nella negata sessualità e nel bieco conformismo.
Questi altri sono gli inquisitori, i monarchici, i zaristi, i fascisti, i nazisti e i democristiani.
Ti giuro su dio, amica mia, che quando cadranno, spazzati dal vento della storia, noi saremo lì, armi in mano.
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoésieStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.