Tre mesi che non scrivo niente e ci ho perso un po' la mano.
Fatemi sapere se vi piace!Non ti volli vedere
nel freddo pomeriggio,
e per difendermi,
o per difendere l'attimo,
voltai perpendicolare
il mio sguardo diretto
ai mille me,
lontano dal tuo essere te;
sei sempre la stessa,
sei maledettamente la stessa.
Oh, è marmo questa malinconia!
Oh, la giovinezza è deceduta,
a vent'anni non rimane nulla
se non chiedersi quanti passi,
quanti varchi attraverserà
questo cadavere
fetido.
E dimmi quanti giorni
sono passati,
e quanti ne passeranno
prima di diventare etanolo,
sangue rattrappito
e velleità giovanili?
Rintocca dondolando il tempo,
le chiese gremite di fedeli
sono luoghi glaciali,
e non esiste fede,
e non esiste amore
che possa scaldare le ossa gracili
di noi sommersi dai giorni.
Ogni giorno ventiquattr'ore.
Ogni settimana sette giorni.
Tutti uguali.
Tutti schifosamente uguali.
Boccheggio e non chiedo altro.
C'è chi parla di libertà,
e io, inetto come sono,
li ho ascoltati
e sempre ne son stato fautore,
pur avendone io una paura boia.
E voglio sapere, ora e subito,
che comitato centrale sentenzierà
la fine di questa malinconia fetente,
quale Partito deciderà
il tempo di ricominciare a gustarsi i giorni.
Chiaro è nella nostra mente,
davanti alla porta infernale,
ovvero l'alba di ogni giorno,
che arriveremo soffocati alla notte,
con gli stessi ricordi infami
dell'alba prima,
con la stessa stanchezza cadaverica
di chi sa, da sempre,
d'essere incatenato al suo passato,
al suo futuro precario,
al suo ingrato presente.
Vorrei io, talvolta,
adagiarmi nella tiepida vasca
e dimenticare tutto,
il lutto, gli amori persi
e quelli mai agguantati.
Vorrei essere il serpente
che dimentica il genitore
e sibila parole leggere.
Io, d'altro canto, serpe non sono.
Il destino, la dialettica, il tempo
hanno deciso che Uomo dovetti nascere.
Non ci resta che essere sommersi dai giorni
che verranno, da quelli che già son caduti
e da quelli che, oggi,
curvamente stiamo nuotando.
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoezjaStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.