La banalità della gioia

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Mettere in primo piano
se stessi è un individualismo
imperdonabile, come quadri
bianchi, solo schizzi di colore
senza forma, scopi, ed è
Niente, notte, silenzio.

Cercare la propria, e solo propria,
felicità: una vergogna,
è una vergogna vi dico!

Che senso ha, madre,
se io son tranquillo
ed il mio vicino
é sollevato ad un palo?

Avrà lui adito, motivi, parole
per maledire il mio nome?

Sì! Io dico di sì!
Se non condivisa,
è banalità della gioia.

È colpevole,
È cieca,
È artificiale,
È chimica.

Le trombe in piazza urlano:
Meglio morir assieme,
meglio il polso che freme,
che adagiarsi da soli, nell'ozio
dei colpevoli.

Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora