Dammi la mano gli dissi. Dammi la mano e non ti capiterà nulla di male.
Va bene mamma.
E poi cadde; mioddio lo vidi cascare fino a diventare un punto nero in fondo all'oblio.
Urlai. Urlai con tutte le mie forze,
ora non mi spiego il perchè, ma lì per lì credevo che le mie grida potessero in qualche maniera riportarlo fra le mie braccia.Credetti di poterlo tenere, pensavo di poter sorreggere il suo piccolo corpiccello, infondo, mi ripetevo, Sono pochi chili.
Ma il destino, sdegnante delle nostre previsioni, scelse di porgere il figlio alla falce e la madre alla disperazione.
E così fu, mio figlio slittò dalle mie mani
e sopra ci lasciò, aspro, solo il senso di colpa.
Mi chiesi cosa fosse successo,
Perchè mio figlio non è fra le mie braccia ?
Non riesco a pensarci. Un secondo prima ero una giovane madre di un bellissimo figlio, subito dopo... un minuto, un istante, un omicida.Oh, che Dio sia indulgente. Il perdono sarebbe di certo la peggior pena.
Non posso continuare così. Che la colpa mi uccida prima che lo faccia io.
Dovrei forse. Il mondo capirà. E Dio ? Dio ama gli uomini e io ho smesso di esserlo quel giorno.
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoesíaStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.