Oh Libertà

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Oh libertà, misera
consolazione degli
uomini ingravidi.
Quanto ti ho amata
e quanto mi addolora,
ora, la tua presenza
insopportabile.

Oh amata libertà;
mille cardini sulle
vertebre, senza te.

Oh perni, ogni mio
gesto direzionato
di centottanta gradi.

Ma che portone,
ditemi, oh eroi,
strilla senza fulcro?

Ora che la libertà
insostenibile
mi torchia il cranio
e mi fa vagare
tra mille correnti
precipitose, vorrei
Io leve certe, chiodi
sulla mia colonna,
sapore di schiavitù.

E vorrei la certezza
-I quali eran urli-
che finanche domani il
sole sorgerà; ma siam
condannati a esser
liberi, siamo martoriati
Noi dall'indecisione!

Io sono una foglia secca,
e talvolta d'incanto
dondolo e precipito.

Di tanto in tanto
al mio albero vorrei
agganciarmi, il vento,
il progresso, mi spinge,
mi fa cadere, le
direzioni diverse.

Mi chiedo adagiandomi
sul marciapiede bagnato:
Quando sarà primavera
madre adorata, la
pace accogliente
di una cella cupa,
la pace confortante
di una casa muta.

Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora