In questo cielo cupo
gli umani vivono
misere vite.
Cosa è successo oggi Sergente?
Niente! Niente!
Le nuvole si sfiorano
apatiche: un po' di là,
un po' di qua.
Madre mi hai amato?
No figlio mio! No!
Il sole è dunque assenteista,
venti occhi lo cercano
ispirando solo aria malata,
pesante.
Ami i fiori?
E l'asfalto?
Ami la mia barba?
No! No!
Quante domande!
Sotto questa cupola
che i nembi scuri
tessono lentamente,
Noi, amici, fratelli,
imitiamo i nostri secondini.
Ci tocchiamo timidamente,
ma solo per istanti,
il vento ci spinge
verso direzioni diverse.
E se anche la serpe
dimentica la genitrice,
perché io non posso adagiarmi,
di tanto in tanto,
senza memoria e senza passato?
Certo,
i rumori sono sordi,
la luce timida,
gli sguardi tiepidi.
Ma per quale motivo cercarci
se come le nuvole
ci sfioriamo per attitudine?
Accarezzandoti ti sussurrerò
che già domani dimenticherai,
adagiandoti sull'erba,
quanto io ti ho amata!
Già stanotte morirà il grillo,
il fiore, la lepre.
Nessuno verserà una lacrima,
e niente sarà successo,
e dimenticheremo anche il lutto
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
ПоэзияStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.