Se diventassi pazzo,
tu non salvarmi,
non voglio eroi,
non voglio mani amiche.Legatemi, vi prego,
alla staccionata, al muro,
zittitemi e non guardate
il viso spento, gli occhi tetri;
io vi dico: non riflettono
nulla.Penso e ripenso
al nulla, e io lo so!
Vi grido che lo so!
Sono io stesso
causa del mio male,
sono io che volta per volta
infilo aguzze baionette
nei miei occhi,
tetri;
non riflettono
nulla.Il mio dolore
è lo stesso ogni notte.
L'insonnia mi culla dolcemente.
La pazzia mi attira dolcemente.
La corda mi sussurra dolcemente.Il dolore, mia mano amica,
lo sgomento che mi assale
mentre guardo i vecchi,
l'erba, i bambini,
i miei gomiti, il sale.
Tutto.
Tutto vi dico.Ma tu non salvarmi,
non voglio mani amiche,
voglio andare alla deriva,
perdermi in me stesso,
essere irriconoscibile,
spettinato, ringhioso,
schifosamente infelice.Non voglio più lottare,
voglio lasciarmi cullare
dalle onde del mare,
gli occhi chiusi
e cadere dolcemente,
soffocare dolcemente,
sbracciarmi dolcemente,
come fossi già morto.Tu non salvarmi.
Tu non recuperare
il cadavere
bagnato.
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
ŞiirStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.