Solo il rumor dei sassi
sento marciando per
colline emiliane.
Il sole timido e tenue
saluta me da lontano,
così anche la sua armata
dona il suo ultimo inchino
al fidato generale.
Io d'al canto mio
mi inchino a voi,
luminosa armata gialla;
mi prostro sorridente
alla truppa imponente che
natura abbia mai arruolato.
Salutatemi da lontano,
soldati gialli,
e io vi giuro,
saluterò, già, di rimando.
Salutate il sole miei compari,
e che domani si spera non
rimanga, forse pensieroso,
tra qualche nuvola gelosa.
Salutate i gelsomini
e insegnate loro
il grigio coordinamento,
salutate i corvi
e mostrate loro
come costruire un reggimento.
Salutate il vecchio
logoro,
è il suo ultimo sole
le gambe e il cedimento.
Ed infine vi manca solo il
sordo rumore della marcia
per dirvi armata,
ma ditemi:
a che vi serve amici miei?
Non siete voi forse
la truppa più pacifica che
natura abbia mai reclutato?
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Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoetryStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.