Capitolo 16.

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Debora: -Piccola, piccola, bimba, dai su svegliati.-
Sento la voce di Debora chiamarmi, la luce del sole entra dalla finestra, così da scaldarmi un pochino, stanotte ha diluviato e non poco, stamattina verso le tre ha anche grandinato, si sentiva il rumore delle tegole sul tetto muoversi, avevo paura, infatti Debora mi ha abbracciato e coccolato ed è passato tutto. Non voglio alzarmi, per la prima volta dopo un infinità di tempo ho voglia di dormire, poi aggiungi anche che questa settimana la scuola è chiusa, ho la possibilità di dormire anche qualche ora in più, mi accontenterei anche solo di dormire tutta la notte. Mi copro con le coperte fin sopra la testa e mi giro verso il muro, così che il sole non mi vada negli occhi.
Voglio dormire, lasciami dormire.
Anche lei si porta le coperte fin sopra la testa, vicino a me, così che può guardarmi in faccia, io mi copro con le mani. La sento sorridere, come se mi prendesse in giro, si vede che la mia faccia volesse intendere quello che ho pensato.
Debora: -Dai piccola per quanto tu sia adorabile così, dobbiamo andare da tua mamma.-  Esce da sotto le coperte, mentre io resto lì.
Cavolo ha ragione. Devo andare da mia mamma.
Per un attimo ho dimenticato tutto quello che stava succedendo fuori da questo letto, mi stavo perdendo tra le braccia di Debora, ha come un effetto "calmante" su di me.
Mi tiro giù le coperte dal viso, e la guardo, mi strofino gli occhi, lei è lì vicino a me, mi sorride.
Io: -Si..-
Chiudo ancora gli occhi, e mi giro verso di lei, stringendo Teddy a me. Mi accarezza il viso e gioca con una mia ciocca di capelli, guardandomi.
Debora: -Ci sono io con te, non devi preoccuparti.-
Mi avvicino a lei, appoggiando il viso sul suo petto, Debora mi stringe, forte.
Debora: -Non vado più da nessuna parte piccola.-
Mi stringo Teddy al petto.
Ieri sera dopo che abbiamo "chiarito", ha voluto restare a dormire qui con me. Io gliel'ho detto, non riesco più a fidarmi come prima, ha sbagliato. Lei si è scusata molte volte, poi ci siamo messe nel letto, mi ha fatto promettere di non fumare più, perché gli dà fastidio quando lo faccio poi è rimasta a dormire qui con me e mi ha detto che oggi sarebbe scesa con me, così che quando avrei dovuto affrontare mio padre lei ci sarebbe stata, prima, durante e dopo, vuole stare con me tutto il tempo che serve, ma fra una cosa e l'altra mi sono dimenticata di dirle però che domani sale Giorgia con la mamma, ma meglio se glielo dico ora, prima glielo dico, prima mi toglierò questo peso da dosso, ma sinceramente ho un po paura di come potrebbe reagire.. Non voglio che si arrabbi o che torni da Martina.
Io: -Debora devo dirti una cosa..-
Dico con un po di voce tremante.
Debora: -Dimmi..-
Ha la testa appoggiata suoi miei capelli, io sono ancora fra le sue braccia.
Io: -Ehm è una cosa al quanto importante.-
Debora: -Dimmi, ti ascolto.-
La sento agitarsi per qualche minuto e io non sono da meno.
Io: -Domani pomeriggio salgono Giorgia con la mamma e staranno qui qualche settimana.-
Per qualche secondo non risponde, ma mi stringe più forte, più di prima.
Debora: -Le andrete a prendere voi?-
Io: -Si, arrivano domani pomeriggio, alla stazione.-
Debora: -Verrò con voi quando le andrete a prendere, così che non sarai sola con lei e mi vedrai qui molto spesso.-
Questa sua risposta sinceramente mi diverte, mi sarei aspettata una risposta tipo: "okay", "va bene", "vi lascerò i vostri spazi", non avrei mai pensato che lei fosse gelosa.
Io: -Qualcosa mi dice che sei gelosa.-
Le dico con un mezzo sorriso sul viso, cosa che lei non può vedere in quella posizione.
Debora: -Mi infastidisce.-
Dice in tono serio.
Io: -Questo a casa mia si chiama "Sei gelosa."-
Debora: -No questo si chiama "lei mi infastidisce."-
Scoppio a ridere, guardandola per qualche secondo, lei invece è serissima, ma assomiglia molto a  quello che gli ho detto io su Cristina quando eravamo in macchina mentre stavamo tornando dalla montagna, quando lei mi aveva detto di rispondere ai suoi messaggi. È così dolce, quando fa così, è protettiva in un certo senso. È come se avesse paura, paura di qualcosa, ma non sa che lei fa parte del passato, si è importante, ma non così tanto.
Mi stringe ancora più di prima, smetto di ridere, perché capisco che è una cosa abbastanza seria per lei e mi perdo fra le sue braccia, con un braccio abbraccio Teddy e lo stringo a me e con l'altro abbraccio Debora.
Debora: -Non voglio perderti piccola.-
Io: -Ma non mi perderai, sono qui.-
Debora: -Si piccola, sei qui e domani ci sarà anche lei.-
In quel momento realizzo che davvero ha paura, mi stringe e mi appoggia la testa sui miei capelli, e poi mi dà un bacio sempre lì.
Stanotte lo ha fatto molto spesso, mi continuava a dare piccoli baci, un po ovunque, sui capelli, sulla fronte, sulle guance, a volte anche sul collo, mentre dormivo, pensava che non me ne accorgessi, invece, non sa che quando dormo ho il sonno abbastanza leggero e sentivo quando mi dava i bacini, è una cosa che adoro. Adoro sentirla così vicino, poterla stringere, guardarla parlare, ascoltarla, il suo sorriso, adoro lei.
Le sorrido e lei mi stringe.
Io: -Stanotte mi riempivi di baci.-
Debora: -Non pensavo fossi sveglia..-
Io: -No dormivo, ma ti ho sentito.-
Debora: -Scusami.-
Io: -Per..?
Debora: -I baci, non avrei dovuto.-
Io: -Si invece.-
Debora: -Perché?-
Io: -Mi piace quando lo fai.-
Debora: -Davvero?-
Io: -Si, Mi piace quando mi coccoli così.-
Gioca con una mia ciocca di capelli, attorcigli un riccio intorno al suo dito. Mi sorride.
Debora: -Ti coccolerò più spesso così allora.-
In quel momento credo che i miei occhi siano diventi a cuoricino, tipo i cartoni animati, infatti Inizia a ridere, ma non smette di guardarmi.
Io: -Per me va bene.- le dico alzando le sopracciglia e chiudendo gli occhi.
Lei mi guarda e continua a giocare con i capelli, mi sorride e io non posso fare altro che ricambiare.
Debora: -Dobbiamo andare piccola.-
Tiro un sospiro, mi tolgo tutte le coperte da dosso, facendo così le tolgo anche a lei e mi alzo, lei mi segue. Resto qualche secondo seduta sul letto, con Teddy fra le braccia, devo realizzare il fatto che fra qualche ora dovrò affrontare mio padre. Non appena si alza lei va a rinfrescarsi io ne approfitto per mettere in ordine la camera, fare il letto, e controllare il cellulare. Ho alcuni messaggi.
2 Giorgia;
1 Scarlet;
Giorgia:
[Piccola, spero vada tutto bene.]
Questo di ieri sera.
[Buongiorno principessa, oggi è il giorno.. Bhe vedo che il messaggio di ieri non lo hai letto, ma va bene, sarai impegnata, comunque sappi che per ogni cosa sono qui. Non appena avrai bisogno di me, chiamami.]
Questo è di stamattina presto, ma è strano perché non si sveglia mai così presto, come minimo verso le 11/11.30, invece il messaggio è stato mandato alle 6.30 stamattina.
Io:
[Ma buongiorno.❤️
Come mai sveglia a quell ora? Comunque Scusami se ieri non ti ho risposto più, ma volevo stare un po da sola, poi è arrivata Debora e boh le cose sono andate così velocemente, scusami davvero. Ah e grazie, perché ci sei.]
Non mi risponde, sono quasi le 8.30 a quest ora si sarà riaddormentata, non so. Controllo l'altro messaggio da
Scarlet:
[Oi, volevo dirti che è meglio che tutto finisce qui, anche perché non ha senso continuare ad andare avanti se tu non ci sei.]
Cosa?!?! NO.
Lo ha mandato ieri sera, in questo periodo il cellulare lo uso poco e niente.
Io:
[Sto avendo dei problemi a casa, per questo non sono sempre con il cellulare in mano, ma te ne vuoi andare?! Va bene. Ciao.]
Appena finito di rispondere a tutti inizio a cambiarmi, mi metto un paio di leggins comodi con una canotta e la felpa che Debora mi ha dato quando Sono andata a casa sua il primo giorno che ci siamo conosciute, è grandissima, ma io l'adoro. Debora: -Si sta meglio a te, piuttosto che a me.-
Io: -Hey, non ti avevo Sentita arrivare.-
Debora: -Mi piace vederti mentre ti guardi allo specchio, o mentre ti prepari.- come la prima volta.
Io: -Hahaha si come la prima volta.-
Debora: -Si piccola.-
Noto che si è cambiata, ha i vestiti diversi da quelli che aveva ieri.
Io: -Da dove hai preso quei vestiti?-
Debora: -Ieri prima di venire qui, ho preso qualcosa per cambiarmi nel caso sarei rimasta a dormire qui.-
La guardo perplessa per qualche secondo, non ci avevo nemmeno fatto caso che si era portata uno zainetto piccolo.
Io: -E tu come facevi a sapere che ti avrei perdonata?-
Debora: -Non lo sapevo, ma ci speravo.-mi sorride.
Una volta che anche lei è pronta scendiamo e andiamo da mia nonna. Mentre scendiamo inizio ad agitarmi, non riesco a fare a meno di non stare tranquilla, Debora lo nota, anche perché è piuttosto visibile che sono nervosa, lei mi prende la mano, mi guarda e mi sorride.
Debora: -Piccola, stai tranquilla, ci sono io con te.-
Le sorrido, ma Riesco a calmarmi un pochino, ma non molto. La strada non mi è mai sembrata così tanta per arrivare da mia nonna. Fuori c'è il sole, ma comunque tira vento ed è anche freddo, quindi mi chiudo nella felpa. Quando siamo arrivati davanti la casa, non riesco nemmeno a suonare il campanello, quindi al posto mio lo fa Debora, sono tutta un fascio di nervi.
Viene ad aprire mia nonna.
Nonna: -Alla buon ora.-
Io: -Buongiorno anche a te.-
Già sono agitata di mio, anche loro non servono.
Debora si presenta, togliendomi da quel imbarazzo che si era creato fra me e mia nonna.
Debora: -Salve signora, sono Debora, un amica di Rita.-
Mia nonna la squadra da capo a piedi, non gli sono mai piaciuti i maschiacci.
Nanna: -Piacere mio, io sono Rita.-
Debora resta qualche secondo perplessa. Io: -Abbiamo lo stesso nome.- La informo.
Debora: -Bhe si lo avevo capito, solo che non me lo sarei mai immaginato.-
Quando arriva anche mamma in cucina e vede Debora, l'abbraccia.
Mamma: -Hey e tu qui cosa ci fai?-
Debora: -Mia mamma mi ha avvertito di tutto e non voglio lasciare Rita sola.-
Si vede che dopo quello che gli ha detto, mia mamma la stringe forte, come a ringraziarla.
Mamma: -Hai fatto bene, grazie.-
Appena entra Antonio in cucina e mi vede, mi salta addosso, lo prendo in braccio.
Antonio: -Rita, ieri mi sei mancata.-
Mi sale un nodo in gola, ho voglia di piangere, ma devo essere forte per mia mamma.
Io: -Lo so piccolo, anche tu.-
Ho gli occhi che mi stanno andando a fuoco, troppe lacrime trattenute.
Per fortuna che c'è Debora qui con me..
Mio fratello Mi abbraccia e mi stringe fortissimo.
Sento Debora avvicinarsi a me per poi accarezzarmi la schiena, e standomi vicino. Stiamo così qualche secondo, poi lui scende e va a giocare con i giocattoli in sala con il nonno. Andiamo anche io e Debora, quando ci vede arrivare mio nonno mi sorride.
Nonno: -Tutto bene?-
Io: -Si dai.-
Nonno: -Non mi presenti questo bel giovanotto?!-
In quel momento io e Debora scoppiamo a ridere.
Io: -Nonno, in realtà è una ragazza, si chiama Debora ed è una mia amica.-
Nonno: -Oh scusami, ma per i capelli, e quella camicia e i pantaloni pensavo fossi un ragazzo, scusami ancora.-
Dice visibilmente imbarazzato.
Debora: -Non si preoccupi, non è il primo che me lo dice, ci sono abitua.-
Mio nonno le sorride. Noi ci sediamo sul divano e Mentre loro continuano a parlare di abbigliamento o capelli. Inoltre parlando anche del fatto che all epoca del nonno le ragazze non potevano ne vestirsi e tanto meno portare i capelli in questo mondo, io resto lì ad ascoltare e osservare mio fratello giocare. Dopo qualche secondo mio fratello si avvicina e si siede in braccio a me, aspettiamo tutte e tre sul divano. Lui gioca con il mio braccialetto, l'ho comprato l'anno scorso al mare: è quel bracciale fatto con i cubi e lo spago e su ognuno di essi c'è scritto una lettera, sul mio c'è scritto il mio nome e il nome di mio fratello.
Antonio: -Cosa c'è scritto?-
Io: -Io mio nome e il tuo amore.-
Antonio: -Davvero?-
I suoi occhi si illuminano.
Io: -Si Perché?-
Antonio: -Non Pensavo che c'era scritto anche il mio nome.-
Io: -Invece si amore.-
Antonio: -Quindi, ma questo vuol dire che mi vuoi bene?-
In quel momento capisco che non sono stata una brava sorella, non gliel'ho mai fatto capire abbastanza quanto io ci tenessi a lui.
Io: -Ma certo amore, tu sei tutta la mia vita.-
Lui mi abbraccia.
Antonio: -Ma adesso non ci vedremo più?-
In quel momento entra mamma in sala, e ascolta cosa ci diciamo.
Io: -Si certo che ci vedremo amore, come farò io a stare lontano da te.-
Un sorriso immenso gli sbuca su quel bel visino, dalle guance tonde e morbide, dai capelli scuri e gli occhi chiari, proprio come Papa, io invece ho preso da mamma, ho capelli scuri e gli occhi anche, ma al sole diventano verdi, come mamma più o meno.
Tolgo il bracciale dal mio polso e lo metto a lui.
Antonio: -perché?-
Io: -Così non ti dimenticherai mai di me, anche quando io non ci sarò tu ti ricorderai di me.-
Antonio: -Ti voglio bene.-
In quel momento faccio ancora più fatica di prima a trattenere le lacrime, ma devo ugualmente.
Io: -Anche io amore.-
E mi abbraccia.
Si sente una macchina arrivare e poco dopo il campanello suonare, mio nonno va ad aprire, Debora mi stringe la mano e mi fa cenno con la testa di stare tranquilla. Antonio scende dalle mie gambe e corre verso la porta dove è appena entrato papà.
Antonio: -Papà, mi sei mancato.-
Si sente la voce di papà provenire dalla cucina.
Papà: -Anche tu piccolo.-
Debora mi stringe ancora di più la mano non appena arrivano tutti in sala.
Quando mio padre mi vede resta immobile, non si aspettava che io fossi lì.
Papà: -Ci sono tutte a quando vedo.-
Si riferiva a me.
Io: -Bhe ti porterai via mio fratello, dovevo anche fregarmene?!-
Papà: -Sono tuo padre cerca di rispondere meglio.-
Io: -Un padre non si comporta come ti comporti tu.-
Mamma: -Rita smettila.-
Io: -No ho ragione e lo sai.-
Papà: -Cerca di educarla un po meglio.-
Dice rivolgendosi a mia madre.
Io: -Sono fin troppo educata con te in questo momento.-
Lui si arrabbia, e si avvicina in modo abbastanza veloce, sento Debora stringermi ancora di più la mano.
Papà: -Sei solo una bambina viziata, stai zitta se no ti faccio stare zitta io.-
Dice puntandomi un dito contro, mi alzo, così da essere alla sua altezza più o meno, lascio la mano di Debora e mi avvicino a lui.
Io: -Uhh sai che paura.-
A quel punto mio nonno si mette in mezzo a me e lui.
Nonno: -Ti sei già preso lui, ora cerca di andartene, se no non mi interessa del giudice o di chiunque altro ma quel bambino con te non se ne viene.-
Mio padre, se così si può chiamare è stato amaramente sconfitto.
Papà: -Dammi la valigia, che me ne vado.-
Mia mamma gli dà la valigia con lo zaino.
Papà: -Bene, vi do due minuti per salutarlo, mentre porto tutto in macchina, poi vengo a riprenderlo.-
E detto ciò esce di casa, mio nonno e mia nonna, lo abbracciano e lo riempiono di baci lo salutano e poi dopo di loro si fa avanti mia mamma, gli lascio qualche secondo in più, pinge, poverina, la sta distruggendo. Quando arriva il mio turno, non riesco nemmeno a muovermi, sento Debora avvicinarsi a me.
Debora: -Piccola, salutalo, dopo avrai il rimpianto.-
Io: -Si, si hai ragione.-
Faccio qualche passo avanti e mi siedo per terra vicino a lui, mi salta addosso e mi abbraccia ancora.
Antonio: -Ci rivedremo vero?-
Le lacrime, iniziando a scendere, mi ero promessa di essere forte, mi ero promessa di potercela fare, mi ero promessa di non piangere, ma non riesco, non posso, non c'è la faccio, non riesco a immaginarmi la mia vita senza di lui.
Io: -Certo che sì amore.-
Mia mamma scoppia a piangere.
Antonio: -Porterò il bracciale sempre con me.-
Io: -Bravo piccolo.-
Antonio: -Però non è giusto, io ho qualcosa di tuo, tu devi avere qualcosa di mio.-
Detto ciò prende la macchina con cui stava giocando e me la da, mi ricordo che un paio di settimane fa, stavamo giocando io e lui con quella macchinina, lui mi aveva chiesto quale mi piacesse di più fra tutte quelle che aveva e io gli avevo detto quella lì, tutta rossa, allora lui mi aveva risposto che quando sarebbe stato grande si sarebbe comprato quella macchina solo per farmi felice e poi mi avrebbe portato a fare il giro con lui.
Io: -Grazie.- Gli dico asciugandomi gli occhi e le guance piene di lacrime. Lui mi sorride semplicemente, ha cinque anni ma è molto più forte di me che ne ho diciannove.
Rientra papà in casa e viene direttamente in sala, in modo molto diretto e freddo se lo porta via.
Papà: -Dai Antonio andiamo.-
Mio fratello scende dalle mie gambe, mi da un bacio sulla guancia e se ne va, in quel momento sono scoppiata in un pianto pieno di lacrime e singhiozzi, e Non appena se ne va, Debora corre vicino a me e si siede accanto a me, e mi abbraccia, accarezzandomi i capelli e stringendomi fortissimo.
Debora: -Dai piccola..-
Mi nascondo dietro le mani, e mi appoggio sul suo petto, mi faccio piccola, e lei mi stringe. Si avvicina anche il nonno, si mette vicino a me e mi accarezza la schiena.
Nonno: -Lo rivedrai, tranquilla.-
Io: -Mi manca di già.-
Nonno: -Lo so, piccola lo so.
Non sono una brava sorella, non lo sono stata, mai.
Dopo qualche minuto, mi alzo, cerco di ricompormi un pochino, mi asciugo il viso e gli occhi pieni di lacrime e vado da mi madre in cucina, mi siedo in braccio a lei e mi abbraccia fortissimo, è visibilmente scossa.
Io: -Mamma dai..-
Mamma: -Per fortuna ci sei tu.-
L'abbraccio, lei mi stringe fortissimo.
Mamma: -Andiamo su.-
Gli faccio cenno di sì con la testa.
La capisco vuole stare da sola e ha ragione.
Io: -Debora andiamo su..-
Ha il cellulare in mano, sta mandando messaggi, ma non so a chi.
Dopo un po mi risponde.
Debora: -Si, ehm andiamo scusami.-
Io, lei e Debora tornino a casa, mentre andiamo a casa continuo a pensare a una moltitudine di cose, mi manca, in questo momento vorrei solo perderti fra le braccia di Debora, e per fortuna che c'è lei, ma noto che è assente, sta con il cellulare in mano, è distante. Non appena arriviamo su mi tolgo la felpa e resto in canotta, fuori c'è freddo, il sole è andato via, e c'è ancora nuvoloso.
Noto che Debora sta spesso con il cellulare in mano da quando stavamo salendo.
Dopo qualche minuto che siamo arrivate su se ne vuole andare.
Debora: -Io vado.-
Io: -Dove vai? Siamo appena arrivate, mangiamo qualcosa e poi ci mettiamo su letto.-
Ho bisogno di lei non può andarsene.
Resta ti prego.
Mamma: -Si tanto tua mamma lo sa che sei qui.-
Debora: -Si ma ho avuto un imprevisto, devo proprio andarmene.-
Martina. Ecco quale è l'imprevisto.
Io: -Vai allora.-
Debora: -Piccola.. Hai bisogno di me lo so, stasera torno promesso.-
Io: -Fai anche senza, ho bisogno di te adesso non stasera.-
Debora: -Piccola lo so, ma è urgente, e Non è lei.-
Io: -Okay, ciao.-
Senza darmi una risposta se ne va. prende il suo zaino e se ne va. Non pensavo ne fosse ancora capace, proprio adesso, che avevo e ho bisogno di lei.
Mamma: -Tutto bene?-
Le sorrido.
Io: -Si tu?-
Mamma: -Certo piccola, io vado a riposarmi non ho molta fame, vieni con me?-
Io: -Si mamma.-
Mamma: -Dormiamo insieme?-
Io: -Certo.-
Devo assente forte. Devo essere forte.
Cerca di ricordartelo Rita.
Prima di mettermi nel letto controllo i messaggi, ne trovo solo uno di Giorgia, di Scarlet non c'è ombra.
Giorgia:
[Io e mia mamma, dovevamo uscire, come è andata? E cosa è successo ieri con Debora? È successo qualcosa fra di voi? Dimmi di no..]
Questo è esserci.
Io:
[Ah scusami non lo sapevo. È andata, non bene, ma è andata. Niente è venuta a casa, ma se ne è appena andata, proprio adesso che avevo bisogno di lei.]
Risponde quasi immediatamente.
Giorgia:
[Piccola, non appena sarò lì, ci parlo io Con questa.]
Io:
[Cosa?! No. Perché?]
Giorgia:
[Si non può farti stare così. E non preoccuparti presto ci sarò io vicino a te.]
Io:
[Sii, devo essere sincera. Mi sei mancata..]
Devo essere sincera. Nonostante Debora, lei mi fa sempre provare qualcosa.
Giorgia:
[Anche tu piccola, non vedo l'ora di riabbracciarti.]
Io:
[Vado a riposarmi con mamma..]
Giorgia:
[Si, appena sveglia di chiami?]
Io:
[Certo, ma ti mando un messaggio prima, non voglio disturbarti.]
Giorgia:
[A dopo piccola.]
Io:
[A dopo.❤️]

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora