Capitolo 34.

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Mi sento delle mani accarezzarmi la spalla e poi dietro la schiena, apro gli occhi e vedo che lei è lì davanti a me e io sono fra le sue braccia, mi sorride e io non posso fare a meno di ricambiare.
Giorgia: -Dormito bene?- Sto bene così..
Da quando mi sono messa nel letto con lei, non sono più riuscita ad addormentarmi, ma in compenso ho riposato gli occhi, le urla si sono attenuate e quella sensazione di vuoto che provavo è diminuita.
Io: -Si si.- Non voglio dirle di quella incubo e di come mi sono sentita.. Non sono pronta a parlarne.
Giorgia: -Io mi alzo, tu se vuoi resta ancora.- Mi stiro e le sorrido.
Io: -No adesso mi alzo anche io.-
Lei sorride e si alza, io mi copro con le coperte fino a sopra al collo, ho freddo, e guardo il letto, è come l'ho lasciato stanotte, ancora tutto in disordine, tiro un sospiro e mi alzo, quando vado in cucina, vedo che mamma e Federica sono già sveglie.
Io: -Buongiorno.- Non ho fame, quindi evito di fare colazione.
Mamma: -Non fai colazione?-
Io: -No non ho fame.- Intuisce che c'è qualcosa che non va, si capisce da come mi guarda.
Mamma: -Va tutto bene?-
Io: -Si mamma.-
Mamma: -Sicura?-
Io: -Si.- Mi porto le mani davanti al viso e mi strofino gli occhi.
Mamma: -Ma ieri eri vestita in modo diverso per andare a dormire..-
Io: -Si avevo caldo e ho sudata stanotte, infatti adesso vado a cambiare il letto. Mi sono svegliata e mi sono lavata.-
Mamma: -Ma tu non hai mai caldo, specialmente di questi periodi..-
Io: -A quanto pare stanotte ho avuto caldo.-
Federica e Giorgia mi guardano, sono entrambe sedute a tavola a fare colazione con brioche e caffelatte. Torno a guardare mia mamma.
Mamma: -E che ora era?-
Io: -Presto mamma.-
Guardo l'ora. Sono le undici e mezza.
Mi alzo e torno in camera, guardo il cellulare e vedo un messaggio.
Debora: "Oggi ho da fare, appena posso vengo a casa tua."
Cosa ha da fare?! Avevamo in programma di vederci, aveva detto che se riusciva oggi veniva, ma perché sbuca dal nulla dicendo così?! Starà con Martina?! Forse quello che mi ha detto ieri in montagna non era nulla vero.. No basta! Avrà semplicemente altro da fare.
Io: "Buongiorno anche a te, come mai?"
Aspetto qualche secondo, ma non ricevo nessuna risposta quindi torno ai miei pensieri. Guardo ancora il letto e Tiro via le lenzuola, vado nel ripostiglio e le metto a lavare. Nel frattempo cerco di tenere la mente occupata con ciò che sto facendo, non voglio tornare a pensare a quel brutto incubo, ma spero solo che si tratti solo di questa notte e che non ricapiti più. Inizio ad avere freddo e quindi mi metto una felpa addosso. Dopo poco mi raggiunge Giorgia in camera, si chiude la porta alle spalle si siede sul suo letto e mi guarda.
Giorgia: -Cosa è successo stanotte?-
Cerco di non guardarla, non voglio che capisca o sospetti qualcosa.
Io: -Nulla perché?-
Giorgia: -Ti dimentichi che io ti conosco meglio di te stessa.-
Prendo le lenzuola pulite dall'armadio e inizio a fare il letto.
Io: -Vero, ma non ho nulla.-
Giorgia: -Dimmelo.-
Io: -Non ho nulla da dirti.-
Giorgia: -Non hai chiuso occhio stanotte.-
Io: -Ho dormito invece.-
Giorgia: -Allora non bene.-
Iniziamo ad innervosirmi tutte queste domande o affermazioni. Sono già suscettibile di mio, poi quando non dormo la cosa peggiora particolarmente.
Io: -Smettila, sto bene ho detto basta.-
Giorgia: -Vedi?! Non stai bene.-
Alzo gli occhi al cielo, smetto di risponderla, mi sento comunque i suoi occhi addosso, aspetta comunque una mia risposta o una mia reazione. Forse dovrei dirglielo, potrebbe aiutarmi, ma non voglio dargli peso, non voglio crearle altri problemi, ne ha già di suoi, anche i miei no.. Continuo a fare il letto, cercando di essere il più disinvolta possibile. Lei continua a guardarmi.
Giorgia: -Hai un amore incontrollabile per le mie maglie ammettilo.- La sento sorridere, a sorrido anche io.
Io: -Mi sono messa la prima cosa che ho trovato.- Dico fra un sorriso e l'altro.
Giorgia: -E ovviamente la prima cosa che hai trovato è stata una mia maglia, che era nel cassetto vero?- Dice ironicamente con un mezzo sorriso.
Io: -Mi ero dimenticata che ti avevo lasciato alcuni cassetti e ne ho aperto uno tuo.- Dico alzando le sopracciglia, anche se lei non può vedermi.
Giorgia: -Si si certo, se vuoi le mie maglie comunque puoi prenderle tranquillamente, mi piace vederti così.- Per qualche secondo mi imbarazzo, sento perfino il viso diventarmi rosso.
Io: -Così come?-
Giorgia: -Così, con le mie maglie addosso, e tipo fai venire voglia di coccolarti e di stringerti e non lasciarti più andare via. Così come una bambina, perché si assomigli a una bambina.-
Anche Debora lo dice sempre.
Io: -No!- La guardo. -Anche tu con questa cosa della bambina no!-
Abbassa le testa e si guarda le mani.
Giorgia: -te lo dice anche lei vero?- Dice con un filo di voce.
Io: -Si..- Le ho fatto male.. idiota che sono.
Giorgia: -Prima non ti facevi chiamare da nessuno così, ne piccola e tantomeno bimba, ti infastidiva. Ti facevi chiamare così solo da me. Ora invece c'è qualcun altra che ti chiama così e che non ti da fastidio.-
Resto qualche secondo a guardarla non so proprio cosa dirle..
Io: -Le cose cambiano..- Torno a sistemare il letto, facendo un sospiro, lei continua a non alzare la testa, si guarda le mani mentre se le tortura.
Giorgia: -Se ti fai chiamare così vuol dire che davvero è importante per te.-
Io: -Avevi ancora dubbi?-
Giorgia: -No non li ho mai avuti.- Dice in tono freddo.
Ho finito di fare il letto, mi giro a guardarla.
Io: -In che senso?-
Giorgia: -Si è visto fin dal primo momento che l'hai vista che ti piaceva e non poco.-
Io: -Che vorresti dire?-
Giorgia: -Avevi gli occhi a cuore al solo vederla quando siamo salite dalla cantina, anche se un attimo prima mi avevi baciato o sei stata bene, appena l'hai vista è sparito tutto e c'era solo lei..- Parla con un filo di voce, quello che sta dicendo le sta facendo male e non poco.
Io: -Non credo.- Hai ragione. Fin dall'inizio è stato così tanto importante per me lei, ma non credevo fosse così tanto importante. Odio quando sono così trasparente. IL SOGNO! Gli occhi, quello che pensavo la voce che si sentiva mentre ero nel letto. "Quei maledetti occhi, che prima mi tradivano tutte le volte che provavo ad essere forte e non mostrare le mie fragilità e loro puntualmente, si dimostravano per quello che ero, fragile." Non avevo mai pensato al prima di quelle urla, mi soffermavo su quelle e del senso di vuoto che provavo. -Alzati che ti faccio il letto.- Cerco di togliermi questi pensieri dalla testa, non è ne il momento, ne il luogo adatto per pensarci.
Giorgia: -A cosa pensi?-
La guardo perplessa. Come diamine fa?! Continua a non spostarsi dal letto.
Io: -Nulla, che ho freddo.-
Giorgia: -Non è questo, anche se vedendoti addosso hai solo una mia maglia e una felpa. Hai le gambe scoperte.-
Io: -Già, va bene così-
Lei si alza ed esce dalla porta. Ha capito che c'è qualcosa che non va, sono stata molto fredda con lei, ma se le è cercate, sa quanto mi irrito quando insiste nel parlare di qualcosa che non voglio. Ha capito che mi sta succedendo qualcosa. vado vicino al suo letto e lo inizio a mettere in ordine. sento il citofono suonare. Debora, dovrebbe essere lei, o almeno spero. Faccio finta di nulla, continuo a mettere in ordine il letto, quando mia mamma viene in camera, mi fermo e la guardo.
Mamma: -Ti vogliono.-
Io: -Chi?-
Mamma: -Scendi e vedi.-
Io: -Devo scendere?-
Mamma: -Si devi scendere.-

SPAZIO AUTRICE.
COME STATE?? SCUSATEMI SE STO PUBBLICANDO POCO, MA NON STO MOLTO BENE ULTIMAMENTE, APPENA MI RIPRENDERO' DEL TUTTO TORNERO' AD AGGIORNARE TUTTI I GIORNI. SCUSATEMI ANCORA.
DITEMI SE IL CAPITOLO VI PIACE. CIAO.😄😄

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora