Capitolo 8.

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Continua a giocare con i miei capelli, io mi addormento quasi.
Debora: -Guarda fuori.-
Guardo fuori e vedo che sta nevicando, mi alzo abbastanza velocemente dal divano, mi avvicino alla porta fatta tutta in vetro per vedere meglio fuori, è qualcosa di semplicemente perfetto. Corro da lei, saltellando proprio come una bambina, lei mi guarda ed è tutto un sorridere per lei.
Debora: -Cosa hai intenzione di fare?- Dice scoppiando a ridere.
La prendo per un braccio e la tiro, ma lei non si smuove di un passo, resta lì seduta.
Io: -Dai alzati, voglio andare fuori a giocare con la neve.- Continuo a tirarla per il braccio, ma lei non si smuove di un millimetro, continua a ridere, talmente tanto che a momenti gli escano le lacrime credo, ha gli occhi lucidi.
Debora: -Ma sei in pantaloncini, e canotta ti ricordo.- Dice tra un respiro e l'altro. Pensandoci ha ragione, non posso uscire così, mi verrà la febbre. Smetto di tirarla, ma lei continua a ridere, io mi guardo e mi risiedo vicino a lei.
Io: -Ah è vero..- Lei mi guarda, ed tutt ad un tratto diventa quasi seria, asciugandosi gli occhi.
Debora: -Vieni con me.- Si alza, io la seguo, saliamo al piano di sopra, lei cammina avanti io dietro di lei. Arrivati al primo piano vedo che ci sono moltissime camere, per lo più camere per dormire.
Io: -Ci vivevano molte persone qui vero?-
Debora: -No, ma mio nonno pensava di avere molti nipoti allora quando l'ha fatta ristrutturare ha fatto in modo che ci fosse molte camere.- Mi guarda e mi sorride.
Io: -Oh...-
Debora: -Contando che ci siamo solo io e mia sorella ha esagerato un pochino.-
Mi guarda e mi sorride.
Io: -Sorella?-
Debora: -Si, ho una sorella più piccola di me. Non lo sapevi?-
Io: -No, pensavo ci fossi solo tu.-
Siamo arrivati infondo al corridoio, apre la porta di una camera e quando lei entra, io la seguo.
La camera è semplice, mura bianche e i mobili in legno color panna, un letto, una scrivania e un piccolo armadio. Resto ferma vicino al letto, nel frattempo lei si avvicina all'armadio, apre e prende un paio di leggins, di quelli pesanti che di questi tempi vanno benissimo.
Debora: -Tieni, puoi mettere questi.-
Io: -Sono tuoi?-
Debora: -Di chi vuoi che siano?!-
Io: -Non saprei..-
Prende anche un maglioncino blu.
Debora: -Con questo non ti prenderai una polmonite.-
Io: -Grazie.-
Mi alzo prendo i vestiti dal letto e la guardo.
Io: -Dove posso cambiarmi?-
Fa un mezzo sorrisetto, vorrei tanto capire cosa gli passa per la testa.
Debora: -Qui.-
Io: -C-C-C-Cosa?-
Scoppia a ridere.
Debora: -Sei diventata più rossa di un peperone in meno di un secondo Hahahaha. Tranquilla sto uscendo così puoi cambiarti.-
Senza aggiungere altro, o aspettare una mia risposta esce dalla camera, lasciandomi li da sola. Inizio a cambiarmi, una volta finito noti che il pantalone mi fa bene, ma la maglia è abbastanza grande, ma infondo va bene così, adoro le maglie giganti.
Finito di vestirmi e dopo essermi messa anche le scarpe, esco fuori la camera e vedo che lei mi fa aspettando li.
Io: -Hai aspettato qui per tutto il tempo?-
Debora: -Ma piccola sei stata dentro a cambiarti per nemmeno dieci minuti.-
Io: -Ma potevi scendere e aspettare giù, non mi perdo..-
Debora: -Ma no, voglio approfittare di questi momenti e passare più tempo possibile con te, anche qualche secondo per me è già tanto.-
Le sorrido e lei si incammina per tornare al piano di sotto, faccio fatica a credere a queste parole, me le sono sentite dire già da molte persone non voglio illudermi ancora, ma non voglio pensarci adesso, voglio provare a divertirmi. Arriviamo giù abbastanza velocemente, ci avviciniamo all armadietto dove ci sono i gubbini e lei mi passa il mio con la sciarpa, lo indosso e usciamo fuori. Una vampata di aria fredda mi travolge in pieno, mi chiudo ancora di più nel gubbino, faccio qualche passo avanti, tanto da sprofondare con i piedi nella neve, alcuni fiocchi di neve mi cadono addosso, dove abitiamo noi non nevica quasi mai, quindi per me questa è una cosa nuova quasi.
Debora: -Ti piace?-
Io: -Cosa?-
Debora: -La neve-
Io: -Si è bellissima, mi piace moltissimo. Guarda..- Gl dico mostrando i fiocchi di neve sulla mano. -Sono bellissimi.-
Debora: -Tu lo sei.-
Io: -Cosa?-
Debora: -Tu sei bellissima. Adesso, con quegli occhi da bambina, sei bellissima. Fai venire voglia di venire lì e baciarti.-
Fallo allora..
Io: -Perché non lo fai allora?-
Questa risposta l'ha lasciata senza parole, mi guarda, stupida di ciò che ho appena detto.
Debora: -Non lo so, forse per paura..-
Io: -Forse?? Paura?-
Debora: -Con te è tutto un miscuglio di emozioni, credo sia paura. Paura di una tua reazione più che altro.-
Mi abbasso per prendere un po di neve da terra, la discussione sta diventando troppo seria e poi non posso costringerla a fare qualcosa che ha pura di fare. Lei si gira per guardare da tutt'altra parte come se avesse vergogna. Gli butto la neve che ho in mano addosso, solo che riesco a prenderle il gubbino, lei si gira e ride.
Debora: -Spero per te che tu non abbia fatto quello che hai appena fatto.-
Mi guarda con in aria di sfida, faccio qualche passo indietro, lei si avvicina.
Io: -Perché?- gli dico facendo un mezzo sorriso.
Debora: -Me la pagherai Sappilo.-
Io inizio a correre, e lei mi rincorre, non faccio molti passi che lei mi prende di peso da dietro la schiena e mi alza, mi tiene così fino a quando vicino la casa dietro si vede una montagnetta di neve, abbastanza alta e mi ci butta dentro.
Io: -Debora, mettimi giù!!!!!-
Lei scoppia a ridere e mi tiene lì ferma, mi tiene per i fianchi sulla neve e non riesco ad al alzarmi, mi sto gongolando.
Si butta addosso a me e prende un po di neve e mi copre.
Io: -Smettila, mi sto congelando, fammi alzare!!!-
Debora: -Mi butti ancora la neve addosso?-
Dice continuando a buttarmi la neve e tenendomi con le gambe. Cerco di coprirmi, ma invano. Non mi lascia andare.
Io: -No basta, non ti butto più la neve addosso ma lasciami alzare.-
La smette di buttarmi la neve addosso, ma non si muove di un millimetro, resta lì a fissarmi.
Dopo qualche secondo si alza, mi aiuta ad alzarmi.
Debora: -Dai andiamo dentro, sei bagnata fradicia, peggio di quando ti ho consociato. Hai bisogno di asciugarti.-
È finita troppo seria. Entriamo in casa e mi toglie il gubbino con la sciarpa di dosso, li appoggia su una sedia e li mette vicino al camino così che si riscalda e si asciuga. Poi prende delle coperta da dentro all armadietto, si avvicina, e mi ci avvolge dentro, poi ne mette in altra a terra vicino al camino e mi dice di sedermici sopra. Lo faccio e mi metto a giocare con un filo della coperta che c'è per terra. Lei si siede vicino a me, si appoggia con la schiena vicino il muretto del camino e allunga le gambe, è lì vicino a me e a me sta iniziando a venire sonno.
Mi strofino l'occhio, un po come fanno i bambini quando hanno sonno. Lei mi sorride, con quel viso dolce, che solo lei ha.
Debora: -Vieni qui piccola.-
Mi avvicino a lei, sento il calore del camino sempre più vicino e più caldo, mi appoggio sulla sua spalla, lei mi avvolge con le sue braccia, mi sento così piccola, mi sento davvero una bambina, inizia ad accarezzarmi le braccia, mi coccola.
Debora: -Vuoi mangiare qualcosa? Così poi ti puoi riposare tranquillamente..-
Io: -No, non ho fame. Voglio restare così però..-
Debora: -Va bene piccola, come vuoi..-
Non mi interessa di nient'altro, mi interessa solo di me e lei adesso, di quello che mi fa provare, voglio dargli una possibilità.
Io: -Prima hai detto che ti saresti presa cura di me..-
Debora: -Si, perché? Vuoi che non lo faccia più?-
La sento irrigidirsi, smette di accarezzarmi e coccolarmi.
Io: -No voglio che lo fai..- Si tranquillizza e tira un respiro di sollievo. -Ho solo paura..-
Debora: -Lo so piccola lo so..-
È di poche parole, e in parte fa bene, anche perché tante parole non bastano in questi casi, puoi dire di tenere a una persona quanto vuoi, ma lo devi anche dimostrare e Bhe lei lo sta facendo.. Anche adesso, con così poco, si sta prendendo cura di me.
Restiamo così per un tempo abbastanza lungo, e la giornata trascorre velocemente, abbiamo mangiato, scherzato, riso, e per tutto il tempo mi sono dimenticata di tutto il resto, mi sono dimenticata delle notti insonne, della mia voglia di non mangiare, e di quella sensazione di vuoto che provo per la maggior parte del tempo.
È quasi sera ed è ora di andare, inizia a fare più freddo di quando siamo arrivate. Io sono sul divano, mentre lei cerca di spegnere il fuoco.
Debora: -Tieni i pantaloni lunghi, fuori che freddo e con i pantaloncini è meglio evitare.-
Io: -Sicura che non sia un problema?-
Debora: -No piccola, fin quando le tieni tu non è un problema, anzi mi piace il fatto due indossi le mie cose.-
Io: -Hahaha ci vado due volte dentro i tuoi vestiti.-
Debora: -È vero piccola, ma è una cosa che ti rende più dolce del solito.-
Io: -Ma no, sembro un puffo.-
Debora: -Hahahahahaha, si la mia piccola puffetta.-
La guardo malissimo, non mi piace quel nome.
Debora: -Okay, okay, piccola. Ricevuto quel nome non ti piace proprio.-
Lei scoppia a ridere, io inizio a mettermi le scarpe, e il gubbino, lei fa lo stesso.
Qualche minuto dopo chiudiamo tutto e andiamo in macchina, lei mi tiene perché ha paura che scivoli o che cada.
Io: -Ma no, guarda che non cado, la neve è morbida.-
Debora: -Lo so, ma voglio tenerti.-
Mi lascio tenere, lei non dice nulla.
Mi apre la portiera e mi fa salire. Appena lei si sistema partiamo. 

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora