Capitolo 38.

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Giorgia: -Ci alziamo?-
Sorrido, mi ero dimenticata che stavamo sedute in terra, e poi c'è freddo.
Io: -Si certo scusami.-
Mi alzo dalle sue gambe e aiuto lei ad alzarsi da terra, si avvicina al lavandino e si guarda allo specchio.
Lei: -Sono un disastro.- Mi appoggio al muro guardandola.
Io: -No perché?- Incrocio le braccia al petto.
Lei: -Non dovevo parlarti di questo.-
Io: -Smettila.- Dico Scuotendo la testa.
Apre l'acqua dal rubinetto del lavandino e si sciacqua il viso.
Lei: -Odio farmi vedere così dagli altri e poi lo sai.-
Prendo L asciugamano dal appendino vicino a me e gliela passo.
Io: -Ma io non sono gli altri.-
Appoggia le mani al lavandino e guarda un punto non preciso in basso e aspetta qualche secondo prima di rispondermi.
Lei: -Vero non sei come le altre.-
Sorrido, non lo aveva mai detto così tanto esplicitamente. Si alza, avvicinandosi a me e mi abbraccia, facendomi perdere fra in quell abbraccio.
Lei: -Questo è un abbraccio.-
Io: -Solo perché non vuoi sentirti piccola.-
Lei: -Lo sai, preferisco quando sono io quella grande, quando sono io quella che si deve prendere cura di qualcun altro.-
Io: -Lo so, ma devi lasciare che qualcuno si prendi cura anche di te.-
Molla la presa e va vicino la porta, la apre e va verso la sala, io la seguo.
Lei: -Devi fare colazione.-
Io: -Nha non ho fame.-
Lei: -Prenditi qualcosa e mangia.-
Io: -va bene, va bene. Quanta autorità.- Sbuffo. La sento sorridere, nel frattempo mi avvicino al frigo.
Lei: -Certe cose non cambiano mai.-
Dice buttandosi sul divano. Apro il frigo e mi prendo una mela rossa dal cassetto in basso, può andare come colazione. Mi avvicino al divano dove sta lei e mi siedo vicino a lei, appoggiando i piedi sul tavolino.
Lei: -Quanta finezza nei tuoi modi.- Dice sorridendo.
Io: -Solo perché ho appoggiato i piedi sul tavolino?- inarco le sopracciglia.
Lei: -Ti sei praticamente buttata a peso morto sul divano, e i tuoi modi non sono stati del tutto femminili.- scoppio a ridere mentre addento la mela.
Io: -Sono femmina e a volte lo sembro anche, ma altre volte la parte maschile che e in me esce.-
Lei: -Ecco quella parte maschile, seppelliscila.- Dice sbuffando.
Prende il telecomando dal tavolino e accende la TV, inizia a cambiare canale cercando qualcosa di decente da vedere.
Io: -No anzi..- Si blocca e mi guarda, seriamente.
Lei: -Ascoltami bene, quella parte maschile di te, non deve uscire.-
Io: -Perché?- Ha sempre odiato quando io mi comportavo da maschio o quando parlavo come un maschio, ma non ho mai capito perché.
Lei: -Perché non mi piace lo sai.-
Io: -Si lo hai sempre detto.- Sorride guardandomi.
Lei: -Tu sei bella così, così i tuoi capelli lunghi, tutti in disordinati, ricci per il più delle volte, sei bella con i tuoi movimenti che il più delle volte sono bruschi, ma hanno un qualcosa di dolce. Sei bellissima quando sorridi o quando ti imbarazzi che hai una voce così dolce o quando ti esasperi perché ti vedi grassa, cosa che non è assolutamente vera perché sei semplicemente perfetta.-
Mi agito, mi mette in imbarazzo così e lei lo sa.
Io: -Non sono perfetta.- Dico guardando la mela morsicata, mi è passata anche quella poca fame che avevo. Appoggio le mani con le braccia sulle gambe.
Giorgia: -Sei perfetta e nemmeno te ne rendi conto. Ci sono poche persone come te lo sai?!-
Inizio a non capirla. Lei continua a guardarmi e a sorridere, la TV è rimasta ferma su un canale a caso dove stanno trasmettendo il telegiornale. Io guardo un punto non preciso davanti a me.
Giorgia: -Non mi capisci proprio vero.- Faccio di no con la testa, guardandola.-Trovami un altra ragazza come te, un altra ragazza che sa amare come ami tu, un altra ragazza forte come sei forte tu, un altra ragazza che sopporta come sopporto tu, un altra ragazza che trova sempre il lato buono anche quando non c'è, se ci fosse stata un altra al posto tuo avrebbe mollato fin dall'inizio, non appena ha visto che le cose stavano andando male, non appena ha visto che le cose stavamo andando per il verso sbagliato.-
Faccio di no con la testa. Non è così!!
Mi guarda perplessa.
Io: -Un altra persona se fosse stata al posto mio avrebbe lottato di più, non avrebbe mollato come ho fatto io. Io non sono forte, lo dite tutti, ma non è così, anzi io sono l'esatto contrario, sono la persona più debole di questo mondo. Io non ci trovo nulla di diverso dalle altre, nulla di più, molto mancante questo si. E ad essere sincera se fossi stata in te nemmeno io mi sarei scelta tranquilla, dai parliamoci chiaro, chi si prenderebbe una come me?! Una ragazza problematica, ansiosa, gelosa, possessiva.. una ragazza che vuole solo una cosa è non sa nemmeno come prendersela, non sa da dove iniziare, che a stento dice ciò che prova. Sono pesante e me ne rendo conto, non è facile stare con me. Tendo sempre a rovinare tutto, mi basta talmente poco per far andare tutto all'aria e spesso e questa paura che peggiora solo le cose. Me la prendo per piccolezze, che siano una parola o un gesto o un semplice sorriso. Non è facile stare con me..- La guardo sorridendo. -Ma va bene, mi ero solo immaginata una vita con te, una casa, un cane, che tanto volevamo, e tu che la mattina dormivi magari fra le mie braccia, io che aspetto qualche secondo prima di alzarmi perché non voglio svegliarti, la giornata a lavoro e la sera tornare a casa e vederti lì che mi aspetti, darti un bacio e passare la serata con te.- NON DOVEVO DIRGLIELO!! TESTA DI CAZZO CHE SEI RITA!! NON QUESTO!! Tiro un sospiro. -Mi ero solo immaginata tutto insieme a te..- Lei guarda il soffitto e sorride.
Giorgia: -Anche io.- Prende fiato. -La mattina mi svegliavo, scendevo al bar sotto casa e ti prendevo la colazione, brioche al cioccolato è un succo a pesca, la tua colazione preferita, tornavo su la riscaldavo e ti preparavo tutto su un comodo vassoio e all ora giusta ti venivo a svegliare con il profumo di brioche caldo e un bacio, tu mi guardavi e io ti sorridevo. Mi rimproveravi perché non dovevo viziarti così, ma tanto tu eri la mia bimba e amavo viziarti. Mi sedevo vicino a te e facevamo colazione così, sotto le coperte tra un bacio e un morso di brioche, poi quando avevamo finito ci alzavamo e ci andavamo a fare la doccia insieme prima di andare a lavoro, facevamo l'amore sotto l'acqua, io ti accompagnavo in ufficio e poi io andavo nel mio negozio, la sera chiudevo prima e ti passavo a prendere tu sorridevi nel solo vedermi, salivi in macchina e scleravi nel trovare un peluche piccolo tutto bianco, morbido e cuccioloso, come piace tanto a te, e una rosa rossa sul sedile, sorridevi, mi buttavo le braccia al collo e mi riempivi di baci, poi nel ritorno a casa decidevamo cosa mangiare, ma dato che nessuna delle due aveva voglia di cucinare prendevamo due pizza, una prosciutto e funghi per te e una con il piccante per me.- Ha gli occhi sul soffitto, io la ascolto attentamente. -Tornavamo a casa, la mangiavamo, poi ci mettevamo il pigiama, tu uno di quelli grandissimi, che dentro ci vai tre volte, o una mia maglia soltanto e io canotta e pantaloncini come sempre. Tu stavi fra le mie braccia, sul divano entrambe, tu con una coperta addosso e guardavamo in film, uno di quelli romantici che io odio ma che tu ami tanto, ma tanto io guardavo te che eri bellissima e non mi importava nulla del film. Poi quasi a metà film ti addormentavi e io ti prendevo in braccio e ti portavo nel letto, ci mettevamo sotto le coperte e tu mezza addormentata mi guardavi e sorridevi, poi io ti abbracciavo ti riaddormentavi fra le mie braccia, tra una coccole e baci, e io guardandoti e sorridendoti mi addormentavo..- Resta qualche secondo così, nelle sue fantasie.
Ma se immaginava tutte queste cose con me perché si è comportata così?! Perché se ne è andata?! Perché ha scelto qualcun altra?! Perché era così fredda e distaccata con me?! Perché mi faceva sentire come tutte le altre..??
Io: -Perché non me lo hai detto?-
Lei: -Tu perché non me lo hai detto?-
Io: -Era chiaro che io fossi innamorata di te.-
Lei: -Per me era chiaro il contrario, nonostante il mio avere molte ragazze.-
Io: -Tu davi importanza a tutte le altre..-
Lei: -Ma mi bastava un tuo messaggio sbagliato per morire, mentre quello di qualcun altro non mi avrebbe fatto né caldo e né freddo.-
Restiamo così, io guardo lei e lei guarda il soffitto.
Io: -Non lo sapevo..-
Lei: -Non dico mai ciò che provo.-
Io: -Come facevo io a capire ciò che provavi se non me lo dicevi?-
Un suono mi fa sussultare dal divano. Suona il citofono. Mi alzo e vado a rispondere, Giorgia mi segue con gli occhi.
Io: *Chi è?*

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora