Capitolo 52.

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Io: -Mamma hai tu le chiavi?- Dico urlando dal cancello cosicché lei possa sentirmi, dato che è vicino la macchina.
Mamma: -Si amore.- Sta chiudendo la macchina, siamo appena tornate dai miei giri per farmi più "bella", mia mamma aveva degli impegni, ma quando gli ho detto che non poteva accompagnarmi nessuno non ha esitato mezzo secondo per liberarsi e accompagnarmi, ora siamo appena tornate e la sto aspettando vicino al portone, al freddo, mentre lei sta chiudendo bene la macchina prima di raggiungermi. Non appena arriva al mio fianco, prende il suo mazzo di chiavi e infila la chiave nella serratura e apre molto velocemente il portone. Entriamo lasciando chiudere da solo il portone alle nostre spalle e Iniziamo a salire le scale, dato che lei ha le gambe più lunghe delle mie è più veloce di me a far passare i gradini, io per stare al passo suo inizio a salire i grandini a due alla volta così da non rimanere indietro. Non appena arriviamo a casa, lei apre la porta e io mi infilo in casa prima di lei superandola e mi metto davanti la stufa dopo aver acceso la luce della cucina, lei nel frattempo mi sfila vicino ed entra dopo aver chiuso la porta a chiave alle sue spalle, io resto lì a tremare dal freddo e appoggiando le mani sulla ventola che fa passare l'aria calda, mi osservo le unghie, appena fatto, sono semplici, ma io le trovo bellissime, le ho fatte più lunghe con il gel colorate tutte di nero, sorrido pensando al fatto che finalmente qualcosa di me mi piace. Dalla parrucchiera, invece, mi sono fatta semplicemente fare i capelli con i boccoli, sono lunghissimi, mi arrivano fino alla vita. Mi giro verso la sala è vedo che mia mamma sta tornando dalla sua stanza, si è cambiata e messa qualcosa di più comodo. Io mi sono fatta la doccia prima di uscire.
Metto le mani nella tasca del mio gubbino e prendo il telefono, Guardo il cellulare per vedere se qualcuno mi ha chiamato o cercato in un qualche modo, dato che non l'ho preso per tutto il pomeriggio, mi sono completamente rilassata oggi, non pensando a nulla e vedo che c'è un messaggio da Debora. Vedo quando mi è arrivato, è noto che la differenza di orario è di solo due minuti.
Debora: [Amore, mi manchi..]
Sono le 6.00 a quest ora starà casa e avrà finito con il suo impegno o almeno spero, il pensiero di lei che mi scrive mentre potrebbe stare con qualcun altra mi irrita.
Io: [Sono qui.]
Aspetto qualche secondo, aspettando una sua risposta che non tarda ad arrivare.
Debora: [Ho sbagliato, oggi dovevo venire con te.]
Ha i sensi di colpa.. Questo succede sempre quando combina qualche casino o quando fa qualcosa che non dovrebbe.
Io: [Fa lo stesso.]
Rispondo con molta freddezza, l'ho perdonata troppe volte, pensavo avesse capito, ma quell "amore" fa capire che non gliene frega molto di me.
Debora: [Domani mattina ti passo a prendere andiamo insieme, volevo ricordartelo. Almeno recuperiamo oggi.]
Sbuffo.
Io: [Ok]
Mia mamma si siede sul divano e mi sento che ha gli occhi puntati su di me. Io la guardo, mettendo in blocco il telefono, e rimettendolo nella tasca dei jeans posteriore, nel frattempo mi slaccio il gubbino e lo sfilo, facendolo scendere per le braccia. E una volta sfilato del tutto lo appoggio sulla spalliera della sedia. Mia madre mi sta ancora fissando, ma non ne capisco il motivo.
Io: -Perché mi fissi?- Le chiedo dolcemente, sorridendole e guardandola dritto negli occhi.
Mamma: -Vuoi la verità?- Mi chiede sorridendomi dolcemente. Faccio cenno di si con la testa e lei continua a parlare. -Quando eri piccola, mi risultava piuttosto facile capire cosa ti passasse per la testa o cosa provavi.- Il sul viso diventa più serio, quasi triste. -Ora non riesco più a capirlo.- Inizio a camminare piuttosto velocemente, tanto da raggiungerla e sedermi vicino a lei, mi tolgo le scarpe sfilandomele con i piedi senza slacciarle e appoggio le gambe sul divano, piegandole. Lei per tutto il tempo non mi ha tolto gli occhi di dosso io La guardo e le rispondo: -Non voglio che qualcuno lo pensi o lo capisca..- Dico piano.
Mamma: -Capisca cosa?- Chiede incuriosita, nei miei ultimi anni di vita, l'ho tenuta fuori da questo ambito, non l'ho mai fatta entrare nel mio cuore.
Appoggio le mani sulle mie gambe e inizio a torturarle, come mio solito, mi prendo qualche secondo prima di risponderle: -Non mi piace che qualcun altra capisca ciò che io provo o ciò che io sento. Tutte le volte che lo hanno capito, questo mi si è rivoltato contro.- Mi prendo ancora qualche secondo. -Prima mi ero innamorata, prima di lei non mi ero mai aperta con nessuno, almeno mai completamente. Lei arriva, e me ne innamoro.- La guardo, lei mi sta ascoltando con interesse e io continuo. -Ci ho perso la testa e il cuore, ma non è servito perché lei mi si è rivoltata contro in un qualche modo, e da allora ho detto basta.- Faccio un sorriso, quasi per rassicurarla.
Mamma: -È Giorgia vero?- Faccio cenno di si con la testa e lei continua. -In che senso ti si è rivoltata contro?- Io la guardo e mi prendo qualche secondo per risponderle, non è una cosa facile Di cui parlare.
Io: -Io mi ero innamorata, o almeno credo che quello fosse amore. Io mi addormentavo la sera e pensavo a lei, mi svegliavo la mattina e pensavo a lei, a volte la notte la sognavo anche è quando non dormivo in mente avevo solo lei. So che durante l'arco di tutto il giorno continuavo a pensare a lei e a ciò che faceva, pensava, quando sorrideva, parlava, con chi parlava, e perché e cosa diceva. Pensavo a lei e a quanto mi facesse bene averla nella mia vita, con i suoi messaggi che mi facevano sciogliere, la sua voce che era semplicemente perfetta, i suoi sorrisi che mi hanno fatto innamorare, le sue carezze che volevo.. pensavo ad ogni cosa di lei, ogni dettagli anche il più piccolo particolare. Mi mancava quando c'era e mi uccideva quando non c'era.- Faccio un respiro e torno a guardarmi le mani. -Lei poi ha iniziato a trattarmi come tutte le altre persone, mi diceva ciò che diceva alle altre, mi guardava come guardava qualcun altra, mi sorrideva come sorrideva a qualcun altra.. Io pensavo di essere diversa, speciale in un qualche modo, ma non lo ero, non lo ero mai stata Per lei..- La guardo per qualche secondo e lei ha gli occhi fissi su di me, e aspetta che io continui e io la accontento. -Io la amavo, con tutta me stessa, mi ero annullata per lei, avevo annullato i miei sogni, le mie speranze, le mie illusioni, avevo annullato ciò che provavo, mi ero annullata io.- La continuo a guardare e lei non mi toglie gli occhi di dosso. -Non esistevo più io, non esisteva più nulla intorno a me, esisteva solo lei, lei e basta.- Smetto di parlare quando lei mi fa una domanda: -Esiste ancora solo lei?- Faccio un mezzo sorriso e le rispondo: -No, non più, ma lei c'è, e ci sarà sempre, ma c'è anche Debora, ma è un totale disastro.- Torno a guardarmi le mani.
Mamma: -Perché disastro?-
Prendo aria e inizio a raccontare: -È stata un uragano, è entrata nella mia vita così dal nulla e mi ha fatto affezionare a lei, mi ha fatto credere che mi amasse sul serio, poi ho scoperto che era tutta una scommessa, poi l'ho perdonata e scopro che stava ancora con la sua ex, l'ho perdonata ancora e stamattina quando mi sono svegliata, sul suo telefono una chiamata "amore" le aveva mandato un messaggio. Io sono stanca di chiederle spiegazioni o di cercare rassicurazioni. Non posso obbligarla a stare con me, a stare nella mia vita quando continua a fare così. Io ci sto male e lei continua a non capire.- Dico piano quest'ultima frase.
Mamma: -Hai provato a prendere un po' le distanze da Debora?- Faccio cenno di no con la testa. Lei continua: -Da Giorgia ti è bastato prendere un po' le distanze per stare meglio, e non è stata una cosa facile.- Mi guardo le mani, sono stata costretta a prendere le distanze da lei, è in quel periodo non me la sono passata bene, non mangiavo e a stento dormivo e quando dormivo facevo incubi e mi svegliavo urlando o gridando parole o frasi. Non vedendo alcuna mia risposta lei continua a parlare: -Oggi Giorgia ha parlato con la mamma, ha detto che domenica vuole tornare a casa sua, prova a vedere se puoi andare anche tu.- La guardo fissa, non può averlo detto seriamente.
Io: -No assolutamente, non ti lascio da sola.- Dico in modo forse troppo diretto.
Mamma: -Ma io sono qui, e ci sarà federica e ci sentiremo tutti i giorni, ma almeno questo ti aiuterà a stare meglio.-Mi guarda preoccupata. -Magari scopri che la tua vita non è qui, ma giù.-
Faccio cenno di no con la testa. Poi ho la scuola e tutto qui, non vado da nessuna parte.
Io: -No mamma.- Continuo a guardarla e lei non mi toglie gli occhi di dosso.
Mamma: -Amore..- Sorrido al pensiero di lei che fa così quando io faccio i capricci, lo ha sempre fatto, anche quando ero più piccola.
Io: -Non voglio lasciarti da sola.-
Si sente il rumore del campanello della porta, mia mamma senza esitare distoglie gli occhi da me e si alza dal divano andando verso la porta a passi molto svelti. La apre e non appena fa ciò, Giorgia e la mamma entrano di corsa in casa.
Giorgia: -Ma che freddo c'è fuori?- Dice sbattendo con i denti, tremando dal freddo, si mette davanti la stufa dandomi le spalle.
Federica: -Ma davvero, si congela qui.- Dice appoggiando alcune buste, contendo vestiti vista la grandezza delle buste, sulla tavola. Guarda fisso mia mamma. Giorgia si gira verso la sala, ma rimanendo sempre vicino la stufa, si porta le mani dietro la schiena incrociando le dita così che non scivolano. Mi guarda fisso negli occhi per qualche secondo e poi a passi molto grandi di avvicina a me e si siede di fianco a me, non lasciando nemmeno il minimo spazio fra di noi, mi appoggia una mano sul jeans vicino al ginocchio e mi guarda.
Giorgia: -Cosa hai?- Mi chiede abbassa voce, nel frattempo la mia mamma e la sua stanno guardando dei vestiti e non fanno caso a noi.
Io: -Nulla.- Mento e lei lo sa, non si smuove di un millimetro. Aspetta qualche secondo e poi mi risponde: -Vieni con me.- Si alza mantenendo gli occhi fissi su di me. -Accompagnami vado a togliermi il gubbino.- Dopo qualche esitazione Mi alzo e la seguo, andando in camera mia.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora